Mirella Draghici

Confusi e infelici

2020-02-03 14:21:03

Tempo fa confondevo la sensibilità con la fragilità emotiva e l'instabilità emotiva con l'autenticità.

Mi facevo trascinare o schiacciare dalle mie emozioni inconsapevolmente senza riconoscerle e facendomi guidare dalla rabbia piuttosto che dall'ansia e dalla tristezza in un caos che mi impediva di trovare un equilibrio emozionale, di trovare il mio centro. Ero confuso e infelice. 

Spesso confondiamo l'essere autentici con il dire sempre quello che pensiamo all'altro senza prendercene le responsabilità e raccogliere i frutti delle nostre scelte. "Il termine da cui deriva quello di autenticità è "autentico". La parola è composta da autòs (sé stesso) ed entòs (in, dentro) e quindi in senso più pregnante autentico può voler dire che autentico è ciò che si riferisce alla nostra vera interiorità, al di là di quello che vogliamo apparire o crediamo di essere."

Quante persone ho conosciuto che, come me in passato, credono che l'incapacità di gestire le "loro" emozioni significhi esternare tutto quello che sentono o pensano arrabbiandosi quando gli altri si allontanano da loro o chiudendosi a riccio allontanando, loro per primi, gli altri. 



Essere autentici non significa dire sempre quello che si pensa ferendo le persone ma vivere ogni emozione con autenticità cercando di capire quando è necessario parlare e quando invece bisogna stare zitti. Essere polemici, puntigliosi, diretti anche quando si crede di farlo con buone intenzioni significa dover accettare il fatto che l'altro può non capire e gradire questo nostro modo di essere ed è libero di prendere le distanze da questo nostro comportamento. In fondo se noi ci sentiamo feriti perché anche l'altro non può sentirsi ferito? Quello che sentiamo è forse più importante di quello che sente l'altro?

Se scegli di essere selettivo o selettiva in qualsiasi ambito della tua vita va bene ma poi non lamentarti della tua stessa scelta e non giudicare chi invece a te sembra che selettivo non lo sia. La natura anche quando è selettiva non si lamenta mai ma segue l'unica legge che conosce: quella dell'amore. La natura si dona e, nonostante questo, lo fa anche verso il suo più grande "nemico": l'uomo stesso. Tanto è grande e disinteressato il suo amore.

Fare anima significa prendersi la responsabilità della propria vita smettendo di dare la colpa agli altri per la propria solitudine o perché non ci sentiamo compresi.



Probabilmente dobbiamo imparare a conoscerci meglio, ad amarci e ad amare gli altri ancora di più di quello che facciamo ora. 

La meditazione, che è un atto di resa e di grande amore, mi ha insegnato a osservare quello che succede dentro di me senza reagire subito ma accogliendolo con pazienza quello che si presenta invece di identificarmi con i contenuti mentali. 

Come suggerisce Vasco in una delle sue canzoni: "ho fatto un patto sai con le mie emozioni, le lascio vivere e loro non mi fanno fuori".

La mindfulness in particolare mi ha aiutato a identificare le emozioni, a riconoscerle prima di tutto nel corpo e a seguire maggiormente l'istinto. Istinto ed emozioni non sono la stessa cosa... esattamente come emozioni e sentimenti non sono la stessa cosa. Le emozioni sono passeggere e autonome mentre i sentimenti sono duraturi e si coltivano. 

Una persona può essere sensibile ma essere in grado di vivere ogni emozione senza subirla o farla subire agli altri. Quando invece non riusciamo a vivere le emozioni con consapevolezza ma tentiamo di controllarle o peggio di reprimerle abbiamo bisogno di lavorare maggiormente sull'intelligenza emotiva. 

Si può imparare a essere delle persone sensibili ma anche forti emotivamente... (Tiziano Cerulli)