Renato Poletti

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I social network sono poco credibili? Pare proprio di si….

2019-10-23 15:53:21

Secondo un tribunale la gente crede poco a quello che legge sui social, quindi si possono pubblicare cose offensive senza commettere reato. Anche Cam.TV è così?

    In queste ore sta girando la notizia di un caso in discussione in un tribunale, in breve due personaggi famosi hanno querelato una terza persona perché li aveva offesi su Twitter.

Questo è il link al sito che ho letto io, ma la trovate anche su altri:

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/offese-a-fedez-e-chiara-ferragni-i-pm-chiedono-larchiviazione-della-querela-contro-martani-sui-social-si-pu_10177097-201902a.shtml


Ora il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione, spiegando che i social network "godono di una scarsa considerazione e credibilità", quindi le persone che leggono non danno peso a quanto si scrive. Cioè: scrivi pure tutte le offese che vuoi, tanto non ci crede nessuno.


Facendo una breve ricerca in rete ho trovato un precedente, ecco il link:

https://www.ilmessaggero.it/italia/insulti_social_procura_non_reato-4145203.html


Confrontando i due articoli si nota che si tratta della stessa Procura, quella di Roma; possiamo quindi pensare che si tratti di un orientamento personale. Non è detto che in altre sedi giudiziarie la cosa venga vista allo stesso modo.

Immagine da Pixabay



Ora, io non sono un esperto legale, quindi mi fido di quanto leggo. Mi auguro però che questa tesi non prenda piede, perché secondo me il fatto che i social abbiano tantissimi iscritti è un elemento peggiorativo in caso di offese. Se io sono al bar e offendo qualcuno, mi sentono poche persone e il giorno dopo nessuna di queste si ricorda più niente; se scrivo un post offensivo su un social potenzialmente lo leggono milioni di persone, e rimane visibile “per sempre”, quindi secondo me è peggio, l’offesa è più grave.


Mi farebbe anche piacere che una stessa tipologia di reato venisse trattata con uniformità, senza differenze tra un Tribunale e l’altro. La giustizia deve dipendere dalla legge, non dalle opinioni del giudice.



Certo, visto come molte persone usano i social posso anche capire da dove deriva questo orientamento; in effetti è piuttosto diffusa la convinzione che la piazza virtuale sia qualcosa di non reale, che non ha connessioni con la vita vera. Quindi ci si può fare tutto quello che si vuole senza conseguenze, è come se fosse una vita separata.


È invece necessario rendersi conto che anche il virtuale è reale, che internet fa parte del nostro mondo anche se non si può toccare, al pari di tutto quanto è fisico. E tutto finisce a bollire nello stesso pentolone, la nostra vita.


Cosa possiamo fare noi per modificare questo modo di pensare?

Intanto trattare con le persone in rete come se le avessimo di fronte fisicamente. Io credo che tantissimi si esprimano in maniera differente, a seconda se si rivolgono a una persona fisica, o se ci sono in mezzo uno schermo e una tastiera. Ammetto che anche a me viene da fare così.

Quindi la regola è: sempre fare finta di trovarsi faccia a faccia con la persona a cui si scrive.

Immagine da Pixabay


Portando il ragionamento qui su Cam.TV mi sento di dire che abbiamo una responsabilità maggiore, rispetto a chi scrive su altri social, perché riceviamo dei like che valgono denaro vero. Il nostro dovere è quindi di stare ancora più attenti a come ci esprimiamo.


Il nostro social è ancora agli inizi, cerchiamo di mantenerlo un ambiente pulito, di fargli ottenere una fama e una considerazione diversa da quella segnalata in queste righe.


Facciamo diventare Cam un’entità a cui la gente crede.




Foto di testata da Pixabay

by Renato Poletti