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Parole alla Poesia.

La cucina del cammino

2021-05-31 07:25:09

Cosa si mangia durante un cammino? Cibi semplici, certamente. Trovate in questo articolo qualche pensiero e il link a una ricetta.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos'altro ti aspetti? (C. Kavafis, Itaca)

Giustamente errare, anche in cucina

Cari amici,
Quali sono le scoperte che si fanno nel cammino?
Si scoprono cose nuove, paesaggi, atmosfere, si incontrano persone?

Certo che sì!

Ma la scoperta è innanzitutto e soprattutto di noi stessi, della nostra capacità e attitudine alla TRASFORMAZIONE!
Il viaggio si fa, certo, è indispensabile.
È interessante la realizzazione materiale delle cose, ma lo è almeno altrettanto il progetto. Anzi, lo è di più, ma non ha senso dire di più o di meno, perché è inscindibile: si fa quel che si è imparato (progetto), ma si impara facendo.

Preferite il ruolo dell’architetto o del muratore? (vi collego qui al sonetto "L'arte" del Belli, su questo tema)

Io direi entrambi, architetto e muratore!

Il muratore realizza il progetto, ma senza il progetto il muratore non può che mettere pietra su pietra, senza sapere cosa e come.
Se non ci fosse l’architetto che pensa la casa, la casa non si realizzerebbe, così come non si realizzerebbe senza il muratore che la edifica!

Emerge una dualità inscindibile per fare una casa: architetto e muratore.
Se vogliamo riferirci alla tradizione gnostica, Pleroma e Creatura, il respiro intelligente del mondo e le cose nella loro consistenza, così come sono nella loro materialità manifesta ma priva di anima.
Oppure, mappa e territorio. Quello che pensiamo di essere (mappa) e quello che siamo (territorio).
O ancora uomo e cucina! Nascono e crescono insieme.

Cosa si mangia e quando, se stai camminando lungo un percorso di pellegrinaggio come la via Francigena o il Cammino di Santiago?

Ciascuno ha ovviamente i suoi modi, io vi dico il mio.
Parto dal pasto della sera, di fatto per me l’unico. Perché la mattina e durante il giorno si è talmente impegnati a camminare e trascinare lo zaino, che un impegno eccessivo della digestione sarebbe solamente un disturbo. Tutta l’intenzione è rivolta al cammino, a procedere.
Ovviamente, non trascurando incontri e relazioni, anzi, rendendosi per questo più disponibili; ma certamente non dando spazio al cibo più di quanto necessita al sostentamento.
Lo spazio che il cibo apre all’accoglienza e al godimento, invece, si concede la sera.
Quando, arrivati dopo il cammino del giorno, normalmente molto stanchi e affaticati, magari dopo aver attraversato ore di pioggia o altri disagi, si cerca l’alloggio, lo si trova, ci si sistema e ci si lava, si è pronti per abbandonarsi al piacere di una buona cena e alle relazioni collegate, con eventuali altri ospiti, con le persone intorno, con le cose.
Spesso, i cibi che confortano in queste situazioni sono una zuppa calda, una polenta fumante con formaggio, delle verdure cotte. Cibi molto semplici, cibi da casa o da trattoria.
Quelle di viaggio non sono ricette ricercate ed elaborate, sarebbero totalmente fuori contesto!
Il quadro che viene definito dal cammino impone questo tipo di stile al cibo del viaggio, a mio parere. Non è tempo di gozzoviglie o di appesantire il corpo, ma di scaldare la volontà ed alleggerire l’anima.
Durante il giorno altre forme del cibo sono importanti. In questi frangenti il corpo stesso chiama e chiede: acqua, zuccheri, fibre. A volte è un cibo anche solo per distrarsi, un pezzetto di cioccolata per deviare il pensiero dall’insistere sulla percezione della fatica. Spezzarla con un momento dedicato al cibo aiuta a fare passi, a macinare metri e poi chilometri.

C’è anche il cibo del miracolo.

Durante il cammino mi sono stati offerti degli alimenti “miracolosi”, come ad esempio due arance da un ragazzino che teneva un banchetto di frutta, o una pizza da una sconosciuta che mi ha incrociato in auto (un episodio chiave questo, per la realizzazione del mio cammino, come racconto nel libro), che sono valsi infinitamente di più di quanto la loro materialità potesse dire.
Per me l’alimentazione è sostanzialmente un fatto di Relazioni, e non di nutrienti.

Questo, durante il viaggio in cammino, si presenta con evidenza chiarissima.

Ma voglio ora condividervi una ricetta, che si ispira al viaggio.

Grazie per seguirmi su questo canale!

Il 24 giugno alle ore 17.30 pubblicherò qui il link per poter acquistare il libro "Giustamente errare", che raccoglie pensieri e memorie dal viaggio compiuto lungo la via Francigena, nel gennaio 2007, da Fidenza a Roma in solitaria.

(L'immagine in copertina è tratta da pixabay)

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