Martina Ghezzi

CARNEVALE

2021-02-16 05:30:31

Il gioco delle maschere

CARNEVALE
Il gioco delle maschere

Oggi è martedì grasso e si concludono i festeggiamenti del Carnevale.
Carnevale è una festa di liberazione legata ai cicli lunari in cui la follia vince sulla ragione.

Dopo San Valentino, ( vedi post precedente)  il dio Luperco ci accompagna alla festa del Carnevale.
Luperco era il dio scherzoso e seducente dei boschi e del bestiame, sapeva trasformarsi e le ninfe si innamoravano di lui.
La sua attitudine giocosa e votata ai piaceri si ripercuoteva in numerose feste e usanze come la Saturnalia e le Lupercalia, con banchetti e divertimenti, in sovversione al rigore di Saturno.

Il termine Carnevale risale solo al XIII secolo, da "Carrus navali" per indicare il carro delle processioni cristiane, mentre dal punto di vista più simbolico proviene da "carnalasciare" significa "lasciare la carne".
Nella tradizione cattolica la chiusura del Carnevale apre il periodo di Quaresima, un periodo di digiuno e rigore che precede la Pasqua, che quest'anno si conclude il 3 di marzo.
In altre lingue il nome deriva appunto da "fast" che significa digiuno e purezza.

"Lasciare la carne" si riferisce ad un effettivo periodo di purificazione corporea che prevede un'alimentazione più pulita in preparazione della resurrezione che non è solo quella di Gesù, ma quella di tutti, infatti l'inverno ci ha portati in un abisso di freddo, buio e introspezione, in cui abbiamo concentrato le energie all'interno per trattenere il calore disponibile e se da una parte ha favorito lo sguardo interiore, dall'altra ha creato anche una sorta di repressione che possiamo sfogare in questi festeggiamenti, ma soprattutto ci servirà come spinta energetica per riemergere rinnovati verso l'esterno. Ritorna ancora una volta il tema del lasciare il vecchio per il nuovo.
Infatti in questi giorni di festa un altro significato di "lasciare la carne" è quello di lasciare la propria identità, cioè tutte quelle convinzioni e quei ruoli in cui ci siamo identificati e che ci intrappolano.
Mascherati possiamo lasciare andare tutti i nostri freni inibitori ed esprimere esattamente chi siamo e anche chi vorremko.essere, liberando la gioia e la spontaneità del bambino interiore.
Da bambini non vediamo l'ora di scegliere il personaggio da "incarnare" e prendere le sue sembianze per sentire tutto il suo potere e finalmente possiamo truccarci camminando sul filo sottile che sta a metà tra mostrare la personalità più profonda e celata e provare ad essere quel qualcuno che ancora non siamo che non ci permettiamo di essere.

L'usanza delle feste e dei balli in maschera in passato permetteva un vero scambio tra i ruoli sociali, dietro la maschera ci si metteva uno nei panni dell'altro e in quei momenti non esistevano più il ricco e il povero, il conte e il maniscalco, l'uomo e la donna e nel delirio si rovesciavano ruoli e regole sociali in un atto di ribellione.
Dal supereroe al ladro la maschera è lo strumento che ci induce a pensare di avere la libertà di infrangere le regole, ma notiamo bene che i supereroi si travestono per trasformarsi ed acquisire nuovi poteri sovrannaturali e sconfiggere il male che opprime l'umanità, il ladro invece nega se stesso e cerca di confondersi nel buio per sottrarre i valori.
Stiamo attenti a non permettere a nessuno di confonderci: le maschere della ribellione danno un'identità diversa e comunicano un messaggio, non tolgono l'identità uniformando l'aspetto della massa e non occludono i sensi di percezione.

La maschera è legata anche al sogno, luogo di liberazione dell'inconscio e del subconscio.
A Carnevale bisogna permettersi di ritornare bambini e gioire della vita, farsi emozionare per le piccole cose e ritrovare i nostri desideri e istinti repressi dalle nostre credenze castranti indotte da educazione, cultura, società, ma soprattutto dai nostri stessi atteggiamenti e dalla mancata autostima che queste provocano.
La depurazione consiste quindi anche in questa profonda pulizia delle nostre sovrastrutture.
Mettere la maschera per togliere mano a mano tutte le maschere che portiamo ogni giorno.
Un giorno per provare ad essere noi stessi e quel bambino interiore che ha ancora voglia di giocare e di crescere.
Le maschere quotidiane non solo ci rendono disonesti nei confronti di noi stessi e degli altri, ma ci impediscono anche di evolvere, tarpano le ali alla nostra essenza che si è incarnata per essere liberata e assume queste maschere illusorie per distruggerle una ad una e guarire tutte le sue ferite.
Non possiamo condurre una vita da pagliacci che fingono di essere felici.

«Era proprio la mia quell'immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, di fuori, quando vivendo – non mi penso? Dunque per gli altri sono quell'estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell'uno lì che io stesso in prima, scorgendolo, non ho riconosciuto. Sono quell'estraneo che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no»

" Se per gli altri non ero quel che finora avevo creduto d'essere per me, chi ero io? "

Luigi Pirandello, "uno, nessuno e centomila"

I coriandoli hanno il significato di riempire la vita di piccole cose che portano nella vita tutti i colori e di onorarle vivendole con gioia e innocenza.

È il risveglio della vitalità innata, è il ritorno a memorie ancestrali recondite nel più profondo di noi stessi, è rievocare che tutto possiamo.
È la trasformazione dell'Ego in Io.

E non dimenticate che qualcuno ha detto che "solo i bambini e i folli  sopravviveranno alla realtà" 
Questo perché sanno vederla senza filtri e solo guardando la realtà senza preconcetti, senza giudizi e pregiudizi, la realtà e le persone possono mostrarsi per ciò che sono, altrimenti non vedremo altro che il riflesso delle nostre illusioni.

Se avete paura di eccedere, tornate dentro e rievocate l'anima, l'anima è colei che mai manca e mai eccede perché l'anima semplicemente sta.
Non fatevi ingannare dall'Ego fuori controllo, fondate le vostre azioni sulla consapevolezza che distrugge ogni catena, taglia le briglie dell'Ego che vi domina e toglie i paraocchi.

Siate folli, siate ribelli, siate liberi.

Martina Ghezzi