Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Chi tutto e chi niente

2020-08-10 00:26:02

Che differenze c'erano tra le donne di Atene e quelle di Sparta?

Nell'Antica Grecia la condizione femminile era generalmente agli antipodi rispetto a quella di oggi in Occidente: le donne greche, specialmente quelle delle famiglie cittadine più importanti, facevano una vita inaccettabile per gli standard moderni, sotto ogni punto di vista.


La città di Atene, celebre per il suo elevato spessore politico, economico e culturale, è anche l'esempio più lampante di misoginia e patriarcato all'ennesima potenza: le cittadine ateniesi non ebbero mai diritti politici, restavano sempre chiuse in casa a procreare figli ed erano sottoposte per tutta la vita all'autorità dei parenti maschi (padri, fratelli, mariti, figli ecc.). Le loro uniche occupazioni erano delle noie terribili: tessitura, pulizie, produzione di cibo e crescita dei pargoli che un giorno gli avrebbero dato ordini.

Per farla breve, una donna di rango elevato nell'Atene classica non era mai un'adulta agli occhi della legge e il suo unico scopo era mettere al mondo figli per un marito che, oltre a non amarla, probabilmente la tradiva ripetutamente: infatti i matrimoni erano combinati e gli uomini difficilmente provavano affetto per le mogli, più facilmente andavano a cercare "distrazioni" fuori casa.


Ma se ad Atene la situazione era alquanto deprimente, a Sparta tirava un'altra aria: le donne dell'aristocrazia spartana (spartiati) erano di gran lunga le più libere dell'Antica Grecia! 

Questo perché nella città dei guerrieri la forma fisica era incoraggiata sopra ogni altra cosa: gli spartani erano convinti che delle donne sane e forti fisicamente avrebbero trasmesso la loro energia ai propri figli, quindi le spronavano fin da bambine a fare esercizi ginnici e a non preoccuparsi di cose futili come la tessitura, le pulizie o il cibo, dato che erano tutti compiti scaricati sugli iloti, cioè gli schiavi locali.

Inoltre, dato che gli uomini erano spesso assenti (in guerra) era alle donne che spettava mandare avanti la casa e le terre di famiglia, dando ordini agli schiavi e supervisionando la crescita dei figli, almeno finché questi stavano in casa: a 7 anni  i maschi partivano per l'addestramento, mentre le femmine restavano con la famiglia.

Pare anche che le donne spartane avessero il diritto di divorziare dal marito e risposarsi con chi preferivano. Secondo le fonti, esse gareggiavano nelle stesse competizioni atletiche dei maschi ed erano le uniche donne che potevano partecipare alle Olimpiadi, all'epoca esclusivamente maschili.


Come si intuisce, Atene e Sparta erano agli antipodi per quanto riguarda la condizione femminile e pare che la maggior parte delle città-stato greche fosse più simile alla prima che non alla seconda: non per niente tutti gli stranieri maschi che giungevano a Sparta e vedevano le donne andare in giro o giocare tranquillamente semi-nude avevano delle reazioni prossime allo shock...


Fonte: HistoRick