Filomena Lamberti-Sfigura con l acido
Filomena Lamberti: «Io, che non ho avuto giustizia»Il 28 maggio 2012 il suo ex marito la sfigurò con l'acido, dopo 30 anni di violenze e divieti. Ed è uscito dal carcere prima che lei fosse dimessa dall'ospedale. «Oggi sono finalmente una donna libera, ma nessuno ha pagato».di GIULIA MENGOLINI
Filomena Lamberti-Sfigurata con l'acido
Filomena Lamberti era una ragazza di 16 anni quando una sera, a ballare con un gruppo di amici, conobbe un uomo poco più grande di lei, Vittorio. Era la Salerno di fine Anni 70. Lui la corteggiò, si innamorarono. Dopo i primissimi tempi felici, Filomena si accorse che il suo fidanzato aveva un problema con l'alcol. Voleva aiutarlo a uscire dal tunnel, era convinta di salvarlo. Ma quella dipendenza iniziò a far emergere ed esasperare un'indole violenta che l'uomo aveva dentro di sé. Iniziarono le urla, gli schiaffi, le botte. Vittorio era ossessionato dal fatto che qualcuno potesse portargli via Filomena, perseguitato dal pensiero che lei lo tradisse. Qualunque cosa lo mandava in bestia: un sorriso di lei al barista a cui chiedeva un caffé, il solo fatto che rivolgesse la parola a un uomo che non fosse lui. Fino a quando, in viaggio di nozze, dove Filomena era incinta del loro primo figlio, Vittorio, in preda all'alcol, la massacrò di botte a casa di un amico che li ospitava perché aveva osato aiutarla con la valigia per le scale. Filomena diventò una «puttana», una che si faceva aiutare da un altro uomo.
VIOLENZE E DIVIETI
Da lì non si tornò più indietro: iniziò un'escalation di violenze e privazioni, diventata la normalità per quella donna, durata oltre 30 anni. Trent'anni di prigione, vivendo con i divieti che Vittorio le aveva imposto: non poteva per nessun motivo uscire di casa da sola, nemmeno per bere un caffè con la vicina, non poteva truccarsi. Divieti che dopo tanti anni di sottomissione Filomena iniziò a ignorare: si ribellava durante le discussioni violente, rispondendo agli insulti che lui ogni giorno le sputava addosso gratuitamente. Si iscrisse a Facebook per rintracciare una parente, nonostante lui le impedì categoricamente di farlo. Si truccò per la prima volta in occasione del matrimonio di un nipote, altra pratica impensabile per la mentalità di suo marito. Finché nel dicembre 2011, Filomena disse al marito che avrebbe voluto separarsi da lui, ma che avrebbe aspetattato il matrimonio del figlio.
LA VENDETTA CON L'ACIDO
Il 28 maggio 2012 la vita di questa donna cambiò per sempre: Vittorio prese dalla pescheria in cui lavorava dell'acido muriatico. Si svegliò all'alba e, mentre Filomena dormiva, glielo lanciò addosso. Trovò il modo per punirla, sfigurandola per sempre, costringendola a non riconoscersi più e ad affrontare 30 operazioni chirurgiche. L'aspetto più spaventoso di questa storia è che mentre Filomena era ancora ricoverata in ospedale, al Caldarelli di Salerno, lui uscì dal carcere: aveva scontato, patteggiando, una pena di 15 mesi. Così da cinque anni Vittorio Giordano è di nuovo un uomo libero: esce, lavora ancora nella stessa pescheria di famiglia. E alle Iene ha raccontato di non essersi pentito di quel che ha fatto alla madre dei suoi figli. Perché «se lo meritava».