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Business & Finanza

L’oro è davvero italiano? L’ombra della privatizzazione.

2019-03-31 10:28:38

"La Banca d’Italia ha rivelato che solo il 48% delle riserve auree (1.195 tonnellate) sono stipate nella Sagrestia Oro di Palazzo Koch, poiché l’altro 52% (1.254 tonnellate) è immagazzinato presso i depositi di Federal Reserve, Bank of England e Banca per i Regolamenti Internazionali."

La Sagrestia Oro e i caveaux esteri

"La Banca d’Italia, però, non specifica l’esatta ripartizione dell’oro italiano fra i tre soggetti esteri: prendendo per buone alcune congetture sparse per la rete, la stragrande maggioranza dei lingotti detenuti all’estero si trovano nella sede della FED (si parla addirittura di 1.200 tonnellate), con sole 7-12 tonnellate conservate nella Banca d’Inghilterra e le rimanenti 35-47 in quella di Berna.


Di certo c’è, però, che una parte delle 1.195 tonnellate custodite a Roma non sono nelle disponibilità della Banca d’Italia: ai sensi dell’art. 30 dello Statuto del Sistema Europeo delle Banche Centrali di cui la Banca d’Italia fa parte, 141 tonnellate di oro custodite nella Sagrestia di Palazzo Koch sono virtualmente bloccate.


Questo perché la Banca Centrale Europea ha sì delle proprie riserve monetarie, ma queste sono state composte a partire dalle risorse messe a disposizione dai vari paesi aderenti all’Unione Monetaria: il 15% di questi contributi dovuti da ogni paese utilizzatore dell’euro, secondo il già citato statuto, dovevano essere corrisposti in oro: per l’Italia quel 15% corrispondeva esattamente a 141 tonnellate."

Qual è la situazione giuridica dell’oro italiano?

"Viene dato in leasing? Viene utilizzato come collaterale per prestiti istituzionali? In che percentuale? 

Alla richiesta di un operatore professionale in oro di Singapore la Banca d'Italia rispose così:


<< La presente è per informarla che, sfortunatamente, Banca d’Italia non fornirà informazioni aggiuntive [riguardo la situazione giuridica delle riserve estere] oltre a quelle già rilasciate sul suo sito istituzionale. >>

(Press and External Relations Division, Bank of Italy)


No comment !!!

Il cuore del problema: la privatizzazione dell’Istituto

"Nel 2014 il Governo approvò il criticatissimo decreto IMU-Bankitalia, norma con cui la privatizzazione e la ricapitalizzazione  della banca centrale italiana divenne realtà.


Dire che l’oro di Palazzo Koch è oro italiano (per inciso, del popolo italiano) è un puro eufemismo.


Quelle 2.450 tonnellate, o quanto in realtà esse siano, non sono di proprietà dello Stato (e di riflesso, di noi cittadini) né degli azionisti privati della Banca d’Italia che sulle riserve non possono vantare alcun diritto (e meno male!).


Al contrario di quanto riportato negli statuti delle altre banche centrali europee, le quali detengono e gestiscono le riserve auree per conto dei loro governi, il sito della banca centrale italiana recita (senza dare troppe spiegazioni):


<< La proprietà delle riserve auree ufficiali è assegnata per legge alla Banca d’Italia>>

Chi può disporre quindi di questo oro?

"Non si sa.


Esso è intoccabile ed inutilizzabile, a detta di quanto riportato dall’onorevole Vacciano (uno dei senatori ammessi a visitare la Sagrestia Oro) e pertanto le ipotesi di vendita o di utilizzo a garanzia di prestiti pubblici sono semplici speculazioni inattuabili.


Se ne possa disporre il Governatore di sua iniziativa è solo una congettura, in quanto questo potere non è specificato, ma solo lasciato sottintendere.


Se ne possa disporre lo Stato è, ahinoi, un’altra congettura: quando Tremonti nel 2009 propose di tassare una tantum le grandi plusvalenze che la Banca d’Italia aveva realizzato sulle riserve auree (tacita ammissione delle operazioni di compravendita di cui sono oggetto i lingotti?) gli venne detto di ripensarci perché l’oro appartiene agli italiani (allo Stato) e quindi lo Stato non può tassare sé stesso (semplice parata di chiappe?).


Non solo, quindi, attorno l’oro della Banca d’Italia gravitano ragionevoli dubbi riguardanti la quantità di riserve custodite all’estero e la sua situazione giuridica, ma non si sa se lo si definisce italiano perché di proprietà italiana o solo perché proveniente dall’Italia: al momento di dover sciogliere i nodi giunti al pettine, infatti, le parti hanno platealmente giocato a scarica-barile sulla questione."


Articolo completo qui DeshGold


PS: a mio avviso è importante che il Parlamento si pronunci in modo chiaro sulla quantità di riserve custodite all’estero e sulla sua situazione giuridica così come richiesto da diverse forze politiche