Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

L'accademia delle atrocità

2020-03-04 01:22:32

Certe occasioni sarebbe meglio perderle...

Nel 1609 la ricchissima contessa ungherese Elisabetta Bathory aprì presso il proprio castello una scuola femminile per ragazze del popolo e della nobiltà minore.

In essa le ragazze venivano istruite per il loro ingresso in società, quindi gli venivano insegnate le buone maniere, la conversazione e alcuni piccoli lavori: ad esempio molte delle aspiranti allieve ambivano alla posizione di dama di compagnia di qualche nobildonna di alto rango.


Considerate le condizioni economiche e sociali dell'epoca, decine di famiglie della regione vi inviarono le proprie figlie, credendo così di garantire il loro futuro: in un certo senso fu così, ma quello che aspettava le giovani una volta varcate le mura dell'accademia non era esattamente quello che si aspettavano loro o le loro famiglie. Il motivo era presto detto: l'accademia era una facciata e quello che c'era dietro era assai più sinistro...


La contessa Bathory, padrona e direttrice della scuola, era infatti una squilibrata totale: nata da un matrimonio tra cugini, aveva manifestato turbe mentali fin da giovane, in particolare aveva frequenti attacchi di collera e pareva apprezzare le urla di dolore dei condannati alla tortura (o a morte). 

Cresciuta in un ambiente tanto sfarzoso quanto malsano (torturava a morte i servitori del suo castello), negli anni la psicotica donna aveva sviluppato una crudeltà degna della Gestapo e un'ossessione per la propria bellezza. 

Avvicinatasi infine al mondo dell'occulto, era giunta alla folle conclusione che il sangue delle ragazzine la potesse tenere giovane e bella in eterno: di conseguenza iniziò a catturare e fare secche sempre più ragazze adolescenti, in modo da usare il loro sangue.


L'accademia quindi era solo una prigione/mattatoio: la pazza ci imprigionò decine di ragazze e le uccise una dopo l'altra, raccogliendo il loro sangue e facendosi il bagno con quello per rimanere bella!


Ovviamente una cosa del genere non poteva durare a lungo: nel 1610 la notizia delle sparizioni continue di donne giunsero alle autorità, che fecero un'ispezione a sorpresa nel palazzo della contessa: ovviamente quella non se l'aspettava e saltarono fuori (letteralmente) gli scheletri nell'armadio. 

Nel castello furono infatti ritrovati cadaveri più o meno smembrati, arnesi di tortura di ogni tipo ed ettolitri di sangue che avevano coperto nel tempo tutti i pavimenti della scuola.


Com'è intuibile, la contessa finì prontamente dietro le sbarre, o meglio, fu murata viva e si suicidò. Quanto alle famiglie delle vittime, esse seppero finalmente cosa era successo alle figlie: la maniaca ne aveva fatte secche tra le 80 e le 300 nel corso degli anni.

Forse era meglio se in quella scuola non ce le avessero mandate fin dall'inizio...


Fonte: HistoRick