Natascia Tieri Sociologa

Verso nuovi orizzonti

Come fare per diventare giornalista

2020-01-14 14:23:37

La nostra epoca sta reinventando molte professioni, tra cui quella di giornalista. Chi vuole intraprendere questa strada, oggi, ha bisogno di coraggio e spirito di servizio ma anche di energia innovativa, concreta ed empirica.

Con l'avvento di internet la professione di giornalista ha subito dei cambiamenti ed aumentato la concorrenza. I Social Network offrono molto materiale: notizie, commenti, tweet, retweet, foto, video virali, ma anche pettegolezzi e bufale. E soprattutto a qualunque ora e in qualunque settore: dalla politica agli esteri, dalla cronaca allo sport.

In questo scenario, perfino gli uffici stampa devono adeguarsi. La parola d’ordine diventa: dialogo in tempo reale con il cittadino che chiede di essere costantemente aggiornato. E tutto è cambiato anche per i fotoreporter. Adesso, con il cellulare, tutti fotografano, fanno selfie, trasmettono video. Così l’artista dell’immagine è costretto a trasformarsi, trovare nuovi spazi, diventare sempre più bravo e più tecnologico.

Ecco qua, dunque, il mestiere di giornalista è profondamente cambiato rispetto al passato. Ma qual è l’iter da seguire per intraprendere questa professione?

Giornalista professionista

Per diventare giornalista occorre iscriversi all’albo, a garanzia dell’opinione pubblica e dello stesso lettore, e l’obbligo di appartenere a un Ordine. I giornalisti che svolgono l’attività in forma professionale possono appartenere a due categorie: quella dei Professionisti e quella dei Pubblicisti. Alla prima categoria appartengono coloro che svolgono in maniera esclusiva la professione giornalistica, alla seconda coloro che contestualmente all’attività giornalistica svolgono altre professioni. A questa distinzione corrisponde la suddivisione dell’albo in due elenchi.

Diventare giornalista professionista

Ci sono due modi per diventare giornalista professionista ed essere iscritti nel relativo elenco dell’albo:

  1. Svolgere un praticantato di 18 mesi presso una redazione giornalistica
  2. Frequentare un biennio presso una delle scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

In entrambi i casi per diventare Giornalista professionista occorre superare l’esame di idoneità professionale.

Il praticantato

Per iniziare il praticantato è bene sapere che non occorre una laurea. La legge richiede, infatti, la licenza di Scuola Media Superiore. Per svolgere il praticantato è necessario essere assunti con un contratto giornalistico e svolgere 18 mesi di attività presso una testata. Occorre, inoltre, che nel corpo redazionale della testata vi siano almeno 4 giornalisti professionisti, di cui almeno uno deve essere assunto con CCNL da giornalista professionista. Una volta assunti bisogna recarsi presso l’Ordine regionale di competenza con una copia del contratto e una dichiarazione di inizio praticantato firmata dal direttore responsabile della testata, e richiedere l’iscrizione nel Registro dei praticanti. Terminato il praticantato, è necessario frequentare uno dei corsi di formazione o preparazione teorica anche a distanza promossi dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell'Ordine. Al termine del percorso si potrà accedere all’esame di idoneità professionale e con il suo superamento si diventa giornalista professionista.

Esistono poi altre due tipologie di praticantato:

  • Praticantato da Free-lance: anche i Free-lance possono iscriversi nel registro dei praticanti purché dimostrino di svolgere l’attività giornalistica da almeno 3 anni con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con almeno due testate qualificate ad iscrivere praticanti nell’apposito registro, bisognerà inoltre indicare un tutor iscritto nell’elenco dei giornalisti professionisti. Dopo 18 mesi di iscrizione all’albo si potrà svolgere l’esame di idoneità professionale
  • Praticantato d’ufficio: si può richiedere l’iscrizione nel registro dei praticanti d’ufficio qualora il direttore responsabile della testata presso la quale si è svolta l’attività non voglia firmare la dichiarazione di fine praticantato. In questo caso, il praticante può spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno al direttore responsabile in cui richiede il riconoscimento del praticantato. Se nell’arco di 30 giorni dalla spedizione della missiva non si riceve una risposta, è possibile recarsi presso l’Ordine di appartenenza dove unitamente al modulo di iscrizione occorre allegare la ricevuta di ritorno della lettera mandata al direttore.  Inoltre, occorre indicare tre giornalisti professionisti assunti dalla testata che saranno chiamati a testimoniare l’effettivo lavoro svolto dall’aspirante praticante. In base alle testimonianze, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti deciderà se iscrivere o meno l’aspirante nel registro.

