Martina Ghezzi

PERDERE LE RADICI

2021-02-19 07:16:14

Vivere il dolore senza soffrire

PERDERE LE RADICI

In molti post ho parlato del radicamento e della morte.
Oggi la morte è tornata a trovarmi nella sua forma più esplicita.
Oggi una delle mie radici si è staccata e si sente sapete quella radice spezzata...
È un dolore sordo, profondo e inevitabile che pervade.

La sofferenza, a differenza del dolore, è invece una sensazione variabile.
Essa dipende dalla nostra consapevolezza, dalla nostra preparazione, dal nostro radicamento.
Se perdi una o più radici, ma le altre sono forti perché ogni giorno le nutri e le fortifichi, puoi integrare in te il dolore e farne nutrimento per la radice che attende di dare vita ad un nuovo albero. 

Molte persone quando "perdono" qualcuno trattengono le lacrime o proprio non riescono a piangere, tentando di evitare il dolore, ma il dolore è lì, qualcosa di vivo si è spezzato e non si può non sentirne l'assenza.

Io invece penso che le lacrime debbano scorrere abbondanti e fluide perché quella radice ha bisogno di nuova vita e nutrimento. Ogni lacrima nutre le acque dello Stige perché la trasmutazione non abbia ostacoli e l'anima trovi la pace.
Il nostro dolore è ricco di emozioni, di sangue, è linfa vitale per la rinascita di quella radice.
Gli occhi sono il riflesso dello Shen e se il cuore non sanguina fuori attraverso gli occhi, sanguina dentro.
Piangere i propri cari è dare sangue al proprio sangue.

La vita è ciclicità e include anche la morte.

E non possiamo pensare di perdere davvero qualcuno solo per il fatto che non è più visibile. 
Quella parte invisibile è sensibile come un arto fantasma.
C'è ed è presente, è parte indissolubile di noi stessi.

La trasformazione da materia ad energia è solo un cambiamento di forma e non è irreversibile. Forse non rivedremo più quell'anima per come la conosciamo, forse la vedremo e non la riconosceremo, ma in qualche modo e luogo tornerà. E se non ritornerà, allora significa che il ciclo sì è chiuso ed è nella pace eterna dove stanno tutte le anime realizzate nella vera divinità celeste.
Seguirò il consiglio del saggio: prenderò questo dolore, ne trarrò l'essenza e poi lo lascerò andare in nome della tua pace. Il mio cuore sarà sufficientemente vuoto da lasciarti transitare.
Oggi per te si è esaurito l'ultimo granello di questa vita e la clessidra di è capovolta per iniziare a riempirla nuovamente di energia o di materia.
Il tempo non sfugge e non si esaurisce, solo permette a ciò che è vivo di compiere dei cicli e di continuare a rigenerarsi e a vivere.
In attesa del tuo ritorno a materia visibile o della tua massima realizzazione un saluto, un bacio e tante lacrime.

Ciao Nonno. Buon viaggio!

Martina