Founder Nerd
Topolino ed il diritto d'autore scaduto
Se vi dicessi che il celebre topo, simbolo di un impero multimiliardario, non è più di proprietà di suddetto impero pensereste che mi sia bevuto il cervello?
Beh,...sì,...ma non più del solito. Ed ora andiamo a scoprire il perchè.
Ebbene sì, miei fedeli followers, anche se non in veste del vostro solito affezionato Multipotential Nerd di quartiere, oggi sono di nuovo con voi sul mio canale principale per parlarvi di una grossa novità di questo inizio anno.
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Ma torniamo a noi ora.
Dal 1° gennaio di quest' anno Topolino è diventato a tutti gli effetti di dominio pubblico.
O MIO DIO, E ADESSO?
E adesso niente, andiamo a spiegare come stanno realmente le cose, perciò non rimanete fermi lì: seguitemi!
Nato nel 1928 dalla penna dell' oramai arcinoto Walt Disney, il "topo Michele" ha avuto nella sua lunga ed onoratissima carriera già diverse volte a che fare con le questioni legati ai propri diritti d'autore a cominciare dalla sua creazione che si rifaceva alla legge allora in vigore, il Copyright Act del 1909 che prevedeva un utilizzo delle varie licenze per un tempo di 56 anni senza alcuna proroga.
Già dunque negli anni 70, poco prima della scadenza, i vertici della Disney si trovarono a dover redimere alcune questioni burocratiche e per risolvere la cosa crearono assieme ad altre realtà imprenditoriali del settore una cordata per portare al Congresso di Washington delle proposte per una nuova legge sul copyright.
Alla fine del dibattito, le leggi americane si conformarono a quelle europee e Topolino potè beneficiare di una "proroga" ai suoi diritti di quasi 20 anni, cioè dal 1984 fino al 2003.
Ma sono passati 20 anni da allora. E adesso?
A metà degli anni '90, tenendo conto che in un arco temporale piuttosto breve (dal 2003 al 2009) molti dei personaggi storici della Disney stavano per andare in "scadenza di contratto", i dirigenti dell'azienda crearono una sorta di comitato con l'obiettivo di raccogliere fondi in favore di una nuova legge per la tutela dei (loro) diritti d'autore.
Come andò a finire?
Beh, nessuno lo sa di preciso nel dettaglio quali furono le pressioni e le richieste portate avanti, ma che la nuova legge promulgata nel 1998 e che aggiungeva 20 anni alle varie tipologie dei diritti d'autore sia conosciuta come Mickey Mouse Protection Act, qualcosa vorrà pur dire, no?
Topolino ebbe così una durata pari a 95 anni di diritti d'autore: un tempo assai lungo, anche se non quanto avrebbero voluto i dirigenti dell'azienda.
Ma allora adesso tutti potranno usare la figura di Topolino?
No, assolutamente no.
In primis perchè il termine dei diritti d'autore è riferito solo ed esclusivamente alla versione del 1928 presente nel cortometraggio "Steamboat Willy" e non certo a tutte le future evoluzioni grafiche ed in secondo luogo, perchè se è vero che quella versione a cerchi, senza guanti e con gli occhi senza pupille può essere usata da chiunque, è altresì vero che se le nuove storie dovessero per caso essere "confuse dal pubblico come una produzione Disney", allora l'azienda potrò ritenerla a tutti gli effetti una violazione di copyright a causa del cosiddetto "significato secondario".
Novità?
Sì e decisamente interessanti.
È infatti notizia di ieri che su Opensea, il famoso marketplace legato agli NFT, sono balzate ai primi posti delle collezioni di tendenza, proprio 3 collezioni legate al famoso topo e quella nominata "Steamboat Willie Public Domain 2024" occupa la prima posizione con la bellezza di 1,2 milioni di dollari di volume di scambi.
Certamente ne sentiremo ancora parlare di questa situazione, ma per il momento è giunto il momento di lasciarvi.
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Vi auguro un piacevole proseguo e vi mando un caloroso saluto dal vostro Founder Nerd preferito e ci vediamo presto.
Stay tuned, Guys!