Martina Ghezzi

ESSERE UNA DONNA

2021-03-08 05:37:18

8 marzo Giornata internazionale della donna

ESSERE UNA DONNA

Le donne nella storia il più delle volte hanno giocato un ruolo dietro le quinte, ma spesso è dietro le quinte che stanno gli artefici di grandi opere, soprattutto nel mondo dell’arte e della bellezza dall’energia prettamente femminile, vediamo ad esempio registi, stilisti, pittori, fotografi, che non compaiono nelle loro opere, ma cambiano il mondo.

Le donne allo stesso modo sono riuscite molte volte a dirigere il mondo senza che fosse loro permesso di stare in prima linea.

Parliamo di donne accanto a grandi capi di tutte le epoche come abili consigliere sotto le vesti di mogli, figlie o amanti, di donne con una marcia in più, parliamo di donne mitiche come Lisistrata, di donne storiche come Lucrezia Borgia, di donne politiche come Maria Antonietta o Jacqueline Kennedy, di donne artiste come Coco Chanel, di donne di cuore come Lady D, di donne con la penna come Anna Frank o Simone De Beauvoir, di donne geniali come Marie Curie e di donne a cui non bastano testa e cuore e hanno bisogno di agire e scendere in campo come Giovanna D’arco, Mariasilvia Spolato o Jane Fonda.

In ogni modo parliamo di donne di coraggio.

Gli uomini più forti sono rimasti incantati dal loro fascino,dalla loro intelligenza e dal loro carisma, fino a temerne il loro potere.

Cosa fa un uomo quando ha paura? Attacca e uccide.

Questo è il suo codice di difesa secondo un cliché primitivo.

Ogni uomo è nato da una donna e da essa dipende la sua vita per molti anni e allora perché tentare di annientare le donne se non per rivendicare un’indipendenza e un potere inarrivabile?

Perché, se non per rabbia e paura?

Nel passato quindi le donne vennero private di molti diritti : l’istruzione ( conoscere = essere liberi), il lavoro ( indipendenza economica = essere liberi), il voto ( scegliere = essere liberi), le arti ( esprimere se stessi = essere liberi), uscire da sole ( prendere la propria strada = essere liberi), etc…

Addirittura l’uomo ha fatto della donna una merce di scambio attraverso il matrimonio.

Il figlio maschio per l’onore, la figlia femmina per gli accordi diplomatici.

Una vera strategia per invertire i ruoli!

È risaputo che chiunque tenti di controllare qualcosa con ossessione, prima o poi perde il controllo e spesso anche la testa, così quando l’uomo teme la sconfitta, diventa violento.

D’altra parte per via di questo meccanismo le donne sono riuscite a trovare qualche via d'uscita da questo sistema patriarcale.

L’8 MARZO

Vogliamo ridurre tutto questo al ricordo della storia di incendio riadattata a fini politici e che comunque non fu l’8 marzo?

Perché pare che ci sia un po’ di confusione sull’accaduto.

L'8 marzo è una data istituzionale per la giornata internazionale della donna stabilita dai primi movimenti femministi, ma ciò non toglie che esiste un 8 marzo molto più significativo e sicuramente da ricordare.

Io sono dell’idea che se vogliamo un cambiamento sia preferibile fare riferimento alla visione forte ed eroica della donna, piuttosto che rimarcare l’immagine della donna vittima e massacrata.

Parliamo dell’8 marzo 1972 quando molte donne, tra cui Jane Fonda, scesero in piazza per rivendicare la libertà di gestire il proprio corpo e la propria maternità, la legalizzazione dell’aborto, la liberazione omosessuale.

Tra i loro slogan:

“Partoriamo idee, non solo figli”

“Il matrimonio è prostituzione legalizzata”

“Il matrimonio non è una carriera”.

8 marzo 1972 significa energeticamente “giorno di festa per la giustizia delle donne”.

“Jane Seymour Fonda” nata il 21 dicembre 1937 ha gli stessi numeri invertiti e significa “colei che dice no per la giustizia delle donne”.

Lo slogan dell’attrice di “Barbarella” era:

"La rivoluzione è un atto d'amore; noi siamo i figli della rivoluzione, nati per essere ribelli. Ci scorre nel sangue".

Successe a Roma a Campo de’ Fiori, un luogo che energeticamente significa “comunicazione delle donne” e non a caso unica piazza senza una chiesa in cui venne bruciato al rogo Giordano Bruno.

Ancora una volta l’uomo reagì con violenza fisica e verbale e mentre gli uomini in strada puntavano sulla svalutazione dicendo “A casa! Le donne devono stare a casa!”, “Dai bambine, ora tornate sul marciapiede”, gli ufficiali percossero il corteo pacifico di donne.

Le donne ribelli apparentemente per un anno, ma dopo l’8 marzo 1972, il femminismo italiano non fu più lo stesso e prese sempre più piede e forza.

Di seguito il link per vedere un breve video sulle manifestazioni femministe degli anni ’70.

https://youtu.be/lIEV21ML2wU

LA MIMOSA

La scelta della mimosa come fiore simbolo di questa giornata risale al 1946 ad opera dell’Unione Donne d’Italia nel nome di Teresa Mattei e Rita Montagnana

È un fiore delicato e allo stesso tempo tenace, simbolo di forza, libertà, purezza, sensibilità e anima eterna, infatti appartiene alle acacie, che indicano rinascita e vittoria.

