Martina Ghezzi

15 MARZO - GIORNATA NAZIONALE DEI DISTURBI ALIMENTARI

2021-03-16 21:30:37

Una lettera d'amore

I principali disturbi del comportamento alimentare, detti DCA, sono:

ANORESSIA NERVOSA – incessante ricerca di magrezza fino a compromettere le propria salute, spesso associato a visione distorta di sé stessi

BULIMIA NERVOSA – assunzione eccessiva di cibo con conseguente tentativo di rigettarlo con vomito o lassativi

BINGE EATING DISORDER – assunzione eccessiva e incontrollata di cibo con presenza di angoscia senza tentativo di rigettarlo

PICACISMO – mangiare costantemente cose non commestibili

DISTURBO DA RUMINAZIONE – regolare rigurgito del cibo dopo l’assunzione

DISTURBO EVITANTE-RESTRITTIVO – rifiuto del cibo per paura o disprezzo del cibo non dipendente dall’ossessione per il peso corporeo

ORTORESSIA – ossessione per il cibo sano

BIGORESSIA – ossessione per la crescita muscolare

Questo è un argomento molto difficile.
Queste parole corrispondono a patologie trattate da psicologi e psichiatri perché quelle che a qualcuno possono sembrare sciocchezze, sono in realtà esperienze invalidanti.
Queste distinzioni sono caratterizzate da tratti comuni che sono molto difficili da immaginare per chi non ne ha mai sofferto.
Avere un disturbo alimentare significa vivere costantemente un’ossessione verso sé stessi.
È uno stato di irrequietezza accompagnato da paura, rabbia, non accettazione, vergogna, menzogna, ansia, disperazione, depressione, etc…
Condiziona la vita e le relazioni.
Spesso le persone che soffrono di questo disagio si chiudono in sé stesse, non escono più, non accettano l’amore altrui, impediscono a loro stesse di vivere quella che per altri è la normale quotidianità e spesso sotto tutti i gesti che si compiono e le esperienze a cui si rinuncia, c’è una latente forma di autolesionismo.
Queste persone soffrono e si sentono diverse, spesso sentono di non meritare ciò che spetta loro nella vita, nemmeno di avere un corpo e anche per questo tentano di distruggerlo.
È qualcosa che in qualunque aspetto si manifesti logora dentro, ogni giorno.

Quando vedete qualcuno che potrebbe avere questo problema, non dite: “vuole fare la modella…”, “sei fissata”, “ma mangia…, “ma ti vedi”,… Rischiate di alimentare un tormento che silenzioso lavora come un tarlo; può nascondere episodi di abuso sessuale, di bullismo, di vero autolesionismo, di violenze, di manipolazioni e non lo potete immaginare.
Non potete immaginare quanta fragilità si nasconde dietro ogni boccone divorato, rifiutato o rigettato.

Le parole che ho usato in parte non mi piacciono, ma è stato solo un attimo per capirci con parole che tutti conosciamo.
Non sono d’accordo nel categorizzare queste anime secondo un elenco che già di per sé crea un senso di esclusione e separazione.
Avere un conflitto con il cibo è terribile quando si è in un tunnel che sembra arrotolarsi attorno come un serpente, in cui non si sa più se si è vittime o carnefici di sé stessi.
È un circolo vizioso che continua a scavare.
Allo stesso tempo però si ha in mano uno dei più grandi strumenti per risolvere ogni cosa: il cibo.
Ed è forse lo strumento materiale più forte di connessione con l’Universo per l’evoluzione dell’anima.
Tutto quello che provate in queste situazioni non dipende dal “cibo”, ma dal “conflitto”.
Il cibo è nutrimento, è connessione, è messaggio, è cura, è salute, è vita.
Il cibo non fa male, ma il conflitto sì. Fa male fisicamente, ed emotivamente e spiritualmente.

