Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Il cane santo

2022-06-19 20:00:00

Perché un cane fu venerato per secoli some un santo?

Nel Medioevo la conoscenza scientifica non era lontanamente comparabile con quella moderna, di conseguenza il tasso di mortalità era alle stelle, in particolare per i bambini: buona parte di quelli che nascevano non arrivavano a superare l'infanzia.

Incidenti, traumi e malattie capitavano di continuo ai più piccoli e in molte regioni la superstizione popolare ne faceva risalire la causa alla presenza di spiriti maligni, che nella mente delle persone scambiavano i bambini sani con altri malati.

Nel XIII secolo nella zona di Lione, in Francia, si diffuse la credenza che un certo cane poteva far guarire i bambini ammalati ad opera dei suddetti spiriti e intorno ad esso si sviluppò un vero e proprio culto: cosa c'era dietro?

Tutto iniziò con una leggenda: il cane, un levriero di nome Guinefort di proprietà di un nobile locale, fu ucciso ingiustamente dal proprio padrone dopo averne salvato il figlio da un serpente. Pentito, il nobile aveva sepolto l'animale in una tomba di pietra.

Poco dopo sarebbero cominciati i pellegrinaggi: le persone del luogo iniziarono a portare i propri figli ammalati sulla tomba del cane e ad eseguire dei riti che si concludevano con l'immersione dei poveri bambini nelle acque di un fiume vicino. La convinzione era che se i bambini sopravvivevano, allora il cane aveva fatto sì che gli spiriti scambiassero i malati con i sani. Nel giro di pochi anni il defunto Guinefort divenne (per ovvi motivi non ufficialmente) San Guinefort, il primo (e probabilmente unico) animale santo della storia!

Quest'assurdità però non passò inosservata: poco tempo dopo la diffusione del culto dell'animale la Chiesa lo venne a sapere, quindi il celebre inquisitore domenicano Stefano di Borbone fece irruzione e bruciò pubblicamente i resti del cane, condannandone il culto come eresia e blasfemia.

Incredibilmente, la tenacia dei credenti fu superiore allo zelo degli inquisitori che nei secoli successivi cercarono di fermare la diffusione del culto canino (giunse persino nel Nord Italia, dove prese il nome di san Guniforte) finché negli anni Trenta la Chiesa lo abolì una volta per tutte: l'ultimo caso registrato di pellegrinaggio avvenne negli anni Quaranta, quando una donna portò il proprio figlio malato presso la tomba del levriero.

Chissà se qualcuno ci proverà ancora, nonostante i progressi della medicina (e dell'istruzione scolastica)?


Fonte: HistoRick