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L'esercito americano ha avuto squadre suicide?

2020-06-07 14:17:11

Nessuno potrebbe odiare una missione suicida più di un Berretto Verde. Un soldato delle Forze Speciali, altamente addestrato, è un tesoro prezioso per gli USA e dovrebbe sempre scampare alle situazioni pericolose in modo da combattere un giorno in più.

Ma si è scoperto che l'Autorità di Comando Nazionale era disposta a gettare i Berretti Verdi in situazioni dove le probabilità di sopravvivenza erano praticamente nulle.

Al culmine della Guerra Fredda, gli Stati Uniti stavano seriamente considerando l'uso di armi nucleari trasportate negli zaini per degli attacchi tattici.

Tra il 1964 e il 1988, alcuni elementi delle Forze Speciali dell'Esercito furono addestrati a piazzare armi nucleari in territorio nemico ... a mano. Il progetto Green Light era un programma top secret che assegnava a squadre speciali di paracadutisti e di subacquei il compito di portare ordigni atomici in tutto il mondo, dall'Europa dell'Est alla Corea e all'Iran. L'obiettivo era quello di scoraggiare l'aggressione e, se necessario, fermare le forze nemiche. Mentre gli strateghi, nei loro uffici, le consideravano missioni suicide, i Berretti Verdi assegnati alle unità Green Light pianificavano sempre una via d'uscita per l'esfiltrazione. D'altra parte, se c'era qualcuno che poteva farcela, erano proprio loro.

Durante tutta la guerra fredda, gli eserciti Russi e del Patto di Varsavia sono stati numericamente superiori a quelli della NATO. Dicevano: "La quantità ha una qualità tutta sua". Gli Stati Uniti pianificarono perciò l'uso di armi nucleari tattiche per bilanciare le forze in campo.

Inizialmente il presidente Eisenhower cercò di scoraggiare un'aggressione sovietica minacciando di rispondere a qualsiasi attacco convenzionale con un attacco nucleare totale.

Il problema di una tale rappresaglia era la mancanza di flessibilità. Se le forze comuniste avessero lanciato un attacco limitato, non nucleare, il presidente avrebbe dovuto scegliere tra la sconfitta o uno scontro nucleare che avrebbe ucciso milioni di persone. Da questa considerazione emerse il concetto di guerra nucleare limitata, che prevedeva l'uso di piccoli ordigni utili per ritardare l'avanzata dei nemici.

Le unità dei genieri dell'Esercito USA progettavano di usarli come se fossero grandi mine per bloccare i passi di montagna o di farli esplodere di fronte alle formazioni avversarie per formare una barriera radioattiva.

Negli anni '50 e '60 gli Stati Uniti svilupparono diversi tipi di dispositivi nucleari leggeri. Il più piccolo di questi era la testata nucleare W-54:

30 cm di diametro e 40 cm di lunghezza, pesava circa 23 kg.

Era alimentata da un timer meccanico e aveva una potenza equivalente ad un chilotone (l'equivalente di mille tonnellate di TNT).

La B-54 Special Atomic Demolition Munition (SADM) era la versione “portatile” del W-54. Infatti era rinforzata per il trasporto aereo e schermata per non emettere radiazioni.

Le Green Light erano formate da quattro uomini ciascuna: due erano di copertura mentre gli altri trasportavano i dispositivi divisi in due parti. La testata, chiamata "la scimmia", ed il meccanismo di innesco. Una volta montati pesavano circa 70 kg.

Ai comandanti delle squadre delle forze speciali era permesso di scegliere chi dei loro uomini avrebbe ricevuto l'addestramento per armare il dispositivo. Per qualificarsi all'uso della SADM, i soldati dovevano essere attentamente controllati per assicurarsi che fossero affidabili e mentalmente stabili. Solo gli elementi migliori potevano superare le periodiche ed impegnative ispezioni di sicurezza nucleare dell'Esercito.

L'addestramento nelle tecniche di infiltrazione rendeva queste unità ideali per agire dietro le linee nemiche in modo da distruggere infrastrutture e depositi di materiale bellico. Gli obiettivi includevano i centri di comando, i campi d'aviazione, i depositi di carri armati e le batterie antiaeree.




Erano addestrate al paracadutismo, alle immersioni subacquee e in alcuni casi anche allo sci. Le SADM erano progettate per poter essere immerse fino a 60 m sott'acqua senza subire danni.

Pur riconoscendo i rischi, praticamente da missione suicida, nessuno intendeva assistere all'esplosione passivamente. Ogni squadra aveva un piano di fuga, per quanto improbabile potesse essere.

