Sergio Milano
Founder Starter
Ma le mura servono solo a delineare un volume? Come posso far diventare le mie alleate “attive” le mura nell’eterna sfida tra climatizzare un ambiente e le escursioni termiche esterne? Come ho avuto modo di scrivere nell'articolo che parla dei benefici che ci può dare il sole; https://www.cam.tv/partcomitlavoro/blog/vi-siete-mai-chiesti-perche-le-cascine-venivano/PID0EECD3?shun=partcomitlavoro se sappiamo gestire al meglio i benefici che ci portano le fonti che riceviamo in modo gratuito tutti i giorni dall’ambiente, la nostra perenne sfida con le condizioni climatiche che si alternano nel corso delle stagioni possono risultare meno gravose. Le mura all’inizio del secolo venivano realizzate con i materiali inerti presenti sul luogo, solo alcune parti venivano realizzate con mattono fabbricati, questo perché le fonti per la cottura della terra per realizzare i mattoni erano costosi e necessari per il riscaldamento degli ambienti nei periodi invernali. In parole povere, o si cuocevano i mattoni oppure si metteva la legna nella stufa per cuocere il cibo e scaldare gli ambienti. Per tale motivo le mura venivano realizzate in gran parte con le pietre e solo alcuni dettagli realizzati con i mattoni: Questa tipologia costruttiva permetteva di realizzare muri che sostenevano il peso dei piani della casa e del tetto, con l’introduzione del calcestruzzo questa soluzione costruttiva è stata sostituita dalla soluzione detta in gergo “di tamponamento”, infatti realizzando uno scheletro in calcestruzzo e ferro di armatura, il muro aveva solo il compito di chiudere gli spazi che rimanevano tra i pilastri e le solette. Con il passare del tempo i muri di tamponamento sono stati assottigliati per recuperare volumi interni della casa, spazi che potevano essere venduti per permettere di recuperare in parte il costo del terreno edificabile che stava aumentando in modo esponenziale. I muri così passano in poco tempo da strutture portanti imponenti che possono arrivare fino a 100 centimetri di spessore a muri di tamponamento da 25 centimetri di spessore, formati da due “tavolati” di mattoni bucati con un foglio di isolante intermedio. Questa tipologia di muro e stata adottata nella seconda metà del 1900, la gran parte degli immobili presenti sul territorio italiano e stato costruito con questa tecnica costruttiva. Con l’aumentare del costo delle materie fossili destinate al riscaldamento degli immobili, la tecnica di costruzione degli edifici è stata modificata dall’esigenza di abbassare i costi di gestione degli immobili, questo ha permesso di sviluppare soluzioni costruttive innovative che riescono ad apportare un contributo attivo alla gestione della climatizzazione degli edifici. Nasce in questi anni il “sistema a cappotto”, questa soluzione innovativa permette alle pareti di trattenere il calore interno e rilasciarlo lentamente, questo rilascio graduale del calore permettendo di allungare lo sfasamento termico e limitare le accensioni degli impianti di riscaldamento. In poche parole la massa in laterizio del muro assorbe calore, il rivestimento a spessore posizionato all’esterno lo trattiene evitando la dispersione nell’ambiente, così il muro rilascia in modo lento e continuo il calore all’interno, questo permette ai locali riscaldati di tenere la temperatura ideale più a lungo. Inoltre il cappotto essendo come una coperta omogenea posizionata sull’intero involucro, evita che siano presenti ponti termici, elementi non isolati che conducono il freddo all’interno dei locali, situazioni facilmente individuabili dove si formano le muffe all’interno dei locali riscaldati. La soluzione del cappotto porta molti altri benefici quali: Evita l’umidità che si viene a formare tra il muro caldo interno ed il muro freddo esterno Permette di coprire tutta la struttura in calcestruzzo evitando di tenere parti scoperte che possono portare freddo in casa Mettere in quiete termica la struttura per fare in modo da non avere dilatazioni differenti tra i vari materiali
Sergio Milano
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