Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

L'ultima carica

2020-08-16 23:29:30

Come fecero 700 italiani a sconfiggere 2500 sovietici nel 1942?

Negli eserciti moderni la cavalleria, intesa come arma, è caduta in disuso da un pezzo: per un soldato moderno, specie se armato di mitra, un cavaliere è un bersaglio fin troppo invitante su cui scaricare la propria arma.


Eppure, nel corso del secondo conflitto mondiale, c'è stato un episodio in cui i cavalieri riuscirono a sopraffare un nemico ben più numeroso e armato di loro. Chi furono i protagonisti e come ci riuscirono?


Nel 1942 le forze dell'Asse stavano ancora avanzando in territorio sovietico: da una parte i tedeschi della Wehrmacht e dall'altra gli italiani dell'ARMIR, il corpo di spedizione italiano in Russia, mandato da Mussolini a dare una mano ai nazisti (cioè a non lasciare a loro una vittoria che sembrava imminente).

I soldati italiani erano in prossimità del fiume Don quando il 24 agosto vennero sorpresi dalla controffensiva sovietica vicino al vilaggio di Isbuscenskij: i russi si erano trincerati in precedenza e aprirono il fuoco. 


Purtroppo per loro, i cannoni italiani presero a sparare e dispersero i soldati, dando tempo alla cavalleria di organizzarsi: dalle linee italiane nascoste nella steppa partirono ben 2 cariche di cavalieri che riuscirono a travolgere le truppe sovietiche, nonostante delle perdite importanti. 

Alla fine del combattimento, l'Armata Rossa aveva perso gran arte degli effettivi, mentre gli italiani riportarono l'ultima vittoria della cavalleria contro truppe moderne dotate di armi automatiche, che in altre condizioni probabilmente avrebbero vinto.


L'episodio, chiamato Carica di Isbuscenskij, ebbe conseguenze piuttosto limitate sul piano miliare, eppure fu celebrato dalla propaganda fascista per tenere alto il morale delle truppe e della popolazione. Quanto agli alleati tedeschi, è interessante notare come la loro reazione alla notizia della vittoria italiana fu a doppio senso: un ufficiale della Wehrmacht commentò l'accaduto dicendo "noi tedeschi non sappiamo più fare cose del genere". L'insolito commento è da un lato un complimento e dall'altro una critica, come per dire "noi tedeschi abbiamo i carri armati e voi italiani siete rimasti ai cavalli).

Ciò ovviamente non toglie nulla all'eroismo dei cavalieri italiani e della loro ultima carica in battaglia, ma va detto che c'è un buon motivo se da allora non se ne fecero più...


Fonte: HistoRick

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