Il conflitto con il cibo si innesca per vari motivi tra cui l’educazione, ma sotto a tutto c’è il karma.
Molti conflitti lavorano e agitano senza che neanche ce ne accorgiamo.
Non sempre si presentano un’eccessiva magrezza o obesità, o vomito, etc… ma sempre e comunque c’è uno stato di ossessione.
Il cibo richiama questa ossessione proprio perché il cibo è lo stesso strumento di guarigione.
Oltre ai medici ci sono molte figure che possono correre in aiuto, dalle persone che si occupano più disparate discipline olistiche agli educatori alimentari, ma anche queste figure sono strumenti.
La vera guarigione nasce da dentro e per attuare questo meccanismo non si può che passare dal cibo.
Non dipende dagli altri, dipende da voi.
A perscindere dall’evento scatenante avete in mano le chiavi della vostra trasformazione.
Ogni alimento ha per noi un messaggio, imparare a riconoscere questi messaggi è una delle più grandi chiavi di salvezza.
Imparare a conoscere sé stessi e a conoscere gli alimenti, capire come la nostra energia cambia grazie ad essi trasforma il “grande nemico cibo”, quello che fa ingrassare, vomitare, perdere il controllo, essere ansiosi e tutto quanto già detto, nel più grande alleato di tutti i tempi.
Il cibo è la più grande risorsa di vita che abbiamo, insieme ad aria, acqua, calore, relazioni.
Il cibo è il dono della Grande Terra che fiorisce e fruttifica grazie all’unione divina con gli altri alimenti.
Il cibo deve essere conosciuto, rispettato, compreso, cucinato e amato.
Il cibo e la cucina, usati con questi principi e selezionati e utilizzati nel modo corretto, ci aiutano ogni giorno, almeno tre volte al giorno ad alimentare prima l’amore per noi stessi e per gli altri, poi l’amore per il cibo, poi l’amore per le piante, poi l’amore per gli animali, poi l’amore per ogni cosa.
La vita cambia davvero e ogni giorno si scopre uno spiraglio di luce fino a illuminare ogni cosa.
Ad un certo punto tutto appare chiaro e sensato.
È un lungo processo, spesso servono anni, ma spesso in poco tempo si comprendono grandi significati che consentono di consolidare passi enormi che si credevano infattibili e di raggiungere traguardi di cui neanche si immaginava l’esistenza.
Ricordate che poco fa ho detto “conflitto” e ho detto che fa male?
Non intendevo niente di negativo.
Il conflitto è un urto, uno scontro, un contrasto.
I contrasti sono ciò che ci rendono forti e che ci sostengono, ci spingono dall’altra parte quando stiamo andando nella direzione sbagliata.
Allora forse il dolore è perché stiamo spingendo troppo. Provate ad allentare la spinta e ad appoggiarvi a questo conflitto come un cuscino sul quale proteggervi da un muro troppo duro e scomodo.
Lasciatevi cullare e nella quiete ascoltate che il dolore si fa nel tempo più lieve.
Lasciata questa tensione probabilmente gli atteggiamenti finora perpetuati cambieranno il loro valore.
Forse vi accorgerete che tutto quel cibo non serve, o che in effetti avete fame e quel cibo è proprio gustoso, che condividerlo con qualcuno crea i legami che vi mancano, che quel cibo non vi fa bene ed è meglio preferirne un altro, ma che i dolci nella giusta misura e scelti bene non fanno ingrassare nessuno, che nessuno si preoccupa del vostro peso perché c’è altro da tenere in considerazione, forse vi accorgerete che all’improvviso amate voi stessi e tutte quelle caratteristiche che prima chiamavate imperfezioni.
Vedrete le possibilità di ricostruire voi stessi.
E se qualcuno con queste sofferenze sta leggendo, ora troverà assurdo ciò che dico, ma vi garantisco che se provate a cambiare prospettiva, se rileggerete ogni giorno queste parole, fino a credere nel tentare una routine di amore quotidiano per la vita, verrà il giorno in cui amerete quel dolore, perché ogni grande dolore stimola una forza altrettanto grande dentro di noi, che poi diventa talento.
E quel giorno non saprete che dire grazie per la gioia immensa che dal vostro cuore invade il mondo e tutte le persone incontrate come una luce bianca che si irradia.
Sappiate chiedere aiuto ai medici e a chiunque possa aiutarvi, sappiate esprimere quello che provate, non provate la paura in primis del giudizio, perché sono spiegandovi potrete essere compresi.
Non lasciate la speranza, fate scorrere lacrime liberatorie e non sangue, afferrate la vita e gustatela in ogni sapore così come ogni squisito piatto che condividerete con un mondo nuovo che ora risponde al vostro abbraccio.
Prima di tutto abbiate fede nel fatto che tutto questo è già accaduto.
Con Amore
Martina Ghezzi