Nicola Lucarelli

Founder Starter

Come nasce? Parte seconda

2018-10-03 11:17:53

Continuazione articolo

La blockchain è una delle principali innovazioni tecnologiche legate al bitcoin. I bitcoin, come è noto, non sono regolati da un’autorità centrale. A convalidare le transazioni pensa la rete degli utenti, eliminando la necessità di una parte terza, come una banca, che elabori o archivi i pagamenti. Dopo essere state completate, le transazioni vengono registrate in blocchi sulla catena, dove vengono verificate da altri utenti. In media, un nuovo blocco viene aggiunto ogni 10 minuti. Una volta entrato nella rete, ogni computer connesso riceve una copia con la prova di ogni transazione eseguita (che dunque non si può falsificare). La blockchain insomma è il libro mastro decentralizzato su cui poggia la valuta digitale.3. Perché se ne parla tanto?“Gran parte dell’attenzione negli ultimi anni è dovuta ai traguardi di prezzo raggiunti dal bitcoin”, spiega Emiliano Palermo, vicepresidente e cofondatore del Blockchain Education Network Italia. “Per fare un esempio, a dicembre 2017, quando bitcoin aveva già superato vari record, anche se prima del famoso picco dei 20mila dollari, i posti di lavoro in questo ambito sono aumentati del 631% rispetto al novembre 2015”. E aggiunge: “Da quel momento molte aziende hanno iniziato ad investire in ricerca sulla blockchain. E banche, multinazionali e big dell’hi-tech hanno cominciato a parlarne sempre di più”.4. Esiste una sola blockchain?No, in quanto database “decentralizzato”, non è unica, ma replicabile. Anche se il termine è spesso abusato. “Oggi sentiamo parlare di blockchain private, che non sono realmente delle blockchain ma più simili ai database distribuiti”, osserva Amadori. E precisa che “per identificare la vera blockchain ora serve chiamarla open blockchain o blockchain pubblica. Le private, non sono aperte, non sono immodificabili, non sono permission less, non sono incensurabili e non eliminano i costi connessi alla fiducia”.La distinzione tra catena dei blocchi pubblica e privata poggia su chi è autorizzato a partecipare alla rete, a eseguire il protocollo di consenso e a mantenere una copia del libro mastro condiviso. Una blockchain pubblica è completamente aperta e chiunque può aderire e partecipare (e avrà la sua copia del libro mastro). Questa versione in genere usa meccanismi di incentivazione per incoraggiare più partecipanti a unirsi, come – per esempio – la possibilità di coniare moneta. Non a caso la catena pubblica più famosa è quella del bitcoin.Le blockchain private invece di solito sono su invito e obbediscono a una serie di regole inderogabili stabilite dai fondatori. Un esempio potrebbero essere quelle create attraverso multichain. In realtà ne esistono anche di miste, legate spesso a consorzi come, per esempio, Energyweb, specializzata nel settore dell’energia.

. È costosa?Le blockchain pubbliche assorbono più risorse di quelle private, perché ogni nodo deve autorizzare ogni nuova transazione prima che questa sia aggiunta alla catena, il che richiede una grande quantità di elettricità e tempo.8. Quale è l’aspetto ad oggi più complicato da spiegare?Secondo Pietro Azzara, amministratore delegato di Blockchain Italia e tra gli organizzatori prossimo forum nazionale sul tema (7 novembre al coworking Tag di Milano), “finora abbiamo firmato usando la calligrafia per farci riconoscere, adesso dovremo firmare avendo sempre con noi una coppia di chiavi crittografiche, la pubblica e la privata. E non dovremo perderle. Questo aspetto forse non è quello più complicato ma sicuramente è quello con cui presto le persone dovranno prendere confidenza”.. Qual è il valore economico?Difficile ipotizzare una cifra, ma secondo un report di Transparency Market Research, un centro studi, si prevede che il mercato globale di questa tecnologia entro la fine del 2024 avrà un valore di 20 miliardi di dollari, rispetto ai 315,9 milioni di dollari che aveva nel 2015. E poi c’è l’indotto: aziende e banche stanno facendo importanti investimenti. Secondo Forbes, la sola Ibm ha già allocato 200 milioni di dollari e 1.000 dipendenti in progetti basati sulla blockchain.6. Quali sono le potenziali applicazioni?“Ultimamente si sente parlare di blockchain come un concetto applicabile a qualunque cosa, ma non è proprio così”, osserva Palermo. “Può essere persino inutile (e costosa) se applicata in circostanze dove, altre tecnologie come un semplice database, potrebbero funzionare meglio”. L’esperto insiste sulle applicazioni notarili. “Firmiamo tutti i nostri documenti ufficiali sulla blockchain di bitcoin”. Un altro uso molto promettente, spiega, sono sicuramente gli smart contracts, i contratti intelligenti. “Ma va detto che la tecnologia si evolve molto rapidamente e in futuro potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Anche se a mio avviso il bitcoin resta l’applicazione più solida e tangibile”, suggerisce.La catena di supermercati americana Walmart ha annunciato che userà la tecnologia blockchain per tenere traccia dei prodotti freschi, dalla fattoria allo scaffale. “Gli scettici – scrive Technology Review – continueranno a chiedersi come una blockchain privata (in questo caso, un sistema progettato da Ibm) rappresenti un miglioramento rispetto ai tradizionali database online. Una blockchain non può dire se qualcuno inserisce dati fraudolenti o errati su un determinato prodotto alimentare”. L’idea del colosso dei supermercati è di individuare le fonti di malattie trasmesse dagli alimenti molto più rapidamente di quanto accade oggi. “La catena afferma che un esperimento ha dimostrato che mentre prima si impiegavano sette giorni per individuare la fattoria che coltivava un determinato gruppo di manghi tagliati, una blockchain riduceva il tempo in secondi”, prosegue la rivista del Mit.Qualche giorno fa il World Economic Forum (Wef) ha pubblicato un rapporto intitolato Building Block(chain)s for a better world, nel quale emerge che la catena dei blocchi è fondamentale per la quarta rivoluzione industriale, per “le sue caratteristiche distintive: il registro immutabile e diffuso e la crittografia avanzata, che consentono il trasferimento di di risorse tra parti in modo sicuro ed economico senza intermediari”. Per il Wef la blockchain è un’innovazione adatta anche “per affrontare le pressanti sfide ambientali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la scarsità d’acqua”. Infine ci sono i progetti delle banche basati su distributed ledger technology.

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