Le scuole di giornalismo

Dal 1990 c’è una possibilità in più per coloro che vogliono accedere alla professione. Con il praticantato da svolgere presso pubblicazioni edite da scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, il Consiglio Nazionale dei giornalisti ammette agli esami di idoneità, e dunque di accedere al professionismo, gli allievi che si sono formati presso le suddette scuole. Il riconoscimento di queste scuole avviene tramite documentazione e garanzie che sono fissate dal Consiglio stesso, tra queste le finalità formative, la trasparenza e l’autonomia delle fonti di finanziamento. Le scuole ammettono un numero limitato di allievi previo superamento di un iter selettivo per titoli ed esami. La frequenza è obbligatoria e a tempo pieno, la durata dei corsi è biennale. Tra di esse vi sono molte Università che si occupano della formazione al giornalismo con un master biennale a cui possono accedere i laureati provenienti da diverse Facoltà universitarie dopo aver superato un concorso.

Le scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti si differenziano dai corsi universitari non riconosciuti in quanto prevedono un vero lavoro di redazione con esercitazioni pratiche e dove gli aspiranti giornalisti vengono seguiti da un tutor. Inoltre, il praticantato è valido solo se effettuato presso le scuole riconosciute che possono documentare di aver stipulato convenzioni con le imprese editoriali per l’apprendimento pratico integrativo di quello svolto negli organi di informazione editi dalle scuole stesse. Gli allievi vengono iscritti nel registro di praticanti presso l’Ordine competente per tutta la durata del corso e al termine del quale possono accedere all’esame di idoneità professionale.

Giornalista pubblicista

Iscritto regolarmente all’albo, nell’apposito elenco, il giornalista pubblicista scrive sui giornali, collabora in tv o in radio, svolge attività di ufficio stampa in modo continuativo e retribuito svolgendo nel contempo altre attività professionali. È questo che sostanzialmente lo differenzia dal giornalista professionista. Per diventare giornalista pubblicista occorre svolgere un’attività giornalistica retribuita e continuativa per almeno 24 mesi presso una testata (web, radiotelevisiva o carta stampata) regolarmente registrata e diretta da un iscritto all’albo dei giornalisti che attesti l’attività svolta. Ai fini dell’iscrizione, è possibile svolgere la collaborazione presso più testate regolarmente registrate e che abbiano un direttore iscritto all’albo dei giornalisti. Per l’iscrizione bisogna rivolgersi all’Ordine dei giornalisti regionale relativo alla propria residenza. È necessario non avere precedenti penali, versare una tassa di concessione governativa, presentare gli articoli pubblicati e il certificato del direttore della testata che riconosca il lavoro svolto. Tra i requisiti indispensabili, vi è la documentazione dei compensi ricevuti negli ultimi 2 anni. Sia per l’importo delle tasse che per il numero effettivo degli articoli è bene rivolgersi all’Ordine regionale dei giornalisti in quanto La legge 69/1963 non ne stabilisce il numero esatto. 

Formazione continua

Il percorso da seguire per diventare giornalisti non è di certo agevole, presuppone tanta gavetta. La professione è da sempre consigliata solo a chi ha tanta passione e tenacia. Una volta raggiunta l’ambita meta, è bene ricordare che il tesserino da giornalista non è solo un “pezzo di carta” da custodire gelosamente, deve essere invece utilizzato per informare nel rispetto dei criteri deontologici della professione pena la cancellazione dall’albo. Come recita l’articolo 1 del Testo unico dei doveri del giornalista: «È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede». Inoltre, i giornalisti al pari di altri professionisti iscritti ad un albo sono tenuti all’obbligo formativo continuo seguendo corsi di deontologia professionale e di aggiornamento. I corsi sono obbligatori anche per gli iscritti da meno di 3 anni. Il nuovo regolamento che disciplina la formazione continua è entrato in vigore con la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 4 del 28 febbraio 2015. Infine, occorre sapere che la professione non ammette l’inattività, è di fatto prevista la cancellazione dagli elenchi dei professionisti o dei pubblicisti dopo due anni di mancanza di attività professionale, il termine è elevato a tre anni per i giornalisti con più di 10 anni di iscrizione.