Martina Trentin

Provare emozioni è davvero così sbagliato?

2020-05-11 15:22:40

Quante volte ci siamo sentiti ripetere che è sbagliato ascoltare la nostra pancia? Quante volte ci hanno accusato di lasciarci dominare dalle emozioni? Sicuramente la verità sta nel mezzo, ma è nostro dovere verso noi stessi riuscire ad ascoltarci.

É sbagliato provare emozioni?

Immaginiamoci di camminare per strada e ad un certo punto intravedere una persona adulta che sta piangendo. La prima cosa che probabilmente ci viene in mente è che sta passando un brutto momento: magari ha appena ricevuto una cattiva notizia, magari ha subito un lutto. Chi siamo noi per giudicare?

Ma proviamo a cambiare ambientazione. Immaginiamo invece di doverci recare in un ospedale per effettuare una visita medica importante per la nostra salute. Entriamo nell'ambulatorio del medico e ci accorgiamo che quest'ultimo/a ha gli occhi lucidi, ha visibilmente appena smesso di piangere. 


Qual è il nostro primo pensiero? Molto probabilmente sarà che il professionista che abbiamo di fronte non è professionale e che non riuscirà a darci la diagnosi che meritiamo perchè è troppo emotivo, troppo distante dalla realtà, per lo meno in questo momento. Non ci fideremo della sua professionalità.


Ora, le immagini che ho evocato sono certamente costruite in modo da mostrare le differenze tra le situazioni, ma possono costituire una buona base per riflettere su quanto vedere che delle persone, soprattutto quelle noi consideriamo professionisti, esprimere delle emozioni, ci porti automaticamente a pensare che esse non sappiano fare bene il loro lavoro. Non siano in grado di aiutarci. 


Nelle professioni di aiuto in particolare è facile incappare in questo giudizio. Ma siamo certi che non provare emozioni sia indice di professionalità? 

Le emozioni rappresentano una parte fondante della competenza professionali. Questo concetto è stato sviluppato anche da Damasio (neurologo, neuroscienziato e psicologo portoghese) che, nel 1994, evidenzia come non solo il ruolo delle emozioni è imprescindibile nel lavoro sociale, ma la loro assenza provoca pericolosi malfunzionamenti che possono condannare a difficoltà esistenziali decisamente rilevanti.

Analizzare le emozioni, dare loro un nome e saperle gestire e fondamentale per essere persone e professionisti in grado di rispondere alle situazioni.

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