Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Le armi non ci spaventano!

2022-05-29 20:00:00

Quale nemico provocò il terrore tra i militari americani agli inizi del Novecento?

Nel 1898 gli USA ottennero Cuba e le Filippine in seguito alla vittoria nella guerra contro la Spagna, una ex potenza coloniale in evidente declino.

Se l'arrivo degli americani a Cuba fu relativamente indolore, nelle Filippine fu molto più sofferto: il governo locale decise di opporsi e dichiarò guerra agli USA, che nel 1899 inviarono la flotta e l'esercito a risolvere la questione. Data la disparità di forze in campo, gli americani vinsero nel giro di due anni grazie alla cattura del leader filippino nel 1901.

L'anno dopo la regione fu dichiarata ufficialmente "pacificata", ma qualcuno in realtà continuò a resistere con forza: si trattava della tribù islamica dei Moro, che viveva (e vive tutt'ora) nel Sud delle Filippine. I Moro avevano una antica tradizione guerriera, quella dei "juramentados": si trattava di giovani spadaccini che, a seguito di un lungo indottrinamento da parte dei leader religiosi, decidevano di sacrificare la propria vita attaccando qualunque straniero percepito come occupante (una sorta di antichi kamikaze).

I juramentados avevano preso di mira le autorità spagnole nei decenni precedenti la cessione dell'isola agli USA e quando i nuovi padroni arrivarono essi si limitarono a ripetere lo stesso copione, andando all'assalto dei soldati praticamente ogni giorno impugnando i barong, i pugnali tradizionali della loro tribù.

Gli americani furono sconvolti dal fanatismo dei guerrieri suicidi, ma anche dall'inefficacia delle armi da fuoco: i soldati armati di fucili e pistole sparavano tutto il tempo su quei nemici determinati a farsi uccidere, ma spesso non riuscivano ad abbatterli e venivano uccisi loro stessi.

Il segreto della apparente invulnerabilità dei juramentados stava nei bendaggi stretti che applicavano al torace e alle braccia prima di andare all'assalto: quando i guerrieri venivano colpiti dalle pallottole le bende strette facevano da laccio emostatico, contenendo la perdita di sangue e consentendo al guerriero di continuare a correre verso un nemico sempre più confuso e spaventato.

La soluzione al problema dei juramentados fu trovata dal colonnello americano Alexander Rogers: egli ordinò di prendere i cadaveri dei guerrieri morti e buttarli in fosse comuni "in compagnia" di carcasse di maiali scannati e coperti di sangue suino. Quando i Moro si accorsero dell'enorme sacrilegio operato sui loro defunti (la religione islamica vieta ogni contatto con i maiali in quanto considerati impuri) la resistenza agli americani venne rapidamente meno, permettendo il controllo completo dell'arcipelago.

Inoltre, secondo alcune leggende fiorite negli USA, l'esperienza allucinante delle Filippine spinse l'esercito a operare alcuni importanti cambiamenti nella dotazione militare:

  • i vecchi revolver calibro .38 furono rimpiazzati da più potenti calibro .45 e successivamente dalla storica pistola Colt M1911 (in servizio fino al 1986)
  • per i combattimenti ravvicinati diversi soldati ricevettero i micidiali fucili a pompa, capaci di fermare un nemico con un solo colpo al bersaglio grosso senza prendere la mira (nel 1918 furono devastanti contro i tedeschi nelle trincee della Prima Guerra Mondiale)