Paola Petrazzo

Top Founder Executive

Paola Petrazzo

Top Founder Executive

PER COLPA DI CHI?!(...Il mondo è ammalato...ma per colpa di chi?...)

2018-10-26 12:44:27

Questa è la storia di 4 persone, chiamate OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO e NESSUNO. C'era un lavoro importante da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO lo avrebbe fatto. CIASCUNO poteva farlo, ma NESSUNO lo fece, QUALCUNO si arrabbiò perché era il lavoro di OGNUNO. OGNUNO pensò che CIASCUNO potesse farlo, ma NESSUNO capì che OGNUNO l'avrebbe fatto. Finì che OGNUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che CIASCUNO avrebbe potuto fare.Leggendo alcuni casi di cronaca nazionale e locale di questi ultimi tempi la sensazione che ho provato è un po' quella della storiella qui sopra...una ragazzina di dodici anni decide che la soluzione dei suoi problemi consista nel DEFENESTRARSI, ci pensa, medita e prende una decisione, determinata al punto da scrivere le lettere di addio un paio di giorni prima di compiere quel gesto estremo e la responsabilità non si sa di chi sia...oh sì! La si cerca... si punta il dito ma per lo più contro entità abbastanza astratte da rimanere impunite...la società, la scuola, i bulli, le famiglie...poi, grazie a Dio, la ragazzina non si è fatta praticamente nulla dal punto di vista fisico e bastano 48 ore perché tutte le voci indignate, tutte le dita puntate, i cori di sdegno si acquietino e il carrozzone vada avanti come nulla fosse accaduto.Questa volta, come genitore, mi prendo la briga di gridare il mio NO e di fermarmi a riflettere e a cercare di meditare insieme a chi avrà voglia di leggere una posizione che potrà sembrare scomoda ma che come una medicina amara va trangugiata e pregar Dio che funzioni almeno a muovere qualche neurone assopito o fin troppo ammaestrato a rispondere ai comandi dello schermo televisivo.Comincio dicendo che avere un figlio è una scelta, un dono, un'opportunità ma soprattutto una RESPONSABILITA' che dura per la legge italiana almeno dal concepimento al diciottesimo anno di età del pargolo, è un LAVORO A TEMPO PIENO, senza riposi, senza ferie, senza permessi, senza se e senza ma, indipendentemente dalla quantità di impegni ulteriori della giornata di un genitore.Diventare padre e madre, per scelta e per amore, è l'esperienza più elettrizzante che possa capitare nella vita, totalizzante, a volte le emozioni possono sopraffare i neo genitori ma, a parer mio, deve essere sempre chiaro che da quel momento in poi ogni nostro gesto , ogni nostra parola e ogni nostro atteggiamento sarà studiato, vagliato e immagazzinato da un individuo che da noi imparerà a relazionarsi con il mondo che lo circonda.Tornando sui fatti, la ragazza si lancia e cosa succede? La mamma non sa nulla, la scuola nemmeno, i compagni muti ed increduli e gli inquirenti pare che sequestrando cellulari, computer, tablet nella disponibilità della minore non trovano nulla....STOP...i SISTEMI DI CONNESSIONE MULTIMEDIALE nella disponibilità della minore e qui voglio uscire dal caso specifico del quale è giusto che se ne occupi chi di dovere (persone certo più informate e qualificate di me) per percorrere la strada dissestata che porta alla responsabilità genitoriale.Una delle più belle invenzioni degli ultimi cinquant'anni, a mio avviso, è il WORLD WIDE WEB, la rete mondiale che permette nel tempo impiegato a pigiare un tasto di ottenere qualsiasi informazione possibile ed immaginabile; uno strumento meraviglioso che da' accesso libero e gratuito a praticamente tutto lo scibile umano del presente e del passato e che ci proietta costantemente nel mondo del futuro. Ho usato volutamente il termine STRUMENTO perché, in quanto tale, è necessaria una certa perizia nel maneggiarlo e così come mettere un aereo carico di passeggeri nelle mie mani inesperte equivarrebbe a creare un incidente con centinaia di vittime, così permettere l'accesso libero e non vigilato di un minore ad internet equivale a mettergli in mano un fucile mitragliatore carico senza sicura, in mezzo ad una folla di persone...e il paragone non è esagerato...

Il lato oscuro della rete è composto da una melma vischiosa fatta di violenza, pornografia, di persone che pensano che, trovandosi al riparo di uno schermo che sembra garantire l'anonimato, possono pubblicare sotto varie forme ogni genere di nefandezza che può inquinare le menti curiose ed assetate di conoscenza dei giovani che si affacciano al mondo digitale.

Quando i nostri figli cominciano a muoversi nel mondo noi siamo lì pronti ad incoraggiarli, a tenerli per mano, ad avvertirli dei rischi, a guidarli e anche a proteggerli dai pericoli che potrebbero trovare sulla loro strada; ciò non accade quando li vediamo affacciarsi al mondo digitale, forse perché ci sembrano grandi, o perché crediamo che sappiano già tutto o forse (Dio non voglia) per noncuranza...perchè è più semplice accendere la tv, le console di gioco, il computer o il telefonino ed utilizzarlo come balia così i bambini non ci danno noia e possiamo prenderci una tregua dalle richieste pressanti di cura e di attenzione.

Continua allora a girarmi nella mente un'osservazione, secondo me molto acuta, di un giornalista che scrivendo su vari casi di violenza che vedono coinvolti i minori parlava di un possibile “reato” di OMISSIONE DI CONTROLLO.