Durante gli addestramenti la sicurezza doveva essere massima e le armi da esercitazione erano identiche a quelle reali, mancava solo il "pacchetto fisico" (cioè il materiale nucleare vero e proprio). Il pannello di controllo della SADM aveva una piastra di copertura, fissata da una serratura a combinazione, con vernice luminosa per l'innesco notturno.

Le armi nucleari hanno sempre la procedura di sicurezza detta "a due uomini”. Nessuno, da solo, può armare un'arma nucleare. Le procedure prevedono che le squadre dividano fra due soggetti il codice che sblocca la piastra di copertura. Per avere successo bisognava prevedere chi sarebbe sopravvissuto, raggiungendo l'obiettivo. Immaginate una squadra che perde metà del codice e resta bloccata con una bomba atomica inutilizzabile!

La SADM non poteva essere abbandonata in caso di fallimento della missione.

Se catturata, i tecnici nemici avrebbero potuto aggirare le misure di sicurezza e attivare l'arma. La squadra doveva sempre portare abbastanza esplosivo da distruggere il B-54 e spargere il materiale radioattivo, senza generare una reazione nucleare.

La vera sfida era il trasporto:

Approcciarsi furtivamente ad un bersaglio è estremamente complicato quando si trasportano due oggetti che pesano 70 kg. Una volta raggiunto l'obiettivo, la squadra d'armamento inseriva il codice e toglieva la piastra di copertura. Con la carica in posizione "armata" veniva impostato il timer.

Ma il momento esatto della detonazione era … incerto. Un timer elettronico sarebbe stato vulnerabile agli impulsi elettromagnetici di altre esplosioni nucleari, quindi il B-54 aveva due timer meccanici che diventavano meno precisi se impostati con tempi lunghi. Questo faceva si che l'ordigno potesse esplodere già otto minuti prima del previsto come anche 13 minuti dopo.

Nel tempo che intercorreva tra l'armamento e la detonazione, la bomba sarebbe stata esposta al ritrovamento ed alla manomissione da parte delle truppe nemiche. Con le radiazioni letali che si espandono per 500 metri, sorvegliare l'ordigno era problematico ma veniva richiesto di sorvegliare l'arma fino a pochi minuti prima dell'esplosione. Questo fatto, associato all'imprecisione del timer, portava ad una sola conclusione … che possiamo immaginare.

Le squadre Green Light miracolosamente sopravvissute alla detonazione sarebbero comunque state circondate dai soldati nemici. Avrebbero avuto un posto in prima fila per l'inizio della terza guerra mondiale!

Avrebbero dovuto contare sul loro ingegno per arrivare al sito di esfiltrazione e poi sperare che una barca, un'aereo o un sottomarino giungesse a salvarli. Per questo ogni squadra sapeva che queste missioni erano un suicidio.

In molte parti del mondo e soprattutto in Europa Orientale furono comunque costruiti dei nascondigli con armi e rifornimenti da utilizzare nel caso una squadra si fosse ritrovata nei loro paraggi. Alcuni di questi siti sono stati aperti, dopo la caduta del muro di Berlino, per recuperare il materiale.

Anche se qualcuno degli uomini delle Green Light non ha mai creduto veramente che il comando militare USA avrebbe dato una bomba atomica a un paio di sergenti per poi spingerli giù da un aereo pare che, in più di un'occasione, le squadre siano state messe in allerta e siano state informate sui dettagli di alcuni obiettivi.

L'uso di questo tipo di armi in uno scenario di guerra sarebbe stato un vero azzardo. A causa del modo in cui gli americani immagazzinano e proteggono le armi nucleari, c'era uno specifico protocollo di sicurezza da attuare e questo era risaputo dai russi. I depositi di munizioni erano gli obiettivi primari per i corpi speciali sovietici (Spetsnaz). Portare una SADM dal bunker alla piattaforma di infiltrazione e poi in un'area dietro le linee nemiche non sarebbe stata una passeggiata. Col tempo gli americani hanno capito che c'erano altri “metodi di consegna” molto più pratici.

Tattiche che avevano senso negli anni '50, quando queste armi portatili furono concepite, ed erano ancora plausibili negli anni '60, quando furono dispiegate, apparvero assolutamente ridicole negli anni '80.

Le realtà operative e le sensibilità politiche degli alleati della NATO, preoccupati per le “piccole” detonazioni nucleari sul loro territorio, hanno portato allo scioglimento delle Green Light.

L'idea che il mondo si sia avvicinato così tanto all'uso delle armi nucleari sui campi di battaglia è inquietante. Per fortuna, almeno in questo caso, prevalsero le “teste fredde” ed il progetto fu abbandonato.

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Fonti:

Think Like a Green Beret: Exfil | The Loadout Room

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