La resina che fuoriesce dal tronco del Lentisco contiene infatti un olio essenziale oltre a tannini, acidi organici, alcoli triterpenici e una sostanza amara chiamata masticina. Tali sostanze conferiscono al mastice di Chios proprietà emollienti, espettoranti, antinfiammatorie, antibatteriche, antimicotiche e cicatrizzanti. Il Mastice di Chios, usato da solo o in combinazione con malva e altea, è utilizzato per calmare la tosse e soprattutto nel trattamento dei disturbi dell’apparato gastrointestinale tra cui bruciori di stomaco, infezioni da Helicobacter pylori, reflusso gastroesofageo, ulcera gastrica, gastrite e diarrea. Grazie all’azione antisettica, la resina di lentisco è utile anche in caso di infiammazioni del cavo orale, per profumare l’alito e per prevenire la formazione di placca dentale. Non a caso, il mastice di Chios è usato per produrre gomme da masticare e paste per le otturazioni dei denti nonché dentifrici e collutori. Il mastice di chios è una resina prodotta dal lentisco (Pistacia lentiscus), arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae. Il lentisco è un albero che può raggiungere anche i 4 metri d’altezza, caratterizzato da un tronco tortuoso, foglie scure e coriacee e fiori profumati disposti in spighe. Il periodo balsamico è in primavera quando vengono praticate le incisioni sulla corteccia, da cui poi sgorga un secreto che coagula in nodi rotondeggianti o lacrime, trasparenti, gialle, con odore balsamico e sapore acre e amaro; una volta raccolta, la resina viene riposta in contenitori di vetro chiusi ermeticamente. La resina fuoriesce dalle incisioni dopo circa due settimane e, a contatto con l’aria, si rapprende, formando delle “lacrime” trasparenti, giallastre e profumate. Curiosità: Il Lentisco era consacrato in Grecia a Dictymna, una ninfa di Artemide, che si adornava della pianta e siccome facevano lo stesso le vergini elleniche che la volevano imitare, il Lentisco è diventato simbolo di Purezza e Verginità.
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