Morena Scarani Volpi

Founder Senior

Il Santuario della Madonna delle Grazie e Santa Maria Goretti a Nettuno

2019-06-30 18:38:14

Il santuario è stato eretto nell'antico casale di proprietà dei conti Gori Mazzoleni, occupato dalla famiglia di Santa Maria Goretti dopo il trasferimento nell'Agro pontino.

Santa Maria Goretti

Nel mese di maggio sono moltissime le località che celebrano il loro particolare legame con la Madre di Dio. A Nettuno, in provincia di Roma, la presenza mariana (che precede e anzi sostiene quella di santa Maria Goretti) è legata a una rocambolesca vicenda che ha portato una Madonna a “scappare” da Ipswich su un battello quando per la furia iconoclasta seguita alla svolta anglicana di Enrico VIII la fuga in terra italiana fu la via che permise al Bambino di non finire in cenere. Difficile non cogliere assonanze con la triste vicenda di Alfie Evans…

E mentre Enrico VIII stuprava il diritto divino nell’adulterio e quello naturale nell’omicidio di stato – giungendo a violentare l’immagine di Dio perfino nelle icone sacre – l’odierno “Sistema” statale del Regno Unito si accanisce con malvagità preternaturale contro l’immagine di Dio negli Innocenti. Così al mozartiano Da Ponte risponde lo shakespeariano fantasma del padre di Amleto: «O, horrible! O, horrible! Most horrible!» – i peccati contro Dio e contro l’uomo li scontano invariabilmente gli innocenti, in particolare i bambini.


Mi avevano detto di altre statue che nel XVI secolo subirono la medesima sorte della Maestà di Ipswich: questa anzi fu privilegiata, rispetto alle omologhe di Walsingham e Willesden, che finirono in cenere. Ma la storia si reiterò anche a Penrhys, a Woolpit e in centinaia di altri luoghi di pellegrinaggio: il numero delle “Madonne fuggiasche”, in termini assoluti, è storicamente incalcolabile, mentre si stima che il volume di avventure analoghe a quella della Madonna di Nettuno sia stato tale da alimentare, a latere, un fiorente mercato di “arte sacra di contrabbando” (per essere lealisti del re) o “di salvataggio” (per dirla devotamente). Insomma, non è possibile raccogliere qui tutti gli elementi, ma vi riporto di seguito due interviste: la prima con padre Giovanni Alberti, il passionista che si è dato la briga di fare una seria ricerca sulle fonti e di offrirne i risultati in un agile libro; la seconda con Lorenza Petriconi, co-titolare della scuola di danza che ha animato il musical (nonché regista, scenografa, costumista e coreografa).


G.M. Padre Alberti, nell’ultimo numero di La Stella del Mare [il mensile del santuario dal 1909, di cui il Passionista è direttore, N.d.R.] ha fatto inserire un inno di Temistocle Signori del 1905, col quale il sacerdote-poeta celebrava la venuta della Madonna “dai lidi britanni”. A questo medesimo tema lei ha dedicato un libro, edito due anni fa e ora riproposto in una nuova edizione, il cui titolo – “La Signora dei due mari” – riserva un posto importante al mare. Perché?


p. G.A. È stata un’intuizione di quelle che talvolta vengono scrivendo: volevo metterci dentro il mare. Il mare è un po’ il protagonista di questa storia: è il mare che “sceglie” anche dove far fermare la statua.


G.M. Quanto tempo ha dedicato a questa ricerca?


p. G.A. La storia si tramanda da tantissimo tempo… Più o meno, tutto è risaputo da tutti, però ho inteso approfondire e andare alle fonti ancora reperibili, qui e in Inghilterra, a Ipswich, dove ho trovato conferme di questa storia. In tutto ho impiegato due anni.


G.M. C’è quindi una memoria, ad Ipswich? Loro sanno che la “loro” Madonna è qui a Nettuno?


p. G.A. Ipswich è una città multietnica e multireligiosa: dire “Ipswich” significa dire una marmellata di popoli. Però all’interno di questa Ipswich cristiana, cattolica e anglicana, il fatto è risaputo. Tanto è vero che sono venuti qui, negli anni scorsi, quando ero rettore del Santuario [lo è stato per otto anni, N.d.R.]: in molte personalità del mondo anglicano sono venute qui, e abbiamo fatto anche molti simposi, perché la Madonna ispira anche l’ecumenismo col mondo anglicano. Lentamente, ma molte cose si stanno muovendo. C’è stato un servizio della BBC che ha anche parlato del fatto, ma pensiamo che la maggioranza della società sia all’oscuro della vicenda: certo, la sua conoscenza andrebbe promossa, ma ci sono tuttora dei reperti toponomastici nella città, ad esempio si trova una “Lady Lane” [“Via della Signora”, N.d.R.] lì dove sorgeva l’antico santuario. A oggi le due città sono gemellate, anche se purtroppo non se ne trova traccia sulla segnaletica cittadina…


Noi siamo andati lì, coltivando buoni rapporti con la municipalità e con le comunità cristiane locali, e anche gli anglicani sono venuti qui a visitare il Santuario.