La dea dei flussi aerei

Compare esattamente nel primo volume, "L'Egemonia del Drago". Un breve estratto per farvela conoscere.

Meglio conosciuta come la Pantera alata, la Dea dei Flussi Aerei era la divinità che ne prendeva la forma, quella di un immenso felino munito di grosse ali nere, con cui sfrecciava nel cielo a una velocità impressionante. Era ingovernabile e chiunque avesse mai provato a cavalcarla, non era riuscito a sopravvivere per raccontarlo.  La dea, nella sua forma umana, si presentava come un’incantevole dama dal corpo perfetto e ammaliante. I lunghissimi capelli scuri coprivano la maggior parte delle sue nudità e i suoi ipnotici occhi neri non permettevano, a chiunque si avvicinasse a lei, di mantenere il controllo di sé. Per riuscire a cavalcarla bisognava coglierla alle spalle, non solo per impedire ai suoi occhi di penetrare nella mente, ma anche perché, afferrare la sua lunga chioma nera significava dare il via alla trasmutazione, conquistando così il pieno potere su di lei. Le destinazioni più remote potevano essere raggiunte in tempi rapidissimi e ogni desiderio, anche il più recondito, poteva essere esaudito. Una vera e propria miniera d’oro, insomma, tanto preziosa quanto inaccessibile. La sua dimora era l’aria, il flusso del vento la sua casa, atterrava al suolo solo quando doveva riposare o dormire ed erano proprio quelli i momenti in cui si poteva tentare di assumerne il controllo. Ma è inutile dire che nessuno vi sia mai riuscito. Ancor prima di essere raggiunta, la dea dagli occhi vitrei e neri penetra nella mente dell’individuo che, prima di rendersene conto, perisce per sua stessa mano, uccidendosi.
 Hartes fu l’unico sopravvissuto a un suo incontro e il solo che abbia avuto modo di narrare la sua esperienza, ma visse in una situazione mentale simile a uno shock da cui, dopo aver riferito la sua storia, non si riprese mai più.