Martina Ghezzi

AMOR VINCIT OMNIA

2021-01-09 10:49:00

ET NOS CEDAMUS AMORI

AMOR VINCIT OMNIA ... ET NOS CEDAMUS AMORI

Per anni ho abusato della mia grande forza.
Ho costruito una corazza impenetrabile e un carattere di ghiaccio.
Ero dura, critica, giudicante, autoritaria e sullo stereotipo indotto dalla società credevo che questa fosse davvero la chiave per non perdere mai.
Eppure appena mi svestivo della mia armatura, mi ritrovavo spoglia di quella maschera di presunta invulnerabilità e venivo immediatamente ferita dalle persone di cui mi fidavo di più. Mi ritrovavo con ferite così profonde che mi sbattevano nel baratro e mi facevano sentire sola.
Ci educano all'azione, a chi grida più forte, a chi arriva primo.
L'unico risultato è il tradimento verso noi stessi.
Io mi sentivo buona e la ero davvero, ma ciò che mostravo era solo arroganza. Certo era una difesa, ma pur sempre distruttiva.
Se oggi guardo indietro mi rendo conto che ho ottenuto tutte le mie vittorie, non grazie alla "ricetta del potere", ma solo quando l'Amore in me era così grande da trapassare la corazza.
E devo dire che sicuramente tutti quei colpi crudeli sferrati dai miei amici hanno permesso che questa luce potesse uscire e sono grata a ognuno di loro per avermi aiutata a togliere quelle vesti opprimenti, per aver saputo dire di no alla parte peggiore di me e di essere ancora qui al mio fianco oggi più di prima. 
Finalmente tre anni fa ho iniziato a smontare la mia armatura pezzo per pezzo e ancora ci sto lavorando perché significa smontare l'identità di una vita per ritrovare completamente sé stessi e svelare la propria vera essenza, riparandone alcune parti, sviluppandone altre o aspettando qualche aggiornamento. 
Non bisogna avere paura di buttare giù il castello che ci siamo costruiti perché un re è un re ovunque se è nobile nell'anima.
La cosa più dolorosa è quando ci si perde per un attimo e si reindossano quelle parti di armatura che non ci calzano più perché nel frattempo abbiamo anche cambiato forma e tornano soffocare le parti dell'Io in corso di rinascita. Questo provoca davvero molto dolore perché non si è più capaci di fare finta di niente e non ci si riconosce più in un'identità scaduta, però aiuta a riconoscere sempre di più i propri sbagli e a confermare fermamente la propria nuova direzione.
A volte in nome della giustizia ci schieriamo, ma non è la guerra che ci farà vincere. La guerra può portare vittoria, ma solo a prezzo di sacrificio e violenza. Quando ci mettiamo "dalla parte di" creiamo separazione e questo non può mai portare alla felicità.
Per quanto mi riguarda non sono capace di non avere un'opinione su ogni cosa che accade, ma ho rinunciato ad accanirmi per sostenere la mia verità.
Metto in discussione ogni mia idea e la verifico fino a distruggerla se necessario e per questo una volta confermata la difendo, ma non è più importante che gli altri la accettino o la comprendino, nel momento in cui io ho accettato di poter essere in errore, perché ciò che conta di più è evitare i contrasti distruttivi che allontanano le persone.
E allora per me è più importante la pace, che far valere la mia idea anche quando è giusta (per me). E non è una questione di cui vince e di chi perde perché a queste condizioni non c'è proprio niente in palio. 
Possiamo invitare qualcuno alla conoscenza, ma conoscere comporta tanta magia quanto disincanto e non tutti sono disposti ad affrontarlo. Bisogna rispettare queste resistenze e non "forzare" mai perché la forza vera non si esercita (esercito - guerra), ma si manifesta nella non reazione.
In questi mesi ho letto tanto odio e tanta rabbia tra le persone e purtroppo a volte ne ho preso parte e ogni volta ho sofferto e ne sono molto dispiaciuta.
Non mi va più di "avere" ragione, perché la ragione ingabbia, preferisco "essere" a favore della libertà, che per me è da sempre il valore più importante, ma senza più lottare, al contrario semplicemente andando nella sua direzione. 
Togliamoci di dosso qualunque etichetta religiosa, politica, alimentare, scolastica perché nella nostra vera essenza non siamo niente di tutto questo, dal momento che niente di tutto questo esiste per l'Anima.
I social ci hanno educato ad esprimere la nostra preferenza su tutto, ma la felicità non appartiene a nessun partito.
Ci lamentiamo della censura e siamo noi i primi ad esercitarla.
Non possiamo scannarci tra noi per situazioni che non possiamo controllare.
Non possiamo pretendere che gli altri vedano le cose dal nostro punto di vista perché non tutti guardano dalla stessa parte, né con gli stessi occhi.
Da molto tempo avevo notato che vedevo postare solo notizie terrificanti sugli ultimi eventi del mondo e da ieri ho deciso di togliere la mia attenzione a queste cose in modo significativo, che non vuol dire ignorare ciò che accade, né limitare la propria espressione, né smettere di perseguire i valori in cui si crede, ma semplicemente non sentirsi in dovere di giudicare e di imporsi.
Se vogliamo la libertà, dobbiamo essere i primi ad assolverci da questi obblighi indotti e concentrarci sull'impegno verso l'umanità, mantenendo la lucidità per le nostre scelte e questo dal mio punto di vista è il miglior modo di partecipare al cambiamento collettivo.

E con questa apertura, se dovessimo perderci, ci sarà sempre un amico, non a ferirci, ma ad offrirci la sua mano per riprendere la strada.

Martina Ghezzi