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Musica & Danza

Quando si dice "i bei vecchi tempi"...

31/01/2020, 02:54

quando gli ospiti del Festival erano i Depeche, i Duran, i Queen, i Van Allen.. e chi più ne ha piùne metta!!!! Angolo nostalgia, Scopriamo insieme le performance "the best of " degli ospiti dagli anni Ottanta ad oggi.. non perdetevele!!!

Sul palco del Festival di Sanremo, dagli anni Ottanta fino ai Duemila, è salito il meglio (e in alcuni casi il peggio) della scena musicale internazionale. In quarant’anni sono stati tanti gli ospiti memorabili e, col senno di poi, insospettabili. Di seguito i video delle più celebri performance sanremesi.

Anni ’80

È passato molto tempo, è vero, ma è sempre spiazzante constatare l’incredibile voragine cultural-musicale che separava il Festival della Canzone Italiana dal resto del mondo negli anni Ottanta. Fa specie vedere rockstar e popstar internazionali, spesso introdotte da presentatori impacciati, esibirsi sul palco dell’Ariston piuttosto che nel leggendario Palarock (struttura costruita appositamente per ospitare band e cantanti stranieri nel 1987, ’88 e ’89) rigorosamente in playback. Ecco le migliori performance che Sanremo ha offerto durante i favolosi anni ’80.


Dire Straits, 1981
Quando arrivano a Sanremo, sono al top della popolarità. È l’onda del superbo Making Movies, uscito l’anno precedente, a portarli sul palco dell’Ariston. Mark Knopfler e soci si esibiscono addirittura in due serate.

Bad Manners, 1981

Nello stesso anno salgono sul palco i Bad Manners che con la loro esibizione di Lorraine sconvolgono i benpensanti Rai: il cantante pensa bene anche di restare in mutande e mostrare il fondoschiena ad un pubblico completamente in balia delle sue provocazioni.

Van Halen, 1982.

Nonostante il successo planetario di 1984 debba ancora arrivare, i Van Halen suonano Pretty Woman in chiave hard rock. Epico David Lee Roth, più impegnato in pose e calci volanti che a (far finta di) cantare. Un’atteggiamento che molti artisti replicheranno negli anni a venire, dimostrandosi infastiditi dal doversi necessariamente esibire in playback.

Kiss, 1982.

Momento di ilarità assoluta quando i tre Kiss (il quarto membro, Ace Frehley, sarebbe stato allontanato di lì a breve) iniziano a molestare l’imbarazzatissima conduttrice Gianna Morello. Il collegamento  con New York è un evento nell’evento e viene vissuto come tale dai molti fan italiani della band.

Peter Gabriel, 1983.

L’ex Genesis si presenta truccato e si lancia, senza preavviso, sul pubblico in platea camminando sulle poltrone. Si parla addirittura di scandalo! Certamente una simile performance non è prevista, ma se non altro Gabriel porta un po’ di pepe all’interno di una competizione tremendamente ingessata e tradizionalista.

Queen, 1984.

Avere una band di questo calibro come ospite speciale e farla esibire in playback resta ancora oggi una scelta incomprensibile. Freddie non gradisce, allontana spesso il microfono costringendo i fonici della Rai a giocare maldestramente col volume della canzone per rendere la trasmissione televisiva più credibile. Che spreco!

Duran Duran, 1985.

Duran Duran, Spandau Ballet e Frankie Goes To Hollywood nello stesso anno tutti a Sanremo: siamo in pieno delirio new wave e anche le scelte artistiche per gli ospiti del Festival seguono il trend imperante. Stoico Simon Le Bon che si esibisce in Wild Boys nonostante un piede sfasciato, tra le scene di isteria collettiva in tutta la città di Sanremo.

Depeche Mode, 1986.

Sono giovani ma già lanciati alla conquista delle chart di tutto il mondo. Stripped porta il synthpop all’Ariston, un momento ai confini con l’industrial che dà il via al sodalizio dei Depeche con Sanremo. Gli inglesi infatti si ripresentarono anche nel 1989 e nel 1990!!!

