Fottiti.
Che me ne sbatte del tuo pene senza frenulo, corroso da canali squallidi apiretici senza vita
E lugubri essudati lattiginosi.
E pure di un abbraccio incarnale manca il bisogno.
Seduta o distesa e la stessa cosa purchè sorga il delirio.
E partire oltre le lande della fica verso mete di indisciplina fine a se stesse.
Sorgere tra i capezzoli turgidi la pena.
E sperare di capirti oltre l’amplesso inimmaginato;
ma contemplata come si addice ad un poeta,che mescola cannibalismo a pietà, Natura Madre ti son fedele.
E attendo solo i tuoi ordini .
Schiava di te mi appresto a violentarmi, frustarmi e lasciarmi sedurre.
Tra le ceneri che lascio dietro di me,
Divina Poesia.
MITRUCCODIPOESIA ©