Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

La grande recita

2020-03-16 01:47:35

Come si può scambiare un lager staliniano per un bel posto? Con l'aiuto di migliaia di persone...

Durante la Seconda Guerra Mondiale gli USA e l'URSS si allearono per fronteggiare la minaccia nazista e questo fatto implicò una serie di viaggi e visite diplomatiche. Una di esse ebbe luogo nel 1944 ed ebbe come protagonista una delle massime cariche politiche americane: Henry Wallace, il vice-presidente.


Wallace era stato ufficialmente mandato da Roosevelt in Cina, per trattare con il generalissimo Chiag Kai-sheck, un altro alleato dell'America, tuttavia il viaggio era lungo e prevedeva alcune soste in territorio sovietico.


Una delle soste fu presso la città di Magadan, che all'epoca ospitava un micidiale lager sovietico e i cui abitanti (liberi) vivevano in condizioni drammatiche, dovute alla guerra e ai vari problemi che affliggevano l'economia sovietica all'epoca.


Ebbene, pur di non mostrare le varie brutture agli americani, i dirigenti sovietici misero in piedi in pochissimi giorni un'enorme operazione di abbellimento e arricchimento della città: le vetrine vuote dei negozi si riempirono di colpo di cibo e altri beni di consumo, gli abitanti (ma soprattutto i militari della guarnigione) si vestirono con abiti nuovi e puliti, gli alunni e gli insegnanti delle scuole furono "istruiti" a dovere su come comportarsi nei confronti degli americani e altre cose del genere.


Successivamente Wallace passò a visitare il lager di Magadan: per l'occasione l'NKVD aveva provveduto a smontare le torrette con le mitragliatrici, a nascondere i detenuti e rimpiazzarli tutti con giovani uomini e donne provenienti dalle file del Partito Comunista, intenti a simulare operai, allevatori e agricoltori al lavoro. Tutti i "lavoratori" erano sorridenti e ben pasciuti e Wallace ci cascò in pieno.

Alla fine del suo viaggio, il vice-presidente lodò l'organizzazione sovietica e si congratulò con essa per i successi economico-sociali che aveva dimostrato, quindi proseguì verso la Cina.


Per farla breve, i sovietici avevano gabbato alla grande il vice-presidente: per tutta la durata della visita in URSS Wallace non vide nemmeno l'ombra di un prigioniero né di altri "veri" rappresentanti della popolazione dell'epoca, che avrebbero restituito un'immagine molto diversa dalla Disneyland che credette di aver visto. Giunse addirittura a definire l'NKVD, uno degli apparati di sicurezza più crudeli e sanguinari del Novecento, "un incrocio tra la TVA (Tennessee Valley Authority) e la Compagnia della Baia di Hudson (storica compagnia commerciale canadese)"!


Per fare un esempio di come stavano davvero le cose, il giorno dopo la partenza di Wallace dalla città, tutti i negozi si svuotarono tornando alla condizione iniziale: tutto il cibo che avevano ostentato nei giorni della visita (e che gli abitanti di Magadan sognavano la notte) proveniva dai magazzini dell'NKVD e fu riportato là di corsa appena non servì più metterlo in mostra.


Il povero Wallace passò anni convinto di avere visto qualcosa di reale e nel 1946 pubblicò le sue memorie del viaggio in URSS (con tanto di sviolinate sull'NKVD), ma nel 1952 lo svizzero Elinor Lipper, ex detenuto del lager sovietico visitato dal politico, pubblicò le proprie memorie, rivelando al mondo (America inclusa) l'orrore dei lager sovietici.

Chissà come si è sentito Wallace quando ha capito che l'avevano gabbato...


Fonte: HistoRick