Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Piedi freddi al fronte!

2023-05-21 21:25:08

Gli italiani combatterono davvero con le scarpe di cartone?

L'Italia durante la Seconda Guerra Mondiale non fece una bellissima figura sul piano bellico e intorno agli insuccessi si sono creati una serie di miti, uno in particolare particolarmente diffuso ancora oggi: le cosiddette "scarpe di cartone" usate dalle truppe italiane durante la Campagna di Russia.

Secondo il mito, il Regio Esercito era talmente inefficiente e corrotto che avrebbe mandato a combattere le truppe sul Fronte Orientale (assieme ai nazisti e contro i sovietici) con delle scarpe fatte in cartone pressato, disinteressandosi totalmente del benessere dei soldati, i quali a fine guerra tornarono in Italia in condizioni fisiche non proprio ottimali.

Questo mito, almeno per quanto riguarda le scarpe, è in gran parte falso: le truppe italiane andarono in Russia indossando gli scarponi modello 1937, realizzati in legno e cuoio e reputati all'epoca il meglio dell'industria nazionale. Il problema è che erano perfetti per combattere e spostarsi in Europa Occidentale: una volta giunti al fronte, il peculiare clima russo si rivelò presto devastante per gli scarponi di tutti i soldati dell'Asse, inclusi i tedeschi. Più o meno tutti iniziarono a sperimentare il congelamento dei piedi, che si tradusse in danni più o meno permanenti.

A quello si sommò un altro problema, cioè la difficoltà di consegnare i materiali: l'Intendenza Militare italiana, pur avendo i magazzini pieni di rifornimenti nelle retrovie del fronte, non riuscì mai a distribuire efficacemente i materiali alle truppe a causa degli spazi immensi della Russia e della scarsità di automezzi per le consegne.

Col tempo i militari si fecero furbi e copiarono con successo gli stivali dei russi, i cosiddetti "valenki", che rappresentavano la salvezza dei piedi dei soldati. Ma il problema irrisolto degli approvvigionamenti colpì nuovamente, costringendo moltissimi soldati a tenersi i vecchi scarponi, ridotti sempre peggio dalle intemperie e dalla guerra, mentre le scarpe nuove prendevano polvere per settimane o mesi dentro i magazzini, inutilizzate (e magari saccheggiate dai sovietici in seguito).

In sostanza, se da un lato è vero che le scarpe degli italiani in Russia erano assolutamente inadeguate e causarono una montagna di guai ai loro indossatori, dall'altro non si può dire che fossero fatte in cartone (cioè fatte al risparmio con materiali di fortuna), né che i comandi militari si lavassero le mani dei loro soldati: semplicemente, a causa delle lacune nell'apparato di approvvigionamento al fronte, non riuscirono a rimpiazzare gli equipaggiamenti inadatti con quelli nuovi, condannando di fatto i piedi dei militari a subire i rigori dell'inverno russo per tutta la durata del conflitto.

Fonte: HistoRick

56  
73