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Il corpo e lo svelamento del reale

2020-12-19 16:16:38

Come l’esperienza corporea configura le modalità del conoscere: ecco perché conviene fare Tai Chi!

Mentre la tradizionale filosofia della mente sosteneva che le rappresentazioni mentali fossero astratte, simboliche, quasi-linguistiche, recenti studi hanno dimostrato che esse includono anche informazioni provenienti da diverse modalità sensoriali e motorie.

Di conseguenza la cognizione umana ‘vissuta’ dipende dal tipo di esperienza corporea, dal grado di sviluppo della cosiddetta intelligenza cinestetica e dalle diverse competenze senso-motorie acquisite, tanto da poter affermare che le modalità esperienziali siano riconducibili a schemi incarnati, e che il movimento possa configurarsi come sorgente primaria e modellatrice delle capacità cognitive. Il linguaggio umano stesso avrebbe origine dall’abilità di gesticolare (D. Kimura). 

Si tratta di un’area di indagine molto giovane e promettente a cui negli ultimi decenni si sono rivolte molte discipline, dalla filosofia alla psicologia, dalle neuro-scienze alla Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia, dalla biomeccanica alla fisica quantistica. Ciò che le accomuna è una contrapposizione verso il dualismo cartesiano, il cognitivismo, il determinismo, il computazionalismo, il funzionalismo.

I più recenti studi neuroscientifici hanno dimostrato che l’area cerebrale denominata cervelletto (cerebellum) è coinvolta non solo allo sviluppo delle funzioni motorie, ma anche in alcune funzioni cognitive, in particolare nei processi legati alla memoria e all’apprendimento. Alcuni studi sostengono che le funzioni motorie sarebbero anche all’origine del pensiero astratto e del linguaggio.

Secondo questo approccio senso-motricità, percezione e azione sono da considerarsi fondamentalmente inscindibili; emerge e viene riconosciuta quindi l’interconnessione tra movimento, emozioni, fisiologia e coscienza, infatti la percezione del mondo attraverso i sensi si abbina sempre a sensazioni corporee e ad emozioni più o meno intense.

Il soggetto, attraverso la propria consapevolezza gestuale, motoria ed energetica, produce altresì analoghe conseguenze in altre aree della propria vita, conoscenza e relazione. 

Le neuroscienze cognitive stanno cominciando a sviluppare un approccio di ricerca sempre più basato sulle esperienze soggettive del sistema senso-motorio. Vittorio Gallese per esempio esplora “vari aspetti della riflessione fenomenologica sul corpo vivo e sul ruolo da esso giocato nella costruzione della nostra realtà, e in particolare della nostra realtà intersoggettiva”, sottolineando quindi il “ruolo attivo dell’azione nel determinare il processo di significazione del mondo”, ma tenendo anche conto della peculiare conformazione fisica e abilità motoria del soggetto.

Il mondo materiale, in quanto magma potenziale, non possiede alcuna caratteristica predeterminata. I colori e i suoni non sono qualcosa che esiste nel mondo esterno indipendentemente dal processo della percezione, essi si definiscono come un determinato colore o suono solo quando entrano in contatto con le nostre strutture neurali, altrimenti sono solo vibrazioni indistinte che fluttuano nello spazio infinito (Flavio Daniele, 2005).

La scrivente, in qualità di ricercatrice esperienziale ‘sul campo’, può confermare che la pratica consapevole di determinate discipline psico-corporee può consentire la realizzazione di stati ricettivi di apertura ‘silenziosa’, spontanea e non volitiva, sul mondo fenomenico, i quali permettono di ricevere insights, intuizioni profonde, e di esperire particolari modalità spazio-temporali altrimenti inaccessibili con un approccio esclusivamente concettuale e basato sul linguaggio.

Un ulteriore campo di indagine riguardo l’interrelazione organismo – ambiente, decisamente all’avanguardia a livello internazionale, è la ricerca portata avanti dal Prof. Carlo Ventura, che sta sperimentando l’influenza dell’arte sulle cellule umane: suono, musica, ma anche arte pittorica in quanto emanatrice di radiazioni elettromagnetiche (luce), ‘informano’ l’organismo, che a sua volta risponde poiché fatto della stessa natura vibratoria.

Una questione da indagare è dunque:

può l’armonia artistica di un corpo che si muove nello spazio seguendo un movimento ordinato, un ritmo, che danza o che, per esempio, persegue la perfezione del gesto di un’arte marziale come il Tai Chi avere lo stesso effetto “allineante”, armonizzante e informativo sulle cellule che lo compongono?


Alessandra Pepe

Master Nei Dan


Il corpo e lo svelamento del reale: embodied cognition
La cognizione umana ‘vissuta’ dipende dal tipo di esperienza corporea
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