The Smiths, INXS, Europe, 1987.

Arriva il Palarock. Carlo Massarini presenta gli ospiti, il cui calibro si impenna vertiginosamente (Paul McCartney, Def Leppard, George Harrison, INXS, Elton John, Joe Cocker, Patsy Kensit, Paul Simon, Europe tanto per fare dei nomi pesanti), ma rimane il playback. In questo caso, ancor più dell’esibizione stessa, da non perdere è l’intervista che Morrissey rilascia alla Rai, rispondendo alle domande con un entusiasmo debordante.

Whitney Houston, 1987.

Il 1987 è l’anno della celebre spallina rotta di Patsy Kensit, unico motivo per cui ricordiamo la cantante (?) inglese oggi. Ma è sopratutto l’anno della performance clamorosa di Whitney Houston, a cui viene chiesto uno storico bis. Lei, da superstar assoluta, acconsente e ripropone il brano cantando dal vivo sulla base pre-registrata. Il pubblico è in delirio. Ancora oggi, riguardare quelle immagini dà i brividi.

Bon Jovi, 1988.

Il glam e l’hair metal sono una realtà anche in Italia. L’isteria per l’esibizione dei Bon Jovi al Palarock ne è la migliore dimostrazione. Peccato per il solito playback che non ci permette di ascoltare dal vivo uno dei brani più belli di sempre nella storia del rock.

Anni ’90.

Il Festival della Canzone Italiana negli anni Novanta conferma la propria vocazione internazionale. Escludendo un triennio di stasi (91-93), l’elenco degli ospiti presenti alle varie edizioni della kermesse ligure fa impressione: Mariah Carey, Alanis Morrissette, Cher, Ricky Martin, Madonna, Jamiroquai, Bryan Adams, Backstreet Boys, Lionel Richie, Fugees, Tina Turner, Phil Collins, Rod Stewart e molti altri. Insomma parecchio ben di dio, che spesso ha avuto a che fare con presentatori impreparati e, ogni tanto, con alcune scenette ridicole precedenti le performance. A seguire la nostra personalissima selezione delle esibizioni top dell’epoca.

Ray Charles, 1990.

Probabilmente l’artista numero uno in assoluto mai presentatosi sul palco dell’Ariston. La canzone è di Fabrizio Berlincioni, Toto Cutugno e Depsa, viene interpretata in gara da Cutugno, ma nella memoria collettiva rimane quest’esibizione senza tempo di un’autentica leggenda della musica.

Elton John e Ru Paul, 1994.

Nel 1994 Pippo Baudo comincia a dare al Festival l’impronta superstellare che è rimasta quasi fino ad oggi. Oltre a Jamiroquai, kd Lang e Take That, l’informatissimo Pippo porta sul palco Elton John, per la seconda volta all’Ariston. L’artista è in multicolor e si esibisce con Ru Paul, a detta di Pippo un very very very very special guest. Playback, dance a cannone con in più una drag queen: tutto in diretta sul Primo Canale televisivo della bigottissima Italia. Memorabile.

Take That, 1995.

La boy band era già passata da Sanremo un anno prima ma il delirio vero lo ottiene nel ’95, come è possibile vedere dalle immagini del video qui sotto. Favolose le finte scene d’entusiasmo mostrate da parte di distinti signori in giacca e cravatta che chissà per quale motivo si agitano quasi quanto le ragazze presenti in platea.

Bruce Springsteen, 1996.

L’elenco degli ospiti della seconda metà degli anni Novanta è spaventoso. Detto questo, l’esibizione del Boss è, manco a dirlo, una delle migliori di sempre. Come si è poi venuto a sapere (anche se guardando il filmato è evidente), Springsteen non ne voleva assolutamente sapere di essere al Festival ma alla fine ha dovuto andarci, ottenendo di cantare senza presentazioni e interviste di sorta. Pippo Baudo obbliga alla standing ovation la platea quando il Boss è già sulla via del backstage.
(no video available)

Blur, 1996.

