Nicola Lucarelli

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Capire la blockchain in 8 domande e risposte

2018-10-03 11:06:47

La catena dei blocchi è una delle tecnologie più promettenti del futuro. Ma in cosa consiste esattamente? E come potrebbe trasformare le attività quotidiane?

Una delle tecnologie considerate più promettenti per il prossimo futuro è la blockchain. Se ne sente parlare tanto, anche a sproposito. Perché come accade quando una tecnologia è nel suo stato nascente, il gergo impenetrabile degli addetti ai lavori lascia inevitabilmente aperto uno spiraglio alla confusione. Dunque: che cos’è esattamente? In che modo potrebbe cambiare la nostra vita? Per scoprirlo, abbiamo realizzato una guida in otto domande e risposte.1. Che cos’è la blockchain?Quasi tutto ciò che facciamo comporta la creazione di dati e la loro movimentazione, come per esempio le transazioni di un conto corrente o gli spostamenti di una merce. La blockchain, detta in italiana catena dei blocchi, è un nuovo modo di archiviare e “muovere” questi dati, distribuendoli su migliaia di nodi su una rete, invece che un solo database centrale. Dunque è un database decentralizzato. Chiunque sulla rete può vedere le voci di tutti gli altri, in tempo reale, ed è praticamente impossibile per un’entità acquisire il controllo dell’intera rete. In questo modo la blockchain consente di negoziare delle transazioni, senza aver bisogno di un’autorità centrale, con un risparmio di tempo e denaro, maggiori trasparenza e sicurezza, visto che utilizza sofisticati sistemi di crittografia per proteggere dati e movimenti.

Technology Review, la rivista del Massachusets Institute of Technology di Boston, definisce la blockchain “una struttura matematica per la memorizzazione dei dati in modo che sia quasi impossibile falsificarli. Può essere utilizzata per tutti i tipi di dati preziosi”. Richard Titus, esperto di tecnologia incontrato da Wired a margine di un convegno dedicato alla blockchain da Connexia, reputa che sia “il futuro del concetto di fiducia. È un software che incapsula le relazioni di fiducia tra persone, oggetti e dati”.Per Marco Amadori, amministratore delegato di Inbitcoin, società che si occupa di criptovalute, “la blockchain non è solo un’innovazione tecnica, ma anche una innovazione sociale rappresentata dal “consenso Nakamoto”. Citando Battiato fuori dal contesto, la difficoltà di comprensione del fenomeno si basa su “l’enigma del consenso, le emozionali imprese della specie”, perché il sistema non si basa su sole strutture matematiche e crittografia avanzata, ma il suo vero valore deriva dalla rete di persone che la utilizzano, che la possiedono e che ci credono”.l