vegan, gluten-free, fermented, homemade
Spesso si sente dire che il tofu non è buono, ma questo può solo essere un giudizio frutto di una scarsa cultura alimentare e culinaria.
È ovvio che se compriamo tofu industriale e non siamo in Giappone, mangeremo qualcosa che al palato sembrerà non commestibile per sapore e consistenza, ma se autoproduciamo il nostro tofu in casa sarà buonissimo, morbido e soprattutto digeribilie anche crudo senza bisogno di condimenti e senza doverlo sbollentare e inoltre potremo assicurarci di utilizzare soia a partire dal seme di buona qualità.
Infatti anche in questo caso sconsiglio di usare bevande vegetali industriali.
Il procedimento per fare il latte di soia è un po' più complicato rispetto agli altri ma se si vuole consumare un prodotto salutare ne vale la pena e non c'è alternativa.
Ci sono molti studi contrastanti su benefici e controindicazioni dell'utilizzo di soia e io preferisco seguire la cultura tradizionale dei popoli antichi.
In Oriente la soia era consumata al massimo una volta a settimana e solo fermentata, biologica e autoprodotta (anche perché parliamo di tempi antecedenti alla nascita dell'industria) per cui io ne faccio un uso occasionale, anche perché preferisco il sapore di altri legumi e se posso la faccio fermentare come in questo caso.
Ho scelto tre varianti: umeboshi, agrumi e agrodolce.
Sono tutte buonissime e demoliscono la credenza che il tofu sappia di polistirolo.
Ci sono altri metodi di cucinare il tofu e renderlo appetitoso e li vedremo nei prossimi post.
Martina Ghezzi
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