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Da loro possiamo solo imparare

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Il Geco

2021-01-25 08:42:46

Una delle capacità dei gechi di rimanere “incollati” a muri e soffitti o di aggrapparsi a una foglia durante una caduta, è data dall’interazione tra le migliaia di setole presenti sul palmo delle zampe di questi rettili e la superficie di contatto.

I maschi sono più grandi e robusti delle femmine. Ha la testa grande e il corpo appiattito coperto di tubercoli che gli conferisce il tipico aspetto ruvido e spinoso. Di colore bruno-grigiastro ha il muso appuntito gli occhi rotondi e grandi e la pupilla verticale. E’ dotato di ampi cuscinetti sulle dita che lo rendono veloce, agile e gli consentono di arrampicarsi facilmente sui muri e i soffitti. Tende a delimitare il suo territorio che poi difende combattendo eventuali invasori.
Si nutre di insetti come Coleotteri, Ditteri, Imenotteri, Isopodi, Lepidotteri, Scorpioni che caccia e cattura con la sua lingua appiccicosa. E’ in grado di amputarsi volontariamente la parte finale della coda attraverso al contrazione dei muscoli. Di solito ricorre a questo stratagemma per distrarre o sfuggire ai predatori. La coda poi ricresce successivamente.  Il suo habitat naturale è dato da pietraie, cave, muretti a secco, cumuli di legna. Spesso si rifugia anche nelle abitazioni. In molte regioni italiane la presenza di un geco in una casa è considerata come portafortuna. Si muove principalmente lungo i muri e le pareti grazie alle dita dotate di cuscinetti che fungono da ventose.
Il corpo del geco, che può raggiungere una lunghezza compresa tra i 10 e i 16 centimetri, è tozzo, appiattito e ruvido in superficie, per la presenza di tubercoli conici presenti su dorso e coda, di colore grigio marrone.
Una particolarità del geco è quella di cambiare colorazione durante la giornata, assumendo sfumature più o meno scure per facilitare la termoregolazione e migliorare la mimetizzazione con l’ambiente circostante.
Un’altra caratteristica curiosa riguarda le zampe, capaci di sostenere il corpo del geco al soffitto grazie alla struttura a cuscinetto provvista di lamelle, che consente un effetto ventosa su tutte le superfici, comprese quelle lisce.
Delle cinque dita delle zampe del geco, infatti, solo il terzo e il quarto dito sono dotati di artigli per arrampicarsi e nessuna secerne sostanze adesive.
La capacità dei gechi di rimanere “incollati” a muri e soffitti o di aggrapparsi a una foglia durante una caduta, è data dall’interazione di  migliaia di setole presenti sul palmo delle zampe di questi rettili e la superficie di contatto.

Il geco non è pericoloso, anzi, questi animali sono particolarmente utili poiché si cibano di insetti fastidiosi come mosche e zanzare, oltre a moscerini e falene.
Un solo geco è in grado di mangiare fino a duemila zanzare in una sola notte, rivelandosi molto più efficace di qualsiasi altro rimedio contro questi insetti.
Inoltre, il geco porta fortuna e trovarne uno nella propria abitazione è considerato di buon auspicio, motivo in più per non mandarlo via e non fargli del male.
Forse non tutti sanno che riescono ad attaccarsi e staccarsi in qualsiasi superficie senza la necessità di usare secrezioni adesive, per questo riusciamo a vederli sulle pareti, nel soffitto, su una minuscola foglia e via dicendo. Il segreto sta nella forza di Van der Waals, dal nome dello scienziato tedesco che l’ha identificata per primo. In pratica è un’attrazione che si verifica tra le molecole, il geco ha dei minuscoli peli delle zampe. Una singola zampa può sostenere un peso pari a 20 volte quello del geco. I peli sono in tutto 2milioni, immaginate quindi perché possono zampettare facilmente da un soffitto all’altro.
Questi rettili possono resistere a una forza di trazione pari al peso di circa 2 kg il che consente loro di aggrapparsi a una foglia dopo una caduta toccandola con una sola zampa.
Un’altra curiosità è che sono gli unici rettili a emettere un verso che non è il comune sibilo. Infine alcune specie si generano per partenogenesi, ovvero le femmine sono capaci di riprodursi senza accoppiarsi con il maschio. Ancora, grazie ad un processo di autotomia, mediante la contrazione di muscoli appositi, il geco è in grado di amputarsi volontariamente la coda. Questo processo gli ritorna utile per distrarre i predatori e quindi liberarsi di loro senza correre il rischio di essere mangiato. La coda successivamente ricresce velocemente e della stessa lunghezza.

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