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Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia (Ch)

2019-08-17 09:40:14

E' una della mie chiese/abbazie preferite e in questo articolo ve la descrivo e mostro.

Sull’area dell’attuale abbazia sorgeva anticamente un tempio dedicato alla dea Venere Conciliatrice, da cui il nome San Giovanni in Venere. Il tempio era molto vasto con un ampio portico e una solenne gradinata. Gli abitanti del luogo ne andavano orgogliosi e vi si recavano per ottenere dalla dea la pace in famiglia. Tra il 529 e il 543, periodo in cui san Benedetto era ancora vivo, andarono alcuni discepoli del santo guidati dal monaco Martino: il motivo della visita era di trasformare il monumento pagano in monastero benedettino. Quindi fu abbattuta la statua di Venere e fu demolito il tempio diventato comunque fatiscente. Sulle sue rovine fu edificata una prima chiesa cristiana di proporzioni molto piccole dedicata alla Madonna e a san Giovanni Battista; venne costruita anche una modesta abitazione per i monaci. Dei primi 4 secoli non abbiamo notizie: sappiamo solo che era prima alle dipendenze prima di Montecassino, successivamente di Farfa e solo nel 1404 divenne indipendente.

La storia

Nel 973 il conte Trasmondo I nel 973 donò all’abbazia terreni, castelli e metà delle rendite del sottostante porto di Venere. Visto il periodo terrore in cui si viveva nel Medioevo e la puara della fine del mondo nell'anno del Signore 1000 molte persone donavano i propri beni per opere di carità e per la costruzione di chiese con la speranza di salvare l'anima e garantirsi un posto in Paradiso. Trasmondo II, però, nel 1017 fece donazioni ancora più consistenti e ampliò la prima chiesa. Oderisio I (abate negli anni 1059-1085) costruì il monastero, una scuola per i monaci e un’altra per il popolo, aprì una ricca biblioteca, edificò locali per l’insegnamento di arti e mestieri. 

"L’abate Oderisio II, che guidò il monastero per 49 anni dal 1155 al 1204 e che fu anche cardinale, fece costruire la grande abbazia attuale (metri 50×20). La costruzione iniziò nel 1165; la chiesa e la cripta sottostante furono arricchite di affreschi, statue e sculture. L’abbazia è suddivisa in tre navate sorrette da dodici pilastri e archi a sesto acuto e a tutto sesto. Il presbiterio sopraelevato, è incorniciato da un grandioso arco trionfale. Nella cripta vi sono alcuni affreschi databili dalla fine del XII al termine del XIII secolo e il cui restauro è stato ultimato nel 2009. Nell’affresco di destra è rappresentato Cristo benedicente in trono tra i santi Pietro e Paolo (a destra), Giovanni Battista e Giovanni evangelista (a sinistra). In quello centrale: sopra, Cristo fra i santi Giovanni Battista e Benedetto; a lato, Madonna in trono con il Bambino fra i santi Michele e Nicola di Bari. Nell’affresco di sinistra Cristo in trono fra i santi Vito e Filippo. Le colonne della cripta provengono dall’antico tempio di Venere. L’attiguo chiostro costruito da Oderisio, ha subito lungo i secoli vari interventi ma conserva ancora il suo fascino e la sua bellezza". (Fonte: sito dell'Abbazia).

La storia

La comunità benedettina nel periodo aureo era composta da oltre 80 monaci dediti alla preghiera, allo studio, all’insegnamento, al lavoro. Nell’abbazia vissero illustri personaggi. Nel suo massimo splendore l’abbazia possedeva terreni in Abruzzo, nelle Marche, nelle Puglie, in Romagna e in Dalmazia; inoltre era proprietaria di 80 castelli, di un centinaio di chiese, delle saline alla foce del vicino fiume Sangro e di alcuni porti. L’abbazia fu spesso danneggiata. L’episodio peggiore si ebbe nel 1194 con il passaggio della IV Crociata. La situazione fu aggravata da una terribile mareggiata nel 1283 e da saccheggi nel 1352, nel 1355 e nel 1381. Il catastrofico terremoto del 1456, la violenta pestilenza del 1478, le scorrerie dei Veneziani nel 1482 ne decretarono la totale decadenza e l’abbandono. Lasciata dai Benedettini nel secolo XVI, l’abbazia nel 1585 venne affidata ai padri Filippini che vi restarono fino al 1880, sostituiti dai Gesuiti dal 1609 al 1616. Nel 1873 i beni dell’abbazia passarono allo Stato. Dal 1880 al 1954 l’abbazia, che subirà gravi danni durante la seconda guerra mondiale, vive nel completo abbandono.

I passionisti

"Nel 1954 dopo ripetuti e insistenti inviti del vescovo di Chieti I monsignor Giuseppe Venturi e del suo successore monsignor Giovanni Battista Bosio vi arrivano i Passionisti che ricostruiscono dalle fondamenta la casa religiosa e restituiscono splendore e decoro all’intero complesso. L’abbazia, dichiarata monumento nazionale nel 1881, è tra i più importanti monumenti d’Abruzzo. A picco sul mare e non lontana dalla montagna, è meta di turisti, di studiosi di arte e di storia. Molti giovani, provenienti anche da lontano, la scelgono per celebrarvi il loro matrimonio. Tutti vi possono godere momenti di pace e di serenità e ammirare uno splendido panorama. La comunità passionista, è impegnata nella cura pastorale dell’abbazia, nelle missioni popolari, nell’accoglienza dei numerosi fedeli e turisti, in vari ministeri a servizio della chiesa locale e di comunità religiose". 

Fonte: sito dell'Abbazia

Il meraviglio giardino e non solo

La quercia

E' il mio posto preferito

Amo questo luogo, qui ho vissuto momenti magici con i miei amici, il mio ragazzo e i miei cugini. Mi sono divertita guardando in cielo, di notte, prendendo in giro i miei amici ufologi perchè dicevano che passavano gli UFO. Ogni tanto esclamavano "Ecco un IFO! Lo vedi? E' quello io". Ed io, scettica, rispondevo: "E' solo una stella cadente". Qui mia cugina ci ha portati per le foto del suo matrimonio.

I primi tempi andavo dalle 20.00 in poi, poi di giorno: il posto cambia. 

Vi consiglio di visitarlo, ha i suoi magici perchè.