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Vantaggi e limiti della dieta dei gruppi sanguigni

2019-04-02 17:38:13

"La dieta dei gruppi sanguigni o EMODIETA, come viene chiamata, è uno degli approcci salutari forse più famosi.Quando ti occupi di salute prima o poi ne senti parlare..."

Vantaggi e limiti:

"Lo scopritore si chiamava James D’Adamo, un medico naturopata che addirittura nel 1957, facendo ricerche, scoprì che i pazienti con diversi gruppi sanguigni avevano reazioni particolari e differenti ai diversi alimenti.


Ne ricavò un’ipotesi, che la reazione diversa fosse legata ad una esigenza biologica differente, cominciò a fare delle sperimentazioni con piani alimentari differenti per ogni gruppo sanguigno e scrisse un primo libro.


Il figlio Peter, medico naturopata anche lui, ha continuato le ricerche del padre, ha approfondito l’argomento catalogando le diverse malattie sempre in rapporto ai gruppi sanguigni.


A Peter D’adamo si deve soprattutto l’individuazione delle lectine speciali proteine agglutinanti, presenti nel cibo e in grado di iperstimolare il sistema immunitario creando piccoli grumi nel sangue a volte facili da espellere altre volte no.


La scoperta è stata che queste sostanze reagivano in modo diverso ai diversi antigeni presenti nei diversi gruppi sanguigni e che era possibile effettuare una catalogazione interessante.

Se la reazione era “negativa” quello che si creava nella persona era una forte “infiammazione” che apriva le porte a malessere e malattia.


Nel 1996 è stato scritto il primo libro “Eat Right 4 Your Type” che è diventato un bestseller internazionale (7 milioni di copie e tradotto in 50 paesi).

Chiunque si è occupato di alimentazione sana ha prima o poi, studiato questo approccio.


I vantaggi:

  • approccio che tiene conto delle differenze tra le persone
  • una mappa dei punti deboli e forti di ogni gruppo
  • dieta completa per ogni gruppo
  • approccio di base che funziona, nel senso che se lo segui come orientamento di base senti che il tuo corpo risponde bene all’inizio

Però nel tempo è successo che questo approccio ha iniziato a mostrare degli evidenti limiti, al dott. D’adamo stesso, che infatti ha iniziato nel tempo ad aggiustare il tiro.


Questi sono i limiti principali:

  • prende in considerazione un solo gene rispetto a tutti quelli che abbiamo (diversi miliardi), la nutrigenetica scienza recente e molto approfondita, prende in considerazione una variante molto ampia che può dare tante informazioni su predisposizioni, tendenze metaboliche, etc.
  • non considera differenze di età, sesso, abitudini di vita e non prende in considerazione la possibilità che la persona cambi e si possa evolvere e che possa modificare le sue esigenze alimentari o guarire talune tendenze infiammatorie.
  • lo schema è molto fisso, immobile, predeterminato in modo rigido.
  • mancano nozioni su come preparare il cibo, rapporto tra i nutrienti, stili di cottura, tutto è molto semplice e basico.

E questo è anche testimoniato dall’evoluzione che gli studi dello stesso D’adamo hanno subìto.

Nel 2007 infatti D’Adamo ha iniziato a parlare di Genotipi (6 diverse possibilità moltiplicate per i 4 gruppi, quindi 24 variabili invece che 4).

Molto più dei semplici gruppi sanguigni ma ancora poche per la complessità del genoma umano.


L’altra grandissima novità degli studi più recenti è il tentativo di prevedere un’evoluzione nelle tendenze che invece di essere fisse ed immutabili, con il genotipo diventano indicazioni alimentari provvisorie che una volta applicate e seguite per un pò di tempo, puoi correggere e poi rallentare o abbandonare.


Io lo chiamo il “primo approccio”, che ti da un’introduzione, che ti fa capire che non siamo tutti uguali e che per primo ha parlato di infiammazione, argomento che poi gli scienziati moderni hanno molto approfondito.


Una visione preziosa ma che non esaurisce l’argomento, mette sul tavolo tanti problemi interessanti ma va poi ampliata e superata con una visione che vada davvero a comprendere come funzioniamo (digestione, metabolismo etc.) e cosa ci sta accadendo oggi (emergenza infiammazione e invecchiamento globale)."


Articolo EnergyTraining