Damon Albarn e Dave Rowntree se la ridono di brutto con tanto di cartonato del chitarrista Graham Coxon e un figurante al basso. Baudo non la prende bene, ma l’apparizione dei Blur è ancora oggi illuminante per capire quale considerazione di Sanremo avessero all’epoca (?) le superstar internazionali.

Spice Girls, 1997.

L’esibizione delle inglesine è preceduta da un siparietto di Chiambretti piuttosto imbarazzante. Per non parlare di Mike Bongiorno, evidentemente ansioso di cacciare le ragazze dal palco. Al di là di qualunque giudizio sulla qualità artistica delle Spice Girls, è assurdo spendere fantastiliardi per poi trattare in questo modo quelle che, all’epoca, erano tra le protagoniste assolute del pop mondiale.

David Bowie, 1997.

Arriva a Sanremo quando oramai la sua (strepitosa) carriera ha già detto tutto, ma il compianto David Bowie è sempre David Bowie: suona dal vivo e mostra all’Italia quale sia davvero lo spessore di una rockstar internazionale.

Jimmy Page & Robert Plant, 1998.

Più del playback, di questa performance fa specie soprattutto il modo in cui Vianello congeda due leggende come Page e Plant. Ancora oggi, a rivedere le immagini di quella sera di sedici anni fa, non si può non provare un grande senso di fastidio.

Celine Dion, 1998.

Sull’onda del successo di Titanic, la fama della cantante canadese è considerevolmente aumentata anche nel nostro Paese. E il singolone proposto all’Ariston lo conferma. Per Celine è un ritorno, dopo due anni dalla prima apparizione al Festival di Sanremo.

R.E.M., 1999.

L’era Fabio Fazio comincia con un cast di ospiti assolutamente stellari, tra i quali figurano Cher, Skunk Anansie, Blur (bis), Franco Battiato e i R.E.M. Il presentatore è emozionatissimo e si vede, i R.E.M. dal canto loro si limitano a suonare (benissimo) dal vivo due estratti da Up, lavoro uscito nel 1998. Una delle performance migliori di sempre ammirate sul palco dell’Ariston.


Anni Duemila

Il Festival della Canzone Italiana negli anni Duemila diminuisce progressivamente il budget destinato agli ospiti stranieri. Il caro Euro si fa sentire anche all’Ariston e se fino al 2002 l’elenco delle star è notevole, negli anni successivi di stelle del pop se ne contano poche. Ma non è necessariamente un problema, specialmente se consideriamo che il playback non è più conditio sine qua non per fare lo spettacolo. Molti lo usano ancora, ma la dimensione live lentamente si consolida. Ecco alcune memorabili performance di artisti internazionali al Festival di Sanremo dal 2000 a oggi.

U2 (Bono & The Edge), 2000.

Cast di livello: Robbie Williams, Sting, Tom Jones, Tina Turner ed Eurythmics. Oltre a questi, giusto perché avanzava qualche spicciolo, ecco gli Oasis e gli U2, o meglio Bono e The Edge: due pezzi in acustico da brividi, un saluto a Mario Merola che cerca il posto e si ritrova davanti il leader degli U2 (che passeggia in platea) e applaude, dopo un’iniziale momento in cui non capisce cosa sta succedendo (intorno ai 10 minuti); l’imbarazzante intermezzo tra i due brani in cui Fazio parla in italiano a Bono senza che arrivi l’auricolare per la traduzione, il premio consegnato al cantante che cade dalle sue mani e, last but not least, l’iniziale discorso dell’artista in cui cita il Vaticano, D’Alema e Berlusconi. Ah dimenticavo, he speaks Irish (not english, capito Fabio? minuto 5:53)!

Oasis, 2000.

All’epoca erano in cima al mondo, il playback d’ordinanza lascia come sempre l’amaro in bocca. Oltretutto Liam sembra anche in forma, sarebbe stato bello sentirli dal vivo… O no?

Placebo, 2001.

Per chi ama il rock, una delle migliori esibizioni di sempre a Sanremo. Chitarra e amplificatori sfasciati, dito medio in telecamera dopo nemmeno un minuto, sfida alla platea a fine pezzo. Megan Gale  chiude la parentesi con un “La Liguria è bellissima” (?). Tempo dopo, il frontman Brian Molko interpellato a riguardo dichiarerà: “It was a spontaneous display of disgust“.

