Quella Bestia di mio Padre

Tirò fuori il cellulare che quasi rimbalzava tra le mani tremanti e compose il numero di Giulia.
«Alex! Ma dove sei?»
«Giulia, devi venire qui subito…» gridò. «Sono nel bosco, dove c’è il vecchio casolare, corri!»
«Non ho idea di dove sia il casolare, mi spieghi che succede?»
«Non c’è tempo… sono nei casini. Devi venire subito qui! La bestia… Giulia… sta per venire fuori!»
Giulia si lasciò cadere dal letto e con il solo intimo indosso uscì di corsa. «Alex, non ho idea di dove andare. Parla… urla… fai qualcosa perché possa sentirti.»
«Oh sì… mi sentirai urlare molto presto» rispose dopo un forte schianto proveniente dall’interno della struttura. Un nuovo potente colpo fece vibrare la porta d’entrata, un altro ancora la fece smuovere. Alex gridò a squarciagola il nome di Giulia, più per lo spavento che come segnalazione. Lei, tra una storta e un’altra, imprecando contro il terreno accidentato e il buio, lo raggiunse ma non ebbe il tempo di chiedergli altro perché il demone, con un’ulteriore possente spinta, si liberò dell’ultimo ostacolo verso la libertà. 
«Giulia non possiamo lasciarlo andare, farà del male a qualcuno.»
«Non mi sembra necessario attirarlo verso di noi, da come ci guarda ci salterà addosso in meno di una frazione di secondo.»

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*Immagine tratta dal film Wolfman