Tale immagine deve essere molto precisa nella forma e nei colori e corrispondere ai modelli archetipici.
Per il Buddhista del Vajrayana la visualizzazione della divinità non è un atto magico né l’adorazione di una entità pensata in modo esteriore. È piuttosto da considerarsi come un processo di identificazione con un certo principio energetico, della cui presenza egli è convinto.
Anche nel Buddhismo esoterico si utilizza la visualizzazione come principio dell’insegnamento.
Nello Hua Tou, che è un metodo di pratica del Buddhismo Zen, si usa la ripetizione continua di una frase – ad esempio “Chi sono...? Chi sono...?” – e la si osserva con la mente, senza però cercare la risposta tramite il pensiero razionale, bensì tramite il pensiero trascendente che si sviluppa nell’emisfero intuitivo."
Estratto da "Le tre Vie del Tao", Flavio Daniele.
Seguito dell'articolo Alchimia spirituale e arti marziali: 5 modi di agire + uno!
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