Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Disciplina o crudeltà?

2020-04-10 01:20:01

Cosa è successo alla brigata Catanzaro nel 1917?

La Prima Guerra Mondiale è stato uno dei conflitti peggiori del Novecento. All'Italia, entrata in guerra un anno dopo rispetto agli altri paesi, è costata comunque moltissimo in termini di vite umane: circa 600.000 morti e milioni di feriti. 

Come molti sanno, la vita nelle trincee era notoriamente terribile: fame, freddo, malattie e attacchi del nemico si portavano via migliaia di uomini ogni giorno, con regolarità.

Ma a questi mali bisognava anche aggiungere quello che stava alle spalle di tutti, in tutti gli schieramenti: la giustizia militare, nello specifico la pena di morte (fucilazione).


Una delle unità italiane messe più a dura prova fu la brigata Catanzaro, di stanza in Friuli contro gli austriaci: la brigata fu attaccata più volte e quasi distrutta dagli attacchi nemici tra il 1915 e il 1917. Quell'anno i militari in trincea furono sorpresi dagli austriaci e costretti alla ritirata, così furono spostati dal comando in pianura, vicino al paese di S.Maria la Longa, per riprendersi dall'attacco. In teoria il riposo doveva durare 40 giorni, ma arrivò praticamente subito l'ordine di tornare in prima linea: neanche a dirlo, i soldati la presero malissimo.


Si arrivò così a un episodio di ammutinamento, come ce n'erano già stati nelle fila degli altri eserciti: la truppa, esasperata per la vita di trincea e carica di rabbia contro la guerra e i presunti responsabili, aprì il fuoco contro i commilitoni e gli ufficiali, uccidendone alcuni. Allora nelle retrovie italiane avvenne una battaglia in piena regola che durò un'intera notte: i carabinieri, facenti funzione di polizia militare, dovettero riportare l'ordine tra i soldati a suon di fucilate.


Va anche detto che tra i carabinieri e la truppa non correva buon sangue da anni, al punto che ogni tanto dalle tradotte militari partivano insulti e colpi di fucile contro quelli dell'Arma presenti nelle stazioni ferroviarie: questo era dovuto al fatto che alcuni tra i soldati (quasi tutti coscritti) avevano identificato i carabinieri come degli imboscati/approfittatori, che grazie al loro ruolo avevano ottenuto il lusso di poter stare nelle retrovie, mentre loro andavano incontro alla morte nelle trincee, al fronte.


Tornata la calma tra i soldati della Catanzaro, il tribunale militare si occupò di punire nel modo peggiore la brigata, cioè tramite la decimazione, la variante  italiana della fucilazione: in pratica, si prendeva un soldato ogni 10 (scelti a caso dopo averli messi in riga) e lo si mandava al patibolo. Alla fine 28 uomini tra soldati, sottufficiali e ufficiali ribelli furono portati nel cimitero locale e uccisi dal plotone d'esecuzione.


Dopo il trattamento distruttivo, la brigata fu obbligata a combattere fino alla fine della guerra, venendo sciolta solo nel 1920.

Poveri diavoli...


Fonte: HistoRick