Matteo Barzotti

Top Founder President

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Nike, la dea greca della vittoria

2018-10-26 09:16:26

Ripensavo questi giorni al libro di Nike e a qualche altro spunto carino da portarmi a casa, così ho segnato quelli che più mi fanno riflettere (forse perché ci trovo una qualche somiglianza con le mie idee) (forse li ho già sentiti più volte e sono diventate le mie idee) (forse...vabè, non importa) (scusate i divagamenti vari) e ne condivido oggi uno con voi.

Uniti si vince

Molti dei facenti parte al team di Phil Knight, erano cosiddetti "shoe dog", persone che dedicavano l'intera vita alla progettazione, produzione, acquisto e vendita di scarpe; pensavano e parlavano sempre di scarpe.

Ecco, questo fatto di primo acchito mi è sembrato strano: solitamente quello tutto appassionato e maniaco del proprio lavoro è il capo, mentre in questo caso la passione permea i suoi collaboratori.

Chiaramente anche lui è uno sportivo e sa di cosa stiamo parlando, ma ad esempio il suo socio (che era il suo mister) prendeva le scarpe dei suoi allievi, le smontava e le rimontava per farle performare meglio (e ne inventava nuovi prototipi), oppure il suo primo venditore, che era un podista come lui, prese così a cuore la causa da creare il primo negozio di sua spontanea volontà (quando ancora non vendevano nemmeno scarpe Nike) e successivamente trasferirsi nella costa est per aprire punti vendita anche li (tra l'altro è colui che ha proposto come nome dell'azienda, nike!). In ogni stato in cui andava a produrre scarpe si affidava a nuovi shoe dog, che sapevano tutto di scarpe e in più sapevano come muoversi nel posto.

Tutto questo lo dico per una riflessione.
Rimango convinto (anche per i molteplici esempi esistenti) che avere passione per quello che facciamo al punto da esserne quasi ossessionati, è un plus non indifferente, se non di fondamentale importanza per il successo.

Dalla storia di Nike prendo però il fatto che è altrettanto importante circondarsi di persone che la pensino come noi, se non addirittura ancora più maniacali di noi (come in questo caso).

Phil Knight è stato quello che ha letto la situazione e ci ha visto un'opportunità, è stato quello che ha dato il via, da solo, ad un'attività in cui credeva, in cui ci vedeva dei benefici per le persone, nel cui mercato ci ha visto delle discrepanze in cui infilarsi, e con grandi sacrifici e coraggio ci si è infilato.
Per ultimo, ma non per importanza, è stato quello che ha trovato persone ancora più brave di lui per svolgere le varie attività dell'azienda, dando a tutti il massimo della fiducia e l'opportunità di dimostrare e mettere in pratica le loro qualità.
Tanto di cappello

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