Con il suo colore giallo evoca il sole, la vita che trionfa.

È l'uomo che si offre alla donna come vedremo alla fine.

Il suo messaggio è: “Nessuno sa che ti amo, ma ti amo”, come dire che l'amore sta nei gesti sottili e apparentemente semplici e non solo in quelli plateali, ma effimeri.

LA DONNA OGGI

Grazie a queste donne che hanno unito il loro coraggio, la loro forza e i loro ideali, oggi possiamo godere di molti privilegi e sebbene ci sia ancora qualcosa da perfezionare, i risultati sono molto soddisfacenti, ma tutto quello che è accaduto ha mescolato ruoli e figure in una grande confusione: molte donne hanno assunto un ruolo maschile per “meritarsi” la parità dei sessi, mentre altre si sono segregate al ruolo di “moinatrici” a volte facendo loro stesse del corpo una merce di scambio o di inganno, molti uomini hanno estremizzato la loro debolezza e altri la loro "virilità".

Molto di ciò che resta è dovuto all’attaccamento a queste memorie, al volersi ancora attribuire l’immagine di debolezza e sottomissione da parte di molte donne.

Esaltarsi per una donna al potere è deludente perché finché certe notizie destano meraviglia significa che culturalmente non si è ancora compiuto nessun passo.

Se qualcuno pecca in svalutazione nei nostri confronti, quella svalutazione è prima di ogni cosa in noi e questo vale senza distinzione di sesso.

La rivoluzione oggi è riprogrammare la nostra immagine e posizione nel nostro stesso ideale perché questo gioco di ruoli non valorizza nessuno.

Per fare un esempio semplice: una cena pagata oggi non è più un simbolo di dipendenza, ma un regalo come un altro da poter accogliere e di cui sentirsi onorate senza sentirsi in dovere di niente. Se l’uomo si aspetta qualcosa in cambio sono solo sue aspettative, non un accordo tacito e secolare.

Quante volte vi è stato chiesto aiuto e non siete state in grado di delegare per mania di controllo?

Quante volte siete corse a casa perché illuse che altrimenti la famiglia non mangia?

Siete indispensabili, ma non in questo senso!

Tra le altre tematiche la violenza contro le donne è il problema più allarmante, ma come già detto altre volte è ora di smetterla di vederlo da parte di tutti come un problema femminile, quando è soprattutto un conflitto maschile.

“L'uomo che dice male delle donne dice male di sua madre.“  Carlo Dossi

Uno dei problemi peggiori di questi mesi in lockdown è stato proprio questo e non se ne è parlato!

Accogliere le donne come fringuelli feriti e dare loro una pacca sulla spalla non basta, se non si lavora sugli uomini. Il conflitto è più profondo.

Un uomo arrabbiato genera figli e figlie arrabbiati e la storia continua.

E ricordatevi che sono proprio quegli uomini che spesso all’inizio sono galanti, gentili, che vi riempiono di regali e poi diventano ossessivi. È in questi momenti che una donna sbaglia, quando si lascia incantare e dimentica il suo intuito, non quando mette una minigonna.

E non ci sono colpe da attribuire a nessuno, non si tratta di giustizia, si tratta di amore. Questi uomini mancano di amore! E dello stesso amore mancano le loro vittime!

Tutto questo accade solo dove non c’è amore, non amore di coppia, ma amore di Sé e amore universale.

Io oggi festeggio le donne che non si arrendono, che aprono il cuore e fanno la rivoluzione, che sono invincibili ogni giorno e festeggio gli uomini che sanno onorarle.

Io oggi prego che ogni cuore possa colmarsi di amore e riversarlo nell'altro, per poter finalmente essere uomo ed essere donna nella propria natura.

Io oggi rivendico per tutti questo diritto di essere se stessi nella propria natura.

Cari uomini,

le mimose sono un buon gesto e anche aprirci la portiera, vi ringraziamo, ma non fatelo per galateo, scegliete un gesto dettato dal cuore e non dalla convenzione perché il rispetto di ogni giorno sia una scelta sentita.

Ci sono regali che non appassiscono mai, ma al contrario diventano rigogliosi nel tempo come svegliarci ogni giorno con un bacio e chiederci come stiamo, ascoltarci, trattarci con onore perché siamo fragili, ma siamo anche regine.

Siamo nate per accogliere, ma vogliamo essere accolte a nostra volta in un abbraccio e nella stima.

Tutte le volte che non vedete il nostro potere è perchè il nostro potere è dentro, la terra è la madre di tutte noi e conquistare territori per noi non ha senso. Non ci serve una corona, non vogliamo comandare né reprimervi, ma solo poter splendere della nostra bellezza.

Il compito dell’uomo è illuminare la donna come il Sole illumina la Luna.

La parità dei sessi non è il prevalere di uno o dell’altro, ma di trovare forza nell’unione di una convivenza e complementarità come tra il Sole e la Luna.

Approfondimento sul tema della discriminazione femminile nei post precedenti: l'occasione del fallimento parte 2

Grazie

Martina Ghezzi