Eminem & D12, 2001.

Nel 2001 ci sono anche Anastacia e Ricky Martin, ma l’attrazione principale è Eminem. Accolto da fan in delirio e dalle solite polemiche buone per La vita in diretta, il rapper americano fa il suo e se ne va senza filare di striscio Raffaella Carrà, che lo rincorre tentando di dirgli qualcosa ma non ottiene nulla se non un altro paio di “thank you”.

Alanis Morrissette, 2002.

A livello di nomi, il 2002 è il top di sempre per quanto riguarda il pop internazionale. Kylie Minogue, Anastacia, Shakira, Britne Spears (che canta dal vivo e pure bene!) e Alicia Keys. Poi c’è Alanis, che porta e lascia un retrogusto di rock dentro il Teatro Ariston. Cast stellare e spettacolo di alto livello.

Destiny’s Child, 2002.

Beyoncé prima che fosse Beyoncé. Assolutamente sopra le righe l’esibizione delle Destiny’s Child a Sanremo: Pippo fa le cose in grande e costruisce una line-up di stelle del pop che annichilisce l’interesse per la competizione vera e propria (vince tra l’altro un gran pezzo dei Matia Bazar).

Mika, 2007.

Ha da poco fatto uscire il suo primo album, che ha ottenuto un successo travolgente. Grace Kelly a Sanremo è per lui l’inizio di un amore corrisposto col nostro paese che lo porterà sempre più frequentemente dalle nostre parti, fino a X-Factor 2013. Resta da capire chi avesse detto alla Hunziker che l’artista avesse vent’anni, dato che il cantante è un classe 1983 e non partecipa a Sanremo 2003.

Duran Duran, 2008.

Ennesimo playback per i Duran Duran a Sanremo. La notizia non è tanto questa, bensì l’improbabile introduzione che Pippo Baudo fa a Simon e compagni. Da guardare con gli occhi sbarrati.

Brian May & Kerry Ellis, 2012.

Un ciclone rock mai visto prima all’Ariston. Nonostante il batterista di Sanremo non conosca We Will Rock You (e ancora ci chiediamo come sia possibile), Brian May manda in delirio anche la solitamente-ingessata platea.

Patti Smith – 2012 (audio only).

Senza parole. Tanto di cappello anche ai Marlene Kuntz.

Asaf Avidan – 2013.

Standing ovation per il cantautore e musicista israeliano Asaf Avidan che porta sul palco dell’Ariston la sua Reckoning Song (One Day) in versione unplugged.

Cat Stevens – 2014.

La 64esima edizione del Festival è stata memorabile per quanto riguarda gli ospiti internazionali: Paolo Nutini, Stromae, Damien Rice ,Rufus Wainwright e Cat Stevens, quest’ultimo ha interpretato una versione di Father and Son da brividi.

Spandau Ballet – 2015.

A distanza di 29 anni dalla loro ultima apparizione sanremese (era il 1986 quando la band si esibì con Fight For Ourselves e Stripped), gli Spandau Ballet nel 2015 tornano nella città dei fiori, regalando uno dei momenti migliori della 65esima edizione.

Ezio Bosso – 2016.

Nel 2016 dall’Ariston sono passati anche Eros Ramazzotti, i Pooh, Elisa e artisti internazionali come Elton John, Ellie Goulding e Hozier, ma quello che ha lasciato il segno nel cuore di tutti è il pianista e compositore Ezio Bosso, che ha emozionato la platea al punto di meritarsi ben 15 minuti di applausi.




2017- Tiziano Ferro.

A Tiziano spetta il compito più arduo: aprire la primissima serata del Festival di Sanremo 2017. E lo fa con un colpo da maestro, omaggiando Luigi Tenco (del quale ricorre il 50esimo anniversario della morte, avvenuta proprio a Sanremo nel 1967) e scegliendo un bianco e nero intensissimo. Giù il cappello.

fonte video youtube, citazioni honstageweb