PNL Evolution

Founder Senior

Matrice dell'Identità e Tetralemma - PNL Master Lez. 3

2020-02-28 18:04:24

A CURA DI STEFANO MOZZETTINI E ANDREA DI GREGORIO

La matrice d’identità è un mezzo per identificare una sezione trasversale di convinzioni fondamentali su noi stessi che influenzano il modo in cui ci vediamo e ci esprimiamo.
Il Tetralemma è una tecnica che aiuta nel liberarsi da ciò verso cui ci si sente dipendenti e da cui é difficile staccarsi. L'evidenza si mostra soprattutto nei cosiddetti 'dilemma', ovvero, dove si prova una certa difficoltà nel capire cosa é più giusto fare.


Riassunto
: “dalla lezione di Andrea”:


Andrea annuncia i temi della giornata dicendo che tra la matrice del sé e il tetralemma c’è una certa continuità nel lavoro a livello di identità e convinzioni.

A questo punto inizia a spiegare la matrice del sé come un modo per descrivere come noi generiamo l’idea della nostra identità.


Per rendere più efficace la propria lezione decide di iniziare subito con una dimostrazione pratica attraverso la guida dimostrativa di un Discente, L.


Una volta identificata una matrice del Sé Andrea spiega che la matrice che definisce la nostra identità in realtà può essere modificata lavorando sulla nostra convinzione che esprime il nostro limite.

In PNL nulla è negativo di per sé; quello che etichettiamo come negativo, in realtà contiene sempre qualcosa di positivo.


Quando ci poniamo un limite dovremmo cercare la reciprocità in positivo di quello che noi abbiamo definito come nostro limite, chiedendoci qual è l’aspetto positivo del limite stesso.

Nella nostra demo bisognava chiedersi qual è l’aspetto positivo del essere invadenti: qual è la risorsa che bisogna avere per essere invadenti. Il discente ha individuato la risorsa del coraggio e dell’intraprendenza. Con questo cambiamento della convinzione provo a rivedere gli altri aspetti della mia matrice d’identità.

Avendo maggiormente coraggio sarei meno intollerante, meno « scazzato », più intraprendente e promotore di me stesso, più fiducioso e più determinato. Così il limite diventa opportunità, se visto nel suo aspetto positivo, di crescita e miglioramento di tutta la mia identità.

Avviene così una ristrutturazione delle credenze e dell’identità.


Per continuare ad operare in questa ristrutturazione abbiamo la possibilità di usare due tecniche: mettere in scena il museo delle proprie credenze per agire a livello delle emozioni e sul corpo o usare la tecnica del Tetralemma per agire a livello cognitivo comportamentale.


Per spiegare la rappresentazione scenica del museo delle credenze rappresentanti i vari aspetti dell‘identità, Andrea propone di continuare con l’esercizio iniziato con L.


L. deve scegliere fra i presenti qualcuno che sente possa essere in grado di rappresentare un aspetto della propria identità partendo dalla sua caratteristica positiva, per poi passare a ritroso in senso antiorario nelle altre sue peculiarità.


Ogni volta che individua un discente adatto, si chiede a L. di entrare nella fisiologia di un suo ricordo rappresentativo della sua parte di identità, chiedendo al discente di rispecchiarne la fisiologia cercando di dare forza rappresentativa dell’aspetto a lui chiesto di interpretare.


Una volta individuato tutte le fisiologie rappresentanti i vari aspetti dell’identità di L. elencati nella Matrice del sé, si mettono nello spazio le 'statue' dei 6 discenti raffiguranti i vari aspetti, in modo di essere ripartiti come nella matrice.


A questo punto si chiede a L. di passare attraverso le statue guardandole in fondo, percependone l’energia.


Poi si chiede che sensazione ha avuto e quale risorsa ha sentito maggiormente necessaria o mancante. L. ha individuato nel coraggio questa risorsa (la stessa individuata prima).


