Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Gli ultrà dell'antichità

2019-09-24 23:41:22

I tifosi "estremisti" e la guerriglia urbana da essi provocata sono delle piaghe molto vecchie...

Gli sport sono indubbiamente una cosa nobile, ma a volte i tifosi delle squadre o dei campioni si lasciano prendere troppo la mano quando sono sugli spalti. Ad esempio, in ambito calcistico c'è il problema degli hooligan/ultras: persone violente e fuori controllo che dietro il tifo per gli sportivi celano la voglia di spaccare tutto, incluse le ossa di altre persone.


Ma la piaga degli hooligan è molto più antica di quanto si pensi: il termine che li designa è sorto tra fine Ottocento e inizio Novecento, ma essi sono in circolazione da millenni.


Ad esempio, se oggi gli sport più seguiti (specialmente in TV) sono il calcio e la Formula 1, nella Costantinopoli del VI secolo d.C. lo sport più seguito era la corsa dei carri. 

La stessa popolazione della città era divisa in fazioni a seconda di quale "scuderia" di carri tifavano gli abitanti: i Verdi, gli Azzurri, i Rossi e altri ancora.

Ma le sole fazioni che contavano erano le prime due (Verdi e Azzurri) ed erano talmente numerose che spesso i politici dell'epoca le sfruttavano per i loro fini, ad esempio armandone alcuni membri e sfruttandoli come esercito privato, ricompensandoli con soldi o posti di lavoro.


Nel 532 d.C. la fazione degli Azzurri ormai spadroneggiava in città, rapinando e uccidendo i rivali o anche semplici passanti e accrescendo il proprio potere sulle strade: ma un bel giorno l'imperatore Giustiniano I ne ebbe abbastanza di vedere gli hooligan per le strade e ordinò di riportare la città sotto controllo.


Sfortunatamente le operazioni di contenimento dei violenti Azzurri andarono storte: sette capi ultras condannati a morte riuscirono a scappare dall'esecuzione quando il patibolo si ruppe! Allora cominciarono sei giorni durissimi di guerriglia urbana in cui sia i Verdi che gli Azzurri misero a ferro e fuoco Costantinopoli, giungendo a bruciare la basilica di Santa Sofia. Manipolati dai nemici di Giustiniano, molti di loro cercarono di deporre l'imperatore, senza però riuscirci.


Dopo alcuni giorni di grande tensione, Giustiniano ebbe ragione degli hooligan grazie a un mix di avidità e violenza: per prima cosa, pagò bene alcuni capi degli Azzurri, ottenendo il loro ritiro dalla guerriglia. Successivamente, grazie ai corrotti fece convergere tutti i rivoltosi della città nell'ippodromo dove correvano i carri, lo stesso posto in cui era partita l'insurrezione. 

Ovviamente quelli ci andarono, ma trovarono una brutta sorpresa ad attenderli: all'ippodromo c'erano gli antenati dei Celerini, armati però di spada al posto del manganello!


Fu semplicemente una strage: quando le truppe ebbero finito, per terra erano rimasti circa 30.000 morti. Un numero simile oggi sarebbe degno di una guerra più che di una sommossa di ultras, ma all'epoca il mondo era decisamente più violento.


Dal punto di vista di Giustinano l'eliminazione di massa degli hooligan fu un affare: da un lato gli permise di ricostruire Costantinopoli a suo piacimento e dall'altro gli permise di stabilire un regno stabile che durò oltre 30 anni, dopo i fatti del 532.


Dal punto di vista storico, la sommossa di ultras bizantini è passata alla storia con il nome di "Rivolta di Nika", dalla parola Nika (vinci!) usata dalla folla il giorno in cui  il trambusto cominciò all'ippodromo.


Chissà se oggi qualcuno ci proverebbe ancora?


Fonte HistoRick