Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Il Titanic del Medioevo

2021-06-20 23:27:02

Il fatto che una nave sia nuova non ha mai costituito una garanzia contro l'affondamento, ora come allora…

Nel 1120 il re inglese Enrico I si recò in Francia per la nomina a duca di Normandia di suo figlio William (Guglielmo) e per appianare alcuni contrasti con il re francese Luigi VI. Enrico e William non erano andati in Francia da soli: con loro erano venuti due fratellastri di William e Stefano di Blois, suo cugino da parte di padre.

Quando fu il momento di tornare in Inghilterra però le strade di Enrico e degli altri si separarono: il re si imbarcò sulla propria nave, mentre i giovani salirono a bordo della Nave Bianca (Blanche-Nef), un vascello appartenuto al ricco normanno Thomas FitzStephen. Secondo le cronache dell'epoca, il natante era l'equivalente medievale di uno yacht di lusso: era modernissimo, velocissimo, carico di comodità e capace di ospitare 300 persone.

Sul vascello non salirono solo i tre illustri ospiti, ma anche il loro enorme seguito, composto da 150 nobili normanni altezzosi e inclini ad alzare il gomito: quest'ultima caratteristica causò l'innesco di una serie di sciagure che trasformarono quello che doveva essere un semplice viaggio nell'equivalente medievale del Titanic!

Gli illustri passeggeri ebbero infatti l'idea geniale di ritardare la partenza per festeggiare, riempiendo di vino la stiva della nave e bevendo come spugne. Le libagioni si protrassero a lungo e coinvolsero l'equipaggio della nave, incluso il capitano, così che quando il vascello salpò (nel cuore della notte) nessuno si accorse che aveva preso una direzione pericolosa. Poco dopo aver lasciato il porto l'enorme nave colpì in pieno un grosso scoglio, che ne distrusse lo scafo e la fece affondare in poco tempo.

Il risultato fu micidiale: i passeggeri, ancora in preda alla sbronza presa in porto, non riuscirono a salvarsi e morirono quasi tutti in maniera atroce, annegando nelle gelide acque della Manica.

Alla tragedia generale se ne aggiunsero subito altre: il principe Willam inizialmente riuscì a mettersi in salvo su una scialuppa, ma udì la sorellastra implorare aiuto e decise di soccorrerla. Questo nobile gesto purtroppo segnò la fine del poveretto, dato che la sua scialuppa fu letteralmente presa d'assalto dai superstiti che cercavano di salire tutti assieme: la barca poco dopo si capovolse e il principe divenne cibo per pesci al pari dei disgraziati che cercavano di salvarsi.

Un'altra vicenda tragica fu quella del capitano della nave: come quello si rese conto che ben 3 figli del re d'Inghilterra (tra cui l'erede al trono) erano morti per colpa sua decise di lasciarsi andare e annegare come gli altri, pur di non affrontare l'ira del sovrano.

Infine, pare che gli abitanti della città di Barfleur da cui era partita la nave udirono le grida disperate dei passeggeri, ma le scambiarono per grida di festa (quelli avevano fatto festa per ore al porto) e non intervennero fino al giorno dopo, quando ormai i nobili erano tutti all'altro mondo: l'unico a salvarsi fu un macellaio francese, che raccontò quanto accaduto ai pescatori che lo salvarono.

Pare inoltre che i nobili normanni, in preda ai fumi dell'alcol, avessero cacciato in malo modo due religiosi che volevano benedire lo scafo: nella religiosa mentalità dell'epoca andare in giro su una nave non benedetta era una cosa da evitare a tutti i costi in quanto sicura fonte di guai, ma quelli erano troppo ubriachi per rendersene conto…

La disgraziata fine della Nave Bianca ebbe profonde conseguenze a livello politico: la perdita di William fu un colpo durissimo per l'Inghilterra, che dopo la morte di Enrico I sprofondò in un periodo di guerra civile e anarchia ventennale che causò danni immensi al paese.

Tutto questo per colpa di una nave affondata e qualche alcolizzato…


Fonte: HistoRick