A questo punto si chiede a L. di ripassare una seconda volta attraverso il museo delle statue rappresentanti la matrice d’identità con più coraggio.


Una volta fatto questo gli si chiede di passare attraverso la matrice personificata dai discenti da lui scelti adottando il nuovo atteggiamento, la nuova andatura ed usando una frase o un suono che gli veniva voglia di esprimere attraverso il suo corpo, la sua bocca e tutta la sua fisiologia.


Finito ciò si chiede a L. di rivedere la statua rappresentante il suo Limite per verificarne gli effetti di questa sua nuova esperienza fisiologica.

L. ha potuto prendere coscienza che il suo Limite non era più ritenuto tale così come gli altri aspetti della sua matrice iniziavano a modificarsi dentro di lui. Così facendo sono cambiate le sue percezioni con conseguente modifica della sua prospettiva di quei valori che ora sono in grado di dargli il permesso di vedere le cose in un modo diverso.


Facendo questo lavoro su sé stesso L. vive l’esperienza che dando meno importanza alle sue convinzioni, esse possano modificarsi cambiando così anche i valori e, dulcis in fundo, la sua personalità.


Per potenziare ulteriormente la ristrutturazione della convinzione limitante Andrea propone un’altra tecnica cognitivo-comportamentale: Il  Tetralemma, cioè darsi la possibilità di vedere le cose da quattro diversi punti di vista invece di rimanere nel Dilemma (che ci mette nel conflitto interno del non poter realmente scegliere)


Ciò a cui resisti persiste. (Fu Carl Gustav Jung, ormai un secolo fa, ad affermare che le cose alle quali resistiamo non solo persistono, ma si ingigantiscono.)



Il tetralemma di Nagarjuna:

OGNI COSA È REALE

OGNI COSA NON È REALE

OGNI COSA È SIA REALE CHE NON REALE

OGNI COSA È NE REALE NE NON REALE


DA CONTRAPPORRE ALLA NOSTRA TENDENZA A RENDERE REALE E A COSIZZARE OGNI CATEGORIA DI COSE COME SE ESISTESSERO A SÈ STANTI.


Possiamo così vedere ogni cosa e trovare delle circostanze ove ogni definizione è vera, non lo è, lo e è non lo è o non lo è mai. Impariamo quindi a relativizzare le nostre credenze senza dargli troppo valore e importanza effettuando così una messa in dubbio di qualcosa che definiamo in noi stessi come certa.


Lasciare andare le convinzioni limitanti attraverso il Tetra Lemma:

tratto dal lavoro di Stephen Gilligan basa sulla pratica buddista del non attaccamento alle costruzioni mentali che utilizza il cosiddetto Tetra Lemma (un metodo per andare oltre i dilemmi creati dal tipo di pensiero bipolare).


Dimostrazione dell’applicazione del Tetra Lemma:


Nessuno è vero


X è vero

Il contrario di X è vero


Entrambe sono veri


Ove X è rappresentato da un dilemma che si verifica a livello di identità e che ci tiene intrappolati in una lotta, ambivalente o conflitto interiore.


Si parte dallo stato COACH, ovvero un stato ove mi sento centrato, aperto, partecipe con consapevolezza, connesso, presente ed in contatto con me stesso.
Questo stato lo si porta in ogni singola posizione delle 4 previste dal Tetralemma allor quando si pensa a delle possibili circostanze ove ognuna delle affermazioni del Tetralemma può essere ritenuta vera. Alla fine si esce in iV a posizione per divenire consapevoli di quello che si è appreso da questo esercizio.


La tecnica del tetralemma ci dis-identifica facendoci concepire l’idea che noi non siamo in realtà ciò che facciamo o che decidiamo di fare e che non esistono dilemmi su ciò che è giusto o non è giusto scegliere o fare, qualsiasi scelta noi possiamo concepire sarà utile per la nostra missione. L’ambiente non è altro che una grande palestra piena di opportunità utile alla nostra crescita personale.

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