Martina Ghezzi

LEGUMI, RENE E FAMIGLIA

2021-01-23 07:04:23

Che rapporto c'è?

LEGUMI, RENI E FAMIGLIA - Vicia Faba L. 1753

L'azione energetica generale dei legumi è quella di tonificare il QI e avere un effetto diuretico, inoltre sono in stretto rapporto con il Rene e il Jing, in particolare se parliamo di fagioli e fave.

La loro forma e questa caratteristica ci ricorda immediatamente la forma dei reni, delle orecchie e di un feto.

Dal punto di vista botanico i legumi sono semi contenuti in un baccello e composti da due parti divisibili.

Questo ci parla immediatamente di coppia.

Mangiare legumi armonizza il rapporto con la nostra famiglia, migliora la relazione di coppia e con i genitori, ci predispone all'ascolto perché calma ristabilendo l'equilibrio tra yin e yang e ci riconnette con le nostre radici e con il nostro bambino interiore oltre che migliorare la fertilità, quindi non si tratta solo di riappacificarsi con la famiglia d'origine e le memorie ancestrali,ma anche di portare avanti la famiglia con nuove nascite come vedremo più avanti nella tradizione dei Feralia. Una delle azioni delle fave è di fermare le perdite di sangue anche in gravidanza.

Questo concetto del legame famigliare è sostenuto dall'etimologia del nome "Vicia Faba", dal latino "viere", "vincire", cioè legare.

La fava è legata al mito di Demetra che la proibì ai Fenati per un "sacro segreto". Questo sacro segreto era il forte potere afrodisiaco e per questo era un legume rinnegato anche tra gli orfici e i pitagorici.

Inoltre proprio per questa simbologia con la famiglia si riceva che la fava fosse un legume impuro perché mangiarle era come mangiare le teste dei genitori.

Anche la mitologia occidentale conferma che la fava riattiva la connessione con i nostri avi, infatti è l'unica pianta ad avere uno stelo privo di nodi e questo ne fa un mezzo di comunicazione diretta con il mondo dell'Ade e degli inferi e del ciclo delle nascite.

Gli eccessi erano evitati perché si diceva provocasse perdita dei sensi e visioni e tutt'oggi resta un legume da limitare per la presunta tossicità ad alti dosaggi a causa di alta concentrazione di L-dopa, precursore della dopamina che in eccesso può provocare irritabilità, insonnia, ansia e allucinazioni.

Per i romani divenne un talismano di felicità e uno strumento oracolare, oltre che di auspicio per le finanze.

Qui ritroviamo la dea dell'Epifania, la Grande Madre.

Per chi volesse fare un ripasso sul significato dell'epifania trovate il post del 6 gennaio.
La Grande madre è colei che genera per poi riprendere in se stessa le creature in un ciclo perenne di vita-morte-vita.
le piante e gli animali a lei consacrati hanno una duplice valenza, di vita e di 
morte. Per questo motivo la fava ha evocato simbolismi diversi. 
Era anche il nutrimento preferito dai morti, tant’è vero che si usava gettare nelle tombe delle fave che, grazie alla loro componente sanguigna, davano loro energia negli inferi. Si mangiavano nel silicernium, il pasto funebre raffigurato in molti mosaici pavimentali, di cui abbiamo ancora un’eco sbiadita nell’uso di cibarsi in occasione della Commemorazione dei 
Defunti di dolci a base di pasta di mandorle che vengono detti anche “fave”.

Si consumavano anche il 21 febbraio nei Feralia, giorno conclusivo dei Parentalia, le feste di febbraio in cui si commemoravano i parenti, in onore della dea Tacita Muta, che presiedeva ai culti funebri come dea infera ed era connessa a quel periodo che alla fine di febbraio segnava il trapasso dal vecchio al nuovo anno. 
I Feralia hanno per oggetto ciò che è morto, non in quanto morto, bensì in quanto costituisce il sostegno di ciò che vive. 
Con riferimento ai Carmentalia, che hanno per oggetto il futuro di quel che nasce, i Feralia hanno per oggetto il passato su cui si fonda quel che nasce. A livello temporale è l’anno passato che fornisce all’anno appena nato modalità e forme già acquisite. Le fave, come strumento di comunicazione con il mondo infero, avevano proprio questa funzione simbolica.

Altre azioni della fava sono il favorire la digestione, drenare l'umidità, regolare vescica e intestino.

È l'unico legume privo di grassi e dà molta energia.
È utile in caso di ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari e calcoli renali

La controindicazione è per chi soffre di favismo, una patologia che determina anemia emolitica in individui predisposti per la carenza di un enzima dei globuli rossi, il glucosio-6-fosfato-deidrogenasi.

Conosci ciò che mangi e imparerai a nutrirti.

Martina Ghezzi