Natascia Tieri

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"Parsifal" dei Pooh dicenta un musical

2019-08-15 08:04:41

"Parsifal" è uno dei brani deo Piih che preferisco in assoluto: ogni volta che lo ascolto mi vengono i brividi per la prefezione musicale.

Parsifal è il sesto album in studio del gruppo musicale italiano Pooh, pubblicato il 31 agosto 1973 dalla CBS.

Si tratta della prima pubblicazione del gruppo insieme al bassista Red Canzian, che sostituì Riccardo Fogli. L'album è preceduto dall'uscita del singolo Io e te per altri giorni, che avrà notevole successo nei juke box italiani, ed è presente nella classifica dei Lista dei 100 migliori album italiani secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 58. In Italia ha venduto circa 400.000 copie.

Descrizione dell'album

Contrariamente al precedente album, le tematiche affrontate in Parsifal si allontanano dai testi tardo-adolescenziali dell'album precedente. In particolar modo, il brano omonimo tratta del personaggio wagneriano del Cavaliere del Graal, che sacrificò la propria esistenza nel tentativo di redimere l'umanità. Con un'estesa seconda parte strumentale, nella quale risaltano le atmosfere orchestrali, associate alle chitarre distorte di Dody Battaglia. Originariamente, il brano era stato scritto come colonna sonora di un film. Tuttavia non se ne fece nulla e i Pooh decisero di reinventare ed ampliare il brano Contrasto del 1969 (dall'omonimo disco) per la seconda parte strumentale di Parsifal.

Il testo del brano d'apertura L'anno, il posto, l'ora coglie il momento nel quale il pilota si accorge che il suo aereo si sta per schiantare al suolo; cantano in questo pezzo a turno, Red, Roby e Dody: così era già nelle prime versioni live cui partecipava ancora Riccardo Fogli. Si tratta del brano di apertura, introdotto da Red, la seconda strofa è interpretata da Roby, la terza da Dodi, doppiato da Valerio Negrini; dopo l'inciso, cantato coralmente, il resto del brano è interpretato interamente da Dody, fino alle ultime due strofe, interpretate da Roby e Red, una a testa. Esiste una prima versione di questa canzone, del 1972, solo live, nella quale una delle strofe è cantata da Fogli al posto di Canzian, con parole completamente diverse. Il ritornello, ad esempio, non recita altro che la frase in inglese "Yesterday is gone".

Nel retro della copertina i Pooh si presentano vestiti in abiti da guerrieri medioevali, così come nel successivo tour.

Nel 2014 BTF ripubblica il disco in tiratura limitata in vinile arancione trasparente con copertina e label uguali all'edizione originale ma con l'assenza del libretto originale contenuto nel disco.

Tracce

Lato A

L'anno, il posto, l'ora – 6:45 (Roby Facchinetti, Dody Battaglia, Valerio Negrini)

Solo cari ricordi – 4:20 (Roby Facchinetti, Valerio Negrini)

Io e te per altri giorni – 4:45 (Roby Facchinetti, Valerio Negrini)

La locanda – 4:30 (Dody Battaglia, Valerio Negrini)

Lei e lei – 3:10 (Dody Battaglia, Valerio Negrini)

Lato B

Come si fa – 3:50 (Roby Facchinetti, Valerio Negrini)

Infiniti noi – 6:15 (Roby Facchinetti, Valerio Negrini)

Dialoghi – 4:40 (Roby Facchinetti, Dody Battaglia, Valerio Negrini)

Parsifal – 10:00 (1ª parte: Roby Facchinetti, Valerio Negrini – 2ª parte: Roby Facchinetti)

Commenti sulla canzone "Parsifal"


