Verso nuovi orizzonti
Come fare per diventare investigatore digitale
Ogni giorno una quantità smisurata di dati e informazioni viaggia in rete facendo del web un terreno fertile anche per la scienza forense e l’attività investigativa. Nasce così la Digital Forensics.
Il quadro normativo
È la Convenzione di Budapest a sancire, nel 2001, i principi della digital forensics a livello internazionale, recepiti successivamente dall’Italia con la legge 48/2008.
Sul fronte italiano esisteva già, in effetti, un precedente normativo – la legge n. 547 del 1993 – che, sebbene piuttosto recente, necessitava degli aggiornamenti e delle integrazioni della legge 48. Viene così introdotta una serie di norme relative all’acquisizione, corretta conservazione e analisi delle prove digitali anche ai fini del loro impiego nei processi civili o penali.
Le figure professionali
Al di là dell’aspetto normativo, il proliferare dei casi di crimini informatici fa sì che si rendano necessarie azioni mirate a salvaguardare la sicurezza all’interno delle aziende, ma anche nuove figure specializzate, destinate perciò ad affermarsi sulla scena professionale. È il caso degli esperti di digital forensics. Non superano ancora quota 100, ma questa nuova generazione di professionisti, veri e propri investigatori 2.0, sarà sempre più richiesta per supportare a livello tecnico il lavoro delle Forze dell’Ordine e per operare nell’ambito della cybersecurity.
Come si diventa investigatore digitale
Requisiti e competenze
Questo consulente altamente specializzato possiede competenze di natura sia tecnica sia giuridica che spaziano da quelle del Tecnico hardware, dell’Analista di sistema, del Security administrator e del Security auditor alla conoscenza delle procedure forensi, di codici e norme che tutelano i dati personali e i patrimoni informativi, fino a un’adeguata preparazione sul crimine informatico.
L’investigatore digitale fa del metodo e della precisione il suo mestiere o, meglio, le principali armi del suo mestiere, ma dev’essere anche capace di lavorare sotto stress e in tempi celeri, quando il contesto investigativo lo impone, come spesso accade. Un’altra caratteristica che connota questo professionista è la propensione all’aggiornamento che lo spinge a tenersi informato sulle continue novità e sull’imprevedibilità del campo in cui opera. Tra le competenze di base, fondamentale è, infine, la conoscenza della lingua inglese.
La formazione
Tutto parte dalla laurea, generalmente in Ingegneria o Informatica, a cui fanno seguito corsi specifici e master in via di diffusione principalmente all’interno del contesto accademico o organizzati dalle case produttrici di software.
L’ambito professionale
Dopo aver maturato un’adeguata esperienza nel settore della sicurezza informatica, si può iniziare a esercitare la professione come dipendente di società specializzate nei servizi di sicurezza o dei corpi di polizia, oppure da libero professionista offrendo la propria consulenza ad aziende, istituti di credito, assicurazioni, uffici giudiziari, forze dell’ordine, studi legali o privati.
Sebbene questo settore venga da sempre considerato appannaggio quasi esclusivamente maschile, la previsione per i prossimi anni va in controtendenza e traccia uno scenario che vedrà le donne fortemente coinvolte in questo ruolo.