MARINA VILLA

Un progetto per l'Artico

2018-12-17 17:27:34

L’ultima vera riserva di energia per il nostro pianeta? Gli oceani, ancora inesplorati e oggetto di contesa da parte delle grandi potenze. A fare il punto è Marzio Mian, giornalista e fondatore con un gruppo di colleghi di The Artic Time Project, associazione statunitense non-profit che ha l’obiettivo di raccontare le conseguenze del cambiamento climatico nell’Artico, terra di conquista.

Quali sono le conseguenze dello scioglimento dei ghiacci?

L'Artico sta avendo un ruolo centrale nella storia perchè lo scioglimento dei ghiacci ha dato accesso a nuove risorse:petrolio, gas, diamanti, oro, rubini e terre rare (utilizzate nei prodotti di nuova tecnologia). E' una nuova corsa all'oro, la nuova frontiera per quei paesi che si affacciano sulle sue acque: Stati Uniti, Russia, Norvegia e Canada, quindi è lecito chiedersi "Di chi è l'Artico?... e di chi è il suo pesce che rappresenta il 15% del pescato mondiale?".

Non esiste una legislazione chiara, solo l'8% dell'Artico centrale è regolato da accordi internazionali, il resto è anarchia.

Che ricadute ci sono sulla pesca?...

A causa dei cambiamenti climatici le specie marine vanno sempre più a nord, nord ovest, in cerca di acque più fredde. I pesci non rispettano i confini e i trattati e da sempre hanno segnato lo spostamento dei pescatori. Per questa ragione nascono conflitti diplomatici come la guerra allo sgombro (makarel war). Questo pesce ha abbandonato le acque di Scozia, Danimarca, Norvegia e si è spostato verso l'Islanda, la Groenlandia, le isole Faer Oer. L'Islanda ha intenzione di tenersi il pesce migrato nelle sue acque e di farlo includere nelle sue quote di pesca. In attesa che si definiscano nuove regole, c'è il pericolo dell'arrivo di flotte di pescherecci da Cina, Corea, Giappone che possono impoverire l'ambiente marino con una pesca fuori controllo. La Cina, infatti, si definisce un paese quasi Artico e sfrutta le sue acque per il commercio marittimo e come fonte di proteine a basso prezzo per la sua popolazione.

... e sui pescatori?

Le popolazioni locali che da millenni hanno vissuto di caccia alle foche e di pesca, stanno affrontando un cambiamento epocale che crea disoccupazione, degrado, alcoolismo. Un esempio è la Groenlandia, protettorato della Danimarca, che sta vivendo una situazione simile a quella dei paesi dell'Africa Occidentale a causa dei continui saccheggi nelle acque pescose da parte di un grande gruppo che sporta il pescato, senza alcun vantaggio per la popolazione locale che potrebbe essere impiegata nel processo di lavorazione e confezionamento. Invece è nei paesi come Danimarca, Polonia, Canada che il pesce viene preparato per l'esportazione. Astici, gamberi, crostacei, halibut, merluzzi e sgombri: un patrimonio di biodiversità lasciato nelle mani di nuovi colonizzatori.

Marina Villa, articolo pubblicato su CiBi Magazine.