Roby Facchinetti

“È un pezzo fondamentale nella storia dei Pooh, il nostro fiore all’occhiello. Dentro c’è tutto: la melodia, la potenza, la forza della parte cantata e di quella strumentale, un assolo di chitarra davvero straordinario. Ancora oggi ogni volta che lo eseguiamo ha un successo enorme. Originariamente questa musica doveva essere la colonna sonora di un film di Bevilacqua, Questa specie d’amore. Su richiesta dell’ufficio editoriale della CGD avevo scritto tutta una serie di brani strumentali. Ci fu anche un incontro con Bevilacqua, ma alla fine decise di affidare il lavoro a Morricone. Inoltre c’era un pezzo strumentale che usavamo dal vivo già ai tempi di Valerio e Riccardo: ironizzava sui temi dei cosidetti Spaghetti Western e lo chiamavamo Un maiale per Ringo. A un certo punto, su suggerimento di Lucariello, ho provato a mettere tutto insieme ed è nata questa suite. Così, da una serie di esperienze in realtà assolutamente scollegate una con l’altra, è venuto fuori Parsifal. La cosa curiosa è che ci sono persone che non attribuiscono più il Parsifal a Wagner, ma ai Pooh. Un direttore d’orchestra, uno di quelli serissimi che fanno gli esami di ammissione al conservatorio, mi ha raccontato che una volta si presentò un candidato portando il Parsifal. "Di Wagner" domandò lui. E l’allievo, di rimando "No, dei Pooh". Non so se quel ragazzo sia stato ammesso o meno al conservatorio, ma per noi questo episodio è da libidine”.

Red Canzian

“Lo amo particolarmente perché è il primo disco che ho fatto con i Pooh. Ma al di là di questo è un brano che mi piace parecchio: io arrivavo dai Capsicum Red, una formazione d’avanguardia, e suonando questo pezzo tutto sommato avevo l’impressione di continuare a fare quel che stavo facendo prima. È un pezzo che ancora oggi mi diverte quando lo suoniamo dal vivo. Anzi, più lo riascolto, più mi convinco che per l’epoca eravamo proprio avanti. Il fatto è che la critica ci considerava poco perché avevamo infilato una serie di successi come Tanta voglia di lei, Pensiero e Noi due nel mondo e nell’anima. E qualche anno prima avevamo inciso Piccola Katy. Insomma, ci prendevano meno sul serio del Banco del Mutuo Soccorso o della PFM: loro erano stati bravi a far dimenticare che in una vita precedente avevano inciso una canzoncina come La bambolina che fa no no no. Insomma, abbiamo faticato parecchio per farci accettare. Piano piano, col passare degli anni, molti ci hanno riconosciuto di aver fatto cose egregie. Parecchi hanno ammesso di aver sbagliato, riconoscendo che Parsifal è un pezzo ampiamente all’altezza di un Concerto Grosso dei New Trolls. Il problema è che in quel periodo tanta gente considerava il successo come il fumo negli occhi, molti erano convinti che se uno vendeva i dischi era perché faceva musica di serie B. La verità è che in quegli anni c’era un sacco di gente che non sapeva suonare, gruppi formati da ragazzi con delle faccine interessanti, ma che poi in sala non sapevano fare niente: spesso i dischi erano incisi con l’aiuto di session men. Conseguentemente c’erano alcuni che erano convinti che anche noi dei Pooh non fossimo in grado di suonare davvero. Poi succedeva che qualcuno veniva ai nostri concerti e diceva: "Però, siete proprio bravi!". Insomma, il milione di copie vendute con Pensiero anziché spianarci la strada ci ha creato un sacco di difficoltà sotto l’aspetto della credibilità artistica”.

Dodi Battaglia

“Questo pezzo ha segnato una svolta importante nella storia dei Pooh. In quel periodo avevamo una certa voglia di cambiamento, volevamo sviluppare uno stile che, pur senza abbandonare la forma-canzone che ci aveva reso famosi, rappresentasse un passo avanti rispetto alle cose che avevamo fatto fino a quel momento. In quel periodo si respirava aria di cambiamento, di rinnovamento, e in queste fasi è importante sapersi guardare alle spalle, analizzare in modo critico quello che di buono arriva dal passato. Così abbiamo scoperto l’esistenza della musica sinfonica e abbiamo capito che tutti i gruppi che in quel periodo facevano quel genere definito "progressive" in realtà non avevano inventato niente: si trattava solo di arricchire il pop con elementi presi a prestito dalla musica sinfonica. Così abbiamo iniziato a scrivere brani un po’ più complessi, senza porci il limite dei tre, quattro minuti come era successo fino ad allora. Parsifal è un bell’esempio di contaminazione tra i generi, racchiude elementi melodici, popolari e sinfonici. È un pezzo bellissimo sotto il profilo strutturale. Per quanto mi riguarda, ci sono interventi di chitarra che ritengo validissimi ancora oggi. C’è un assolo che rappresenta lo spirito del mio approccio musicale: un mix di tecnica, feeling e cuore. Quell’assolo lo feci con una Junior acquistata in un negozio sulla 48esima Strada a New York”.