Filmano, commentano, pubblicano, diffondono, condividono, senza che nessuno verifichi ciò che fanno, a meno che non succeda qualcosa di grave...ma mi permetto di dire che dietro ognuno di questi minori ci sono almeno un pafre e/o una madre adulti e maggiorenni che, bene che vada, si chiedono se hanno il diritto di controllare i cellulari dei propri figli.

NO, non abbiamo il diritto, sono certa, più che sicura che abbiamo il DOVERE di controllare cosa fanno i nostri figli, perché non può esistere un diritto alla riservatezza laddove un minore con il proprio comportamento leggero o imprudente può nuocere a se stesso o ad altri, minore che non è in grado di valutare le reali conseguenze del proprio comportamento nel breve, medio o lungo termine.

Non è un bellissimo ruolo quello del gendarme e forse non è così che va interpretato e vissuto il necessario controllo che va esercitato nei confronti di chi si trova sotto la nostra responsabilità ma credo che educare implichi anche una certa forma di vigilanza che sarà stretta e marcata all'inizio di una nuova esperienza fino a trasformarsi col giusto tempo (individuale e non standardizzabile) nel pieno e libero godimento della nuova abilità acquisita; l'abbiamo fatto molte volte mentre i nostri figli crescevano, basti pensare alla prima volta che abbiamo messo loro in mano un coltello quando volevano imitare il nostro comportamento a tavola...abbiamo cominciato da un'imitazione di posata per lo più di plastica e assolutamente inadatta allo scopo (tagliare) per arrivare a maneggiare il temuto coltello da bistecca munito di lama seghettata; (e a volte ci sono voluti anni prima che fossero riusciti a conquistare la nostra fiducia sulle loro capacità)...allo stesso modo dovrebbe funzionare con gli strumenti tecnologici sempre più evoluti che maneggiamo quotidianamente.

Un capitolo a parte meriterebbe l'esempio che noi stessi diamo, quanto siamo dipendenti dalla rete, dai social network e dalla televisione? E allora quanto poco controllo possiamo esercitare se noi stessi siamo fuori controllo? Con quale autorità possiamo cercare di educare i nostri figli quando le nostre rimangono parole vuote e ci contraddiciamo ai loro occhi con i nostri comportamenti?

Questo è il punto della responsabilità, dell'omissione di controllo, secondo me, viviamo chiusi nelle nostre piccole gabbie, il mondo che ci circonda non è affare nostro, non spetta a noi verificare ciò che ci accade intorno e questo purtroppo capita anche quando sono coinvolti i nostri ragazzi.

Riapriamo gli occhi e lasciamoci coinvolgere dal mondo, sentiamoci in dovere di essere vigili e di correggere quei comportamenti inadeguati che in vario modo entrano nelle nostre case. Ricominciamo ad essere censori prima di tutto con noi stessi per poi essere credibili nel momento in cui eccepiamo qualcosa nel comportamento di chi ci sta intorno; non sarà garanzia affinché nessun dodicenne si butti di sotto o perché il bullo di turno non prenda in giro il debole della situazione ma almeno torneranno ad essere episodi marginali, ampiamente arginati da una generazione educata a fronteggiare a testa alta i comportamenti lesivi della dignità altrui perché forti nei propri valori fatti di rispetto, di condivisione, di libertà e soprattutto di MODERAZIONE.

Per i credenti la garanzia di essere nel giusto arriva sempre dalla Sacra Scrittura, guida certa da consultare quando il dubbio si affaccia nelle nostre menti e allora ascolteremo il passo della lettera ai Galati che parla del comportamento da tenere con chi “sbaglia”: “fratelli anche quando uno sia sorpreso a commettere una colpa, voi, che siete guidati dallo spirito, correggete costui con spirito di mitezza; e tu abbi cura di te stesso affinché tu non abbia a soccombere tu pure nella tentazione...finchè ne abbiamo il tempo pratichiamo il bene verso tutti ma soprattutto verso coloro che appartengono alla nostra stessa famiglia della fede...” Galati 6:1-10; e pensando all'educazione dei nostri figli ci ricorderemo di Efesini dove San Paolo ricorda: “Figli obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché ciò è giusto...E voi, padri, non esasperate i vostri figli ma educateli, correggendoli ed esortandoli nel Signore. (EFESINI 6:1-4) Se poi avessimo dubbi su quali argomenti far entrare nelle nostre case e nelle nostre vite ci viene in soccorso nuovamente la lettera ai Galati (5:19-21 e 5:22-24) che ci elenca quali siano le opere della carne e quali siano le opere dello spirito: “Le opere della carne sono manifeste: sono fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizie, lite, gelosia, ire, ambizioni, discordie, divisioni, invidie, ubriachezze, orge e opere simili a queste...il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, bontà, benevolenza, fiducia, mitezza, padronanza di sé...” e quindi ci viene detto come dovremmo comportarci con i giovani in Tito (2:6) la Scrittura ci incita affermando: “...Esorta anche i più giovani ad essere prudenti in tutto offrendo te stesso come modello di buone opere...” e in Siracide (30:13) ci mette sull'avviso quasi ordinandoci: “...Disciplina tuo figlio e occupati di lui perché tu non inciampi per la sua depravazione...”

Alla luce degli episodi accaduti individuare la responsabilità diventa così necessario non per puntare il dito contro qualcuno e scaricare la nostra coscienza ma per additare noi stessi chiedendoci: “IO DOVE SONO? IO COSA STO FACENDO affinché il mio piccolo mondo ritorni ad essere un luogo sereno dove crescere i nostri giovani?”