Notte prima de...

Equalizzare o non equalizzare

Questo è il dilemma.

Se sia più saggio andare a dormire sapendo che domani la giornata inizierà alle 6 e finirà...ad un certo punto,

O finire di sistemare le musiche per rendere la prova generale di domani un vero successo e permettere ai ragazzi che balleranno di preparasi al meglio?

È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. 

Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni delle Maestre di Danza , il torto del Direttore di Scena, la contumelia dell’ uomo superbo, gli spasimi del tecnico disprezzato, il ritardo delle prove, l’insolenza delle "dolci creature", e il disprezzo che il merito paziente riceve dai NON addetti ai lavori, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice stiletto?  

Chi porterebbe fardelli, 

grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa su un palco, se non fosse che il terrore di qualcosa ben peggiore della graticcia, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?

Così la coscienza ci rende tutti tecnici codardi,  

e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del datore luci, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione.  

(liberamente tratto da una delle opere più famose di un certo Guglielmo Scuotilancia e parafrasata da me medesimo dopo qualche attimo di lieve pazzia )