Stefano D'Orazio

“Per la parte cantata Valerio, che era un appassionato di lirica, pensò che l’ideale sarebbe stato scrivere un testo di ambientazione wagneriana: le fanciulle in fiore sono una citazione esplicita, ma il resto nacque dalla sua fantasia. Il Parsifal che cantiamo è un mix tra Re Artù e Robin Hood. In sala ci complicammo la vita in tutti i modi possibili, nel senso che ognuno di noi si dava da fare per cercare le soluzioni tecniche più complesse. Insomma, ci stimolavamo uno con l’altro. Il disco lo registrammo utilizzando un 8 piste. La parte più difficile fu fondere i nostri suoni con lo straordinario lavoro di arrangiamento che Franco Monaldi aveva fatto per l’orchestra. Fummo costretti a rifare il mixaggio parecchie volte, fondere assieme la sinfonica con il nostro suono sembrava impossibile. Ai tempi le tecnologie erano quel che erano, bisognava cucire tutto a mano”.

Valerio Negrini

Chiaro è il mattino che viene dall'est Ok, boys, guardiamo in faccia la situazione. La famosa macchina del tempo stavolta è impazzita. In che anno siamo? Dammi gli appunti sul millenovecentosettantaquattro! La TV a colori, Andreotti, Mago Zurlì, i Palestinesi, Rivoluzione dei Garofani a Lisbona, l'Italia riperde i Mondiali, la pillola è peccato, l'inquinamento... E invece senti quì l'odore dell'aria, sa di foresta, e poi i pesci nel fiume, sembrano giapponesi nel metrò di Tokio tanti ce n'è. E tu che sei di Bergamo, cosa ci fa un CASTELLO al posto del nostro capannone strumenti.
Com'erano le parole?
Quei cavalieri simili a Dei. Eccoli là... Così un minuto fa ha parlato l'unico di noi che riesce sempre a parlare, che meccanicamente tenta perfino di prendere la linea col telefonino palmare. Un paesaggio magico e preoccupante da Signore degli Anelli circonda le nostre facce un po' così e le nostre valigette ventiquattr'ore.
Proprio quella canzone stavamo riprovando: dice non paura nasce dentro... A forza di non andare mai in vacanza siamo caduti nella nostra musica, in una di quelle che una volta c'erano laser, timpani, fumi e cateratte. Il primo gruppo italiano nella leggenda.
Folle nell'alba tu vuoi conoscere ciò che nel bosco non c'è Il ragazzo ci osserva fra le felci, dove cominciano gli alberi grandi, dove fuori da questo strano sogno stanno caricando i camion per la tournèe.
Nato selvaggio, puro nell'anima. Zingaro che mai pulirà parabrezza ai semafori, figlio del vento e della fantasia. Vi presento Parsifal! Diciassette anni che ti nominiamo e non sei mai venuto a sentirci.
Parleranno a te di Dio, del Re... Draghi, maghi, crociate, hai più impegni di noi.
Le fanciulle fiore nel viaggio vedrai... A noi piace raccontare che tu butti alle ortiche il tuo destino sacro per il grande amore, che non ti prendi poi così sul serio come voleva Wagner. TI gusterebbe venire un po' con noi? La nostra aria fa schifo, cervi, aquile e unicorni ce li siamo giocati, ma abbiamo sempre ottimi orchi da impiccare alle loro cravatte, tu che hai classe...
Nell'aria tersa si interrompe il rumore delle cicale, il testo dice: Le tue armi al sole e alla rugiada hai regalato ormai, perchè allora quello ci prende di mira con arco e frecce? Chi ha le chiavi della macchina del tempo?..."

Parsifal dei Pooh diventa un musical

Andrea Spinelli su QN di oggi annuncia un progetto a sorpresa che vede riuniti Roby FacchinettiStefano D’Orazio per un musical tratto dal celebre album dei Pooh del 1973, il primo con Red Canzian, “Parsifal“, arrivato oltre il traguardo delle 400 mila copie vendute grazie ad hit come Io e te per altri giorni e Infiniti noi. Spinelli prosegue ricordando che Il sodalizio tra Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio nel campo teatrale va avanti; e se lavori come Pinocchio nel 2002 e Aladin nel 2010 i due li avevano condivisi a vario titolo con gli altri Pooh, alle canzoni di W Zorro del 2011 s’erano ritrovati a lavorare da soli. Ancora non si conoscono i tempi di realizzazione e messa in scena né altri particolari sul cast creativo ed artistico. E’ comunque un’interessante notizia per il ferragosto.