Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Fuga in volo

2021-08-01 22:30:36

Scappare con un aereo è più semplice che a piedi… oppure no?

Nel corso della Guerra Fredda i disertori sono stati una spina nel fianco per entrambi gli schieramenti, ma soprattutto per il blocco comunista: URSS, Cina e affini non erano esattamente dei luoghi piacevoli in cui vivere e migliaia di persone ogni anno cercavano di scappare in Occidente, con alterne fortune.

Una categoria speciale di disertori riguardava i militari, nello specifico i piloti di aerei ed elicotteri: tra il 1945 e il 1990 decine di essi scelsero di tentare il tutto per tutto e scappare con gli stessi mezzi che erano addestrati a pilotare. Anche se non tutti ce la fecero, quelli che ci riuscirono rappresentarono degli autentici colpi di fortuna per i paesi che li accolsero (e delle catastrofi per quelli che li persero), a causa dell'enorme valore dei mezzi in termini di intelligence e tecnologia.

Ecco alcuni esempi celebri di disertori aerei:

  • nel 1953, appena finita la Guerra di Corea, il pilota nord-coreano No Kum-sok scappò in Corea del Sud ai comandi di un Mig-15, all'epoca uno dei jet sovietici più avanzati. Gli USA lo ricompensarono con 100.000 dollari dell'epoca (equivalenti a quasi 1 milione di oggi) e poterono esaminare pezzo per pezzo l'aereo, il quale si trova esposto ancora oggi in un museo americano con le insegne originali. Dall'analisi del jet gli USA compresero i veri progressi di Mosca nel campo aeronautico e negli anni successivi si impegnarono sempre di più per superare i rivali. Il fortunato pilota, oltre ad aver incassato il compenso, ricevette la cittadinanza americana e andò a vivere negli USA (dove si trova ancora oggi), mentre il regime nord-coreano lo punì in maniera indiretta, fucilando alcuni suoi amici e colleghi dell'Aeronautica
  • nel 1976 il pilota sovietico Viktor Belenko scappò con il proprio Mig-25 (un altro aereo di punta) in Giappone, dove disertò ufficialmente a favore degli USA. Anche lui fu ben ricompensato: gli americani gli diedero la cittadinanza e poterono esaminare a fondo il jet, che fu restituito a Mosca qualche tempo dopo, quando ormai tutti i suoi segreti erano stati scoperti ed esaminati. Come nel caso del Mig di 22 anni prima, la diserzione di Belenko permise agli americani di comprendere appieno  la natura dell'aereo, i suoi punti di forza e di debolezza. Ovviamente per il Cremlino fu un affare terribilmente imbarazzante, al punto che negli anni successivi furono diffuse un sacco di voci false sul conto di Belenko (imprigionato, avvelenato, assassinato), nel vano tentativo di scoraggiare altre diserzioni
  • nel 1979, poco dopo la fine della guerra sino-vietnamita, il pilota cinese Yan Wenchang disertò e scappò oltre il confine vietnamita, ma si schiantò contro una montagna e morì. Nonostante le richieste di Pechino di restituire cadavere e relitto dell'aereo, i vietnamiti dissero sempre di no e permisero ai sovietici (loro alleati e nemici dei cinesi) di esaminare il jet distrutto. L'aereo in questione, uno Shenyang J-6, era la versione cinese del Mig-19 sovietico, ma gli esperti del KGB restarono di stucco constatando quanto fosse inferiore rispetto all'originale, il quale all'epoca non era un aereo particolarmente sofisticato. Il J-6 era in poche parole un bidone con le ali, dotato di strumenti primordiali, nessun sistema di navigazione e persino una radio non criptata (quindi chiunque avrebbe potuto intercettare le comunicazioni)!
  • nel 1989 il pilota sovietico Aleksandr Zuyev emulò il collega Belenko e scappò dall'URSS con un Mig-29, atterrando in Turchia. In quel caso i sovietici riuscirono a recuperare almeno l'aereo prima che cadesse in mano agli americani, ma il pilota ottenne comunque la cittadinanza USA e si stabilì in California. Negli anni successivi la sua conoscenza dell'aeronautica sovietica aiutò a fare luce su alcuni incidenti avvenuti in passato, come l'abbattimento di un aereo di linea sud-coreano nel 1983 da parte dei caccia di Mosca
  • nel 1993 il pilota cubano Orestes Lorenzo Pérez scappò con un Mig-23 in Florida, disertando a favore degli USA. Pochi anni dopo tornò in segreto a Cuba con un altro aereo, caricò la propria famiglia e tornò definitivamente negli States

Come si è visto, buona parte di queste audaci diserzioni non furono senza conseguenze, dirette o indirette: nei paesi autoritari da cui provenivano quei piloti era abitudine vendicarsi sulle famiglie dei traditori, ragion per cui in molti hanno tentennato o rinunciato a disertare.

Nel caso del pilota nord-coreano questo è particolarmente evidente: furioso per la figuraccia fatta di fronte agli alleati sovietici (che avevano fornito ai coreani il loro aereo migliore appena finito in mani nemiche) il regime volle vendicarsi a tutti i costi su qualcuno. Tuttavia, dato che il padre del pilota era morto e la madre era già scappata in Corea del Sud, pensarono bene di sparare ai suoi amici e colleghi piloti. Sfortunatamente, il disertore venne a sapere delle esecuzioni solamente vent'anni dopo…


Fonte: HistoRick