Arte & Intrattenimento
La Maschera
La maschera è un tema che ricorre spesso nelle mie fotografie, soprattutto se intesa come camuffamento......
La maschera ci protegge, senza maschera ci sentiamo indifesi. Quando ci camuffiamo per entrare nel mondo ci sentiamo più sicuri, diventiamo quello che gli altri vogliono e mettiamo da parte ciò che siamo. Nell'adolescenza ho incontrato molte difficoltà perchè non sono mai riuscita a sentirmi come gli altri e non riuscivo a mettermi una maschera...quindi diciamo che ho avuto una adolescenza sofferta. Crescendo mi sono liberata di questa sensazione di inadeguatezza, rimango sempre una solitaria ma il punto di vista è cambiato. Ho capito che di essere accettata dagli altri rinunciando alla mia identità non mi importa proprio nulla, che io valgo per quello che sono e che posso dare, nulla di più...nulla di meno
Il significato della maschera
La maschera, come nella tragedia greca, propone un personaggio, con modi di pensare, di parlare, di proporre il corpo, di camminare, di respirare, ecc. Infatti, la diagnosi viene fatto proprio dall’osservazione di tutte queste variabili: corpo, linguaggio, pensiero, affettività. La maschera è la risposta che il bambino ha trovato a suo tempo, per sopravvivere nel modo migliore alla ferita, è un meccanismo di difesa, un modo per ritrovare un ruolo attivo e di controllo su una situazione subita, eccessivamente dolorosa. Ad esempio chi subisce l’abbandono (di solito dal genitore dell’altro sesso), indosserà la maschera del fuggitivo, come tentativo di ripristinare il proprio potere e volere. Avrà un corpo sottile e lungo, con poco peso e spessore, parlerà in modo non incisivo per rimarcare la non presenza, non prenderà l’iniziativa, userà termini e modi che lasciano intravedere che non garantisce la sua presenza, ecc. E’ un modo per illudersi che non è l’altro ad abbandonarlo, ma è lui che se ne va, è sua la responsabilità di quanto sta succedendo e come tale, può modificare la situazione quando e come vuole. Di fatto, ci crede e si mostra così, in fuga, con poco peso e poca presenza. Ma di fatto è come mettere un cerotto ad una ferita, non si vede, è nascosta ma non è cancellata, c’è e pulsa. Per cui, smascherarsi è importante, è il primo passo per andare a scoprire la ferita e poterla finalmente curare. Ciascuno di noi può avere più maschere, anche se generalmente ce n’è una, che risulta maggiormente predominante e strutturante rispetto alle altre. Talvolta la ferita principale, quella più profonda, è quella meno visibile, si nasconde sotto altre più evidenti ed superficiali. Capita infatti che una volta guariti da una ferita, ne salti fuori un’altra, sorprendendoci e lasciandoci nello sgomento. Ma in realtà la cura e la guarigione è un po’ un processo a strati e progressivo.
(Sabrina Costantini)
la maschera dal dizionario
maschera mà·sche·ra/ sostantivo femminile 1. Apparecchio che, applicato sul viso, si presta a ottenerne una contraffazione o a renderne impossibile il riconoscimento; è di solito fatto di cartapesta, stoffa o altro materiale plastico ed è impiegato a scopo magico o rituale (per es. per raffigurare con efficacia antropomorfica l'essenza divina o demoniaca), bellico (per incutere terrore al nemico), scenico (per sottolineare con materiale evidenza il carattere e la funzione di un personaggio), di divertimento (come quelli per lo più grotteschi e spesso molto semplificati che si usano per il carnevale). Una maschera di sangue, di volto coperto di sangue. ESTENS. La mascherina (detta anche bautta ) che copre solo la parte superiore del volto; anche, il fazzoletto nero con cui certi malfattori si rendono irriconoscibili quando vogliono compiere atti di forza. Travestimento attuato a scopo di divertimento. "mettersi in m." FIG. Simbolo di trucco o belletto sgradevolmente accentuato o di modo clamorosamente strano e ridicolo di acconciarsi e vestirsi (sembra una m.!) e anche di finzione ipocrita (sotto la m. della bontà; gettar via la m.; giù la m.!). 2. Personaggio tipico della Commedia dell'Arte italiana, con nome, costume, atteggiamenti, qualità peculiari, spesso caratteristici di una determinata città o regione e mantenuti nel folclore. "Stenterello è la m. di Firenze" Inserviente (nei teatri veneziani del Settecento fornito di maschera e tricorno), che nei locali di pubblico spettacolo è addetto a controllare il biglietto di ingresso o ad accompagnare lo spettatore al suo posto. 3. Aspetto del viso che denuncia e sottolinea marcatamente una particolarità di ordine psicologico. "una m. di tristezza" In semeiotica: aspetto del viso che denuncia una patologia dell'individuo; facie. Maschera leonina, nella sindrome della lebbra. 4. La fisionomia del defunto, rilevata direttamente con la tecnica del calco (anche m. mortuaria ). 5. In architettura, elemento decorativo, plastico o pittorico, che rappresenta un volto umano in atteggiamento tragico o comico. 6. Dispositivo da applicarsi sulla faccia, spec. a protezione delle vie respiratorie o degli occhi. "m. antigas" Maschera subacquea, che permette la respirazione e consente una visione chiara degli oggetti sommersi. In chirurgia: maschera anestetica, intelaiatura metallica o in plastica ricoperta di garza, posta sul volto di un paziente per somministrare, per via inalatoria, un anestetico. In cosmesi: maschera di bellezza, sorta di mascherina di garza fittissima, impregnata di sostanze medicamentose, che copre completamente il volto a eccezione degli occhi e della bocca, usata spec. per idratare la pelle del viso; più com., strato di sostanze cosmetiche usato allo stesso scopo. 7. Schermatura per delimitare l'efficacia di una sorgente luminosa. Attrezzo per bloccare il pezzo e guidare l'utensile durante una lavorazione meccanica. 8. In informatica, schema che compare sullo schermo di un terminale per consentire un'immissione di dati controllata e strutturata. Origine Lat. mediev. mascara ‘spettro, essere demoniaco’, der. del germanico *maska, attestato nella forma masca nell'Editto di Rotari (643) •sec. XIII (nella variante ‘mascara’ ).