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Respirazione inversa, o taoista.

2020-05-01 11:28:58

In questo estratto (5") di una lezione viene spiegata la respirazione inversa e l'uso del diaframma. Sono stati lasciati alcuni momenti di auto-osservazione per consentire la sperimentazione e la presa di coscienza del proprio respiro. Cenni anche sulla produzione di forza e sull'utilità marziale.

Il diaframma, questo sconosciuto

Il diaframma è una membrana muscolare a forma di ombrello che separa i polmoni e il cuore dagli altri organi sottostanti. E’ fissato tutto intorno all’estremità inferiore della gabbia toracica e si attacca alle vertebre lombari (la prima e la quarta) con due sue protuberanze muscolari.

Esso risulta essere assai spesso poco elastico, se non semi atrofizzato, come succede ai muscoli poco o male utilizzati. Se nell’inspirazione la sua parte centrale non si contrae verso il basso, come dovrebbe, da una parte non facilita il ritorno venoso, e dall’altra priva le viscere della giusta stimolazione e irrorazione sanguigna. Si creano così vari disturbi fisiologici, come cattiva digestione, inappetenza, meteorismo, costipazione, sangue acido e cattiva circolazione; ma anche psichici, nel plesso solare si somatizzano per esempio l’ansia, la paura, la timidezza. 

Naturalmente abbiamo bisogno di un diaframma libero di esprimersi, oltre che elastico e tonico… come dovrebbero essere tutti i muscoli che si rispettino. Aggiungiamo che secondo la famosa posturologa Françoise Mézières “non c’è buona libertà delle spalle se non c’è libertà del diaframma”, poiché se questo muscolo si irrigidisce e si accorcia, facendo sì che l’atto respiratorio rimanga confinato a livello toracico e clavicolare, altri muscoli respiratori dovranno farsi carico di una corretta ventilazione, soprattutto in situazioni di sforzo. Ne potrebbe conseguire una tensione cronica del collo e delle spalle.


La respirazione inversa

Nelle discipline taoiste, come il Qi Gong, e nelle arti marziali interne cinesi, come il Taiji Quan, si predilige una particolare forma di respirazione che, al contrario della respirazione diaframmatica naturale, non fa espandere l’addome bensì la parte alta del busto quando si inspira. Grazie al contenimento della parete addominale, la pressione verso il basso del diaframma si esplica mandando il respiro e l’energia vitale nella zona lombare. E’ questo un tipo di respiro finalizzato all’ottimizzazione dei movimenti e all’efficacia marziale. Alla fine del filmato si mostra come il respirazione inversa mantenuta in apnea provochi una forte pressione interna, anche conosciuta come manovra di Vansalva, che fa diventare l'addome forte ed elastico come un tamburo, capace di attutire e far "rimbalzare" i colpi. Si accenna anche alla capacità di questo meccanismo di generare un impulso all'azione, per alzarsi repentinamente, per esempio, o quando istintivamente ci si vuole ritrarre con un balzo da un pericolo; questo tipo di risucchio è alla base del movimento controllato e del "foot work" in una situazione di combattimento.

Con alcune varianti la respirazione inversa viene usata anche nelle pratiche di alchimia interna taoista, al fine di nutrire l’essenza vitale e di coltivare il “campo di cinabro”. Attenzione: il diaframma deve comunque scendere, non si tratta di una semplice contrazione addominale, altrimenti ci si ritrova con una respirazione insufficiente e solo toracica, che può indurre fiato corto, ansia e aggressività non controllata. 

Ad ogni modo una respirazione che si rispetti non prescinde da una certa tenuta della parete addominale, a meno che non ci si abbandoni